«Il primo problema è la stabilità»

«Il primo problema è la stabilità» Il presidente dell'Irli bacchetta i media: «Troppo scoopismo gridato» «Il primo problema è la stabilità» Umberto Agnelli: più coraggio per la scuola TORINO. «E' necessario un governo stabile», il presidente dell'Ifil, Umberto Agnelli, inizia a rispondere così ai cronisti che gli chiedono una valutazione sulla proposta di Massimo D'Alema sullo sgravio contributivo di 600 mila lire annue per tutti i lavoratori dipendenti. «La proposta sul costo del lavoro merita un approfondimento ha proseguito -, ma serve un governo stabile, anche per l'occupazione in Italia». Il confronto avrebbe potuto essere diretto e pubblico, durante una tavola rotonda organizzata dalla Fondazione Rosselli sul tema «Il Sapere interessa la Politica?», se il leader dei Democratici di sinistra non fosse rimasto a Fiumicino bloccato da un'agitazione dei controllori di volo. Per Umberto Agnelli, l'Italia è un Paese che riesce sempre a sorpren- dere, «si pensi all'Euro e al risanamento finanziario o meglio al miglioramento finanziario - ha precisato - perché bisognerà attendere il primo gennaio per dare per raggiunto l'obiettivo». Ma la competizione globale non rischia di ridurre l'occupazione? «La globalizzazione negli Stati Uniti e nell'Inghilterra non ha significato tagli; se questa è la situazione italiana, significa che c'è qualcosa che non funziona da noi». Quello dell'occupazione è, per il presidente dell'Ini, una priorità. «Per tutti - ha sottolineato -. Se riuscissimo a imprimere, in tempi ragionevoli, una svolta possibile, e neppure troppo onerosa, in alcuni nodi del sistema delle conoscenze anche economiche e un incremento della cultura industriale nel mondo della politica e della pubblica amministrazione, daremmo un contributo, pure all'occupazione, decisamente più concreto e duraturo di tante altre misure cui si sta pensando». L'esempio portato al dibattito (vi hanno preso parte il Premio Nobel per la Fisica, il professor Gianni Vattimo e i parlamentari Giuliano Urbani, Pierferdinando Casini e Sergio Chiamparino, dopo l'introduzione del direttore della Fondazione Rosselli, Riccarlo Viale; moderatore il vicedirettore de La Stampa, Paolo Passarmi) è stata la scuola, per Umberto Agnelli è fondamentale «accettare la concorrenza». Condivide gli sforzi riformatori in corso, come elevare l'obbligo, dare autonomia agli istituti, creare un collegamento più stretto con il territorio, «ma il mio invito - ha aggiunto - è avere il coraggio politico, per esempio, di sperimentare il voucher, o comunque forme di defiscalizzazione delle spese formative sostenute dal cittadino presso istituzioni di sua scelta», pubbliche e private. Poi il presidente dell'Ifil ha duramente criticato il settore dell'informazione nel nostro Paese. «E' inutile nasconderlo: in Italia il contributo dei media al sapere è scarso, quando non negativo. Sopravvive la tendenza, che dura da una decina di anni, della notizia gridata, del culto del palazzo o del pettegolezzo», sotto accusa la «priorità della politica con la "p" minuscola, i gossips, le interviste che si bruciano nello spazio di un mattino. Il tutto in una salsa italo-centrica per cui anche i grandi eventi europei o internazionali vengono spesso banalizzati alla luce di modeste vicende o polemiche nostrane». E' giunto il momento di correggere la rotta, ha esortato. «Nell'Italia di oggi è più debole il sapere che viene dai media che non quello che viene dalla scuola». Invita a guardare all'estero: grandi giornali e televisioni che danno un forte contributo a capire ciò che avviene nel mondo. E - ha evidenziato - non sono in perdita, ma guadagnano. «Determinante sarà l'impegno dei nostri migliori direttori a far presto, gestendo diversamente gli spazi, disegnando diversamente le pagine, ampliando gli orizzonti ai redattori più promettenti e avendo la possibilità di cambiarli quando è necessario». Poi ha tirato in ballo anche gli editori: «Determinante sarà anche la loro disponibiltà a investire in risorse utili. Questa è una via certo migliore dei gadgets per far crescere l'interesse dei lettori». [1. bor.] «Il piano D'Alema per il lavoro merita un approfondimento Ma serve un governo duraturo» Umberto Agnelli presidente dell'ini

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