Tra Coca e Pepsi in Italia la battaglia del centenario
Tra Coca e Pepsi in Italia la battaglia del centenario BEVANDE & MERCATI E' un secolo esatto che le due regine americane delle bibite si scontrano in un duello all'ultima bollicina 77 colosso di Atlanta denunciato ali Antitrust per abuso di posizione dominante ROMA. Nella guerra dei cent'anni tra Coca e Pepsi (la Pepsi Cola è nata appunto nel 1898, sei anni dopo la Coca Cola) la campagna d'estate si preannuncia più dura del solito, soprattutto sul fronte italiano. In previsione del grande caldo e delle lunghe vacanze le due multinazionali delle bollicine iniziano solitamente un duello di grossi calibri, con bordate da centinaia di miliardi, per contendersi qualche decina di milioni di consumatori. Nella pubblicità non si bada a spese, reclutando stelle di prima grandezza dello sport o dello spettacolo, e circa tre anni fa si arrivò alle stelle vere e proprie: la Coca Cola sistemò un distributore di lattine sul traghetto spaziale Usa «Endeavour» e la Pepsi rispose reabzzando, a bordo della stazione orbitale Mir, il primo spot girato nel cosmo. Quest'anno, invece, dalle guerre stellari si è passati alla guerra della carta bollata e l'attacco l'ha sferrato la Pepsi, rivolgendosi all'autorità italiana garante della concorrenza. L'accusa rivolta alla Coca Cola dalla sua rivale di sempre è quella di «abuso di posizione dominante» e l'Antitrust si è mossa aprendo un'indagine. «La Coca Cola spiegano all'Authority guidata da Giuseppe Tesauro - ha storicamente una posizione di leadership nel mercato delle cole, con una quota stabile intorno all'80%, circa sei volte quella della Pepsi. A ciò va aggiunta la sua capacità di mantenere una significativa indipendenza dai concorrenti nelle politiche di prezzo e la grandissima notorietà del marchio». Inoltre, fa rilevare l'Antitrust, negli ultimi anni, l'ingresso di nuove bevande al gusto cola in Italia non ha mai avuto un significativo successo. Così le imprese del gruppo Coca Cola e gli imbottigliatori autorizzati sono stati denunciati dalla Pepsi, che ravvisa nel loro operato una serie di comportamenti commerciab che tendono ad ostacolare l'accesso ai canali di vendita da parte dei concorrenti. Le infrazioni che determinerebbero il presunto abuso sono, nel verbale dell'Antitrust, l'utilizzo da parte della Coca Cola e degli imbottigliatori autorizzati di clausole di esclusiva nei rapporti con i propri clienti e nel riconoscimento ai grossisti di premi e sconti di fe¬ deltà istituiti allo scopo di limitare la distribuzione e la commercializzazione di bibite concorrenti. E, secondo la relazione dell'Authority, c'è anche la recidività, infatti alcuni comportamenti analoghi a quelb denunciati, dieci anni fa, sono già stati al centro di un procedimento della Commissione europea, in seguito al quale la Coca Cola si era impegnata ad eliminare dai contratti di distribuzione le clausole che potessero causare l'esclusione dei concorrenti dal mercato. Invece, stando alle affermazioni della Pepsi la company di Atlanta ci sarebbe ricascata, infatti, nel dossier consegnato all'Antitrust si parla di pressioni nei confronti dei grossisti esercitate promettendo premi di fine anno, sotto forma di sconti, legati alla vendita esclusiva dei prodotti Coca Cola: il grossista quindi per ricevere i premi non deve avere rapporti con la concorrenza, inoltre, sempre stando all'esposto della Pepsi, l'ammontare del premio sarebbe commisurato all'intero fatturato dei prodotti Coca Cola e questa clausola comporterebbe un legame tra le varie bevande. Insomma il grossista sarebbe indotto ad acquistare l'intera gamma proposta per ottenere uno sconto più forte. Ora la parola passa alla Coca Cola, che, entro quaranta giorni dalla notifica dell'Antitrust, dovrà esporre la sua linea di difesa per smontare, se riesce, le accuse della vecchia nemica. [v. cor.] Sono sotto accusa gli sconti concessi ai distributori se non trattano la concorrenza Tra Coca e Pepsi in Italia la battaglia del centenario
Persone citate: Giuseppe Tesauro
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