Incendi, ora avanza il fuoco delle polemiche

Incendi, ora avanza il fuoco delle polemiche Il ministro dell'Ambiente bacchetta le Regioni: limitare i danni si può. An accusa la Protezione civile Incendi, ora avanza il fuoco delle polemiche Dopo l'allarme Calabria, l'emergenza si sposta in Sardegna ROMA. Ma di chi è la colpa? Dopo una settimana di fuoco, davanti a migliaia di ettari di boschi inceneriti in tutto il Sud Italia, Protezione civile, politici e sindacati si scambiano botte da orbi: la caccia al colpevole è ufficialmente aperta, e nessuno forse pensa che l'estate è appena cominciata e il rischio incendi non è assolutamente finito. Così, mentre il sottosegretario Barberi annuncia l'arrivo di tre nuovi Canadair, noleggiati direttamente in Canada per poter sveltire le pratiche di immatricolazione (e pilotati da equipaggi italo-canadesi), finisce l'emergenza in Calabria e si inizia a fare il bilancio dei danni, ma comincia a bruciare la Sardegna. Spenti - a fatica - gli ultimi fuochi sulle colline di Santa Margherita di Pula, Chia e Domusdemaria, ieri l'allarme si è infatti spostato nella zona di Olbia. Nel quartiere di «Minda noa», ad esempio, la gente si è trovata di colpo circondata dalle fiamme, alimentate dal maestrale, ed è stato subito panico. Due ore più tardi gli elicotteri del servizio regionale antincendio e le squadre di vigili del fuoco e forestali riuscivano a eliminare ogni rischio (i roghi si stavano velocemente avvicinando ad un centro commerciale e ad una centrale elettrica). Le polemiche. Senza esclusione di colpi, come si usa dopo ogni catastrofe. Ha iniziato il ministro del¬ l'Ambiente Edo Ronchi: «Le Regioni non si limitino ad assumere la competenze, ma esercitino la funzione di prevenzione degli incendi. Che questa sarebbe stata un'estate calda, lo si sapeva da tempo». E poi: «Gli incendi sono quasi tutti dolosi, ma curando il sottobosco e organizzando meglio il controllo territoriale si potrebbero limitare i danni». Al ministro hanno risposto i deputati di An Cola, Fragalà, Lo Presti e Simeone: «Protezione civile e ministero dell'Ambiente assistono impotenti allo strazio degli incendi, incapaci persino di far spostare gli elicotteri da Trapani e Pantelleria». E Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della commissione Agricoltura di Montecitorio, ha chiesto al go¬ verno di rimuovere «gli irresponsabili funzionari della Protezione civile» e di «commissionare le regioni inadempienti». E poi c'è la querelle sui Canadair. Dice il deputato verde Athos De Luca: «Il nostro Paese è devastato da migliaia di incendi e 5 Canadair su 8 della Protezione Civile non possono intervenire per mancanza di piloti. E' questa la sconcertante situazione della flotta antincendio della Protezione Civile, gestita, a quanto risulta, con inadempienza dalla società Sorem». E il Wwf: «Perché gli aerei, che già avevano mostrato le loro carenze tecniche quest'inverno, non sono stati adeguatamente preservati e poi messi in piena efficienza entro maggio, come da impegni assunti dalla Sorem?». A tutti ha risposto Andrea Todisco, capo del dipartimento Protezione civile: «La Sorem lavora bene. Semmai i guai derivano dalla precedente gestione, affidata alla Sisam, che a fine '97 ci ha riconsegnato gli aerei senza fare la preservazione dei motori». E poi ci sono i sindacati. Il segretario generale della Flai-Cgil, Granata, difende i forestali: «Rientra nella cultura demagogica di chi tenta di coprire le proprie responsabilità, scaricarle su una categoria dei lavoratori così importante». La Uil coordinamento nazionale dei vigili del fuoco si dichiara «sdegnata» per «l'assenza di una pianificazione seria per affrontare l'emergenza degli incendi estivi». La Cisl-Fpi: «Mentre il Sud brucia continua lo scambio di accuse tra Regioni e Protezione civile sulle compotenze». La Cgil Sicilia invece allarga alle Province e all'Anas, «che dovrebbero vigilare sulle strade, dove le erbacce e le sterpaglie sono alte un metro». E allora, di chi è la colpa? La colpa dei tre morti calabresi, ad esempio, e dei danni per centinaia di miliardi (quantificare al momento è impossibile, dicono alla Regione Calabria, che ieri ha chiesto lo stato di calamità), delle cinquanta abitazioni divorate dalle fiamme e delle cento evacuate perché pericolanti lungo la fascia jonica? Dalla prima verifica gli ettari di terreni distrutti dalle fiamme in Calabria sono stati oltre 26 mila. Negli ultimi 5 anni, segnala Legambiente, in questa regione ne sono bruciati 68 mila, di ettari, perché al Sud l'incendio è una malattia cronica, e perciò prevedibile, visto che ogni anno l'emergenza si ripete, e che il mese più a rischio è luglio (con un totale di 139 mila 386 ettari bruciati in tutta Italia). Una media di 28,5 incendi al giorno, accusa Legambiente. Con il rischio di ulteriori danni, se non si provvede per tempo. Perché i terreni «pelati» dagli incendi sono a rischio erosione e desertificazione, dicono gli esperti. Franco Siccardi, del Cnr, spiega che «la macchia mediterranea ci mette 5-8 anni per ricrescere. Non è molto, in fondo. La natura è molto resistente, per fortuna. Tutto ricresce. Il vero rischio è che dopo l'incendio, al posto dei boschi, ci costruiscano delle case». Brunella Giovare In arrivo tre nuovi Canadair Ma è scontro sulla società che gestisce la flotta L'allarme incendi si è spostato in Sardegna. Nella foto turisti bloccati a Chia sulla statale «Sulcitana» osservano il fronte del fuoco che avanza