Il governo fa un passo indietro, gli orangisti no di Fabio Galvano

Il governo fa un passo indietro, gli orangisti no ULSTER «Pronti a restare accampati qui un anno se non potremo sfilare». Ieri seconda notte di violenze Il governo fa un passo indietro, gli orangisti no Autorizzata una marcia a Belfast, ma l'assedio a Drumcree continua LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE In bilico tra pace e violenza, l'Ulster traccia il bilancio di due notti di disordini in ogni angolo della provincia - auto incendiate, barricate, molotov, la polizia costretta a sparare proiettili di gomma, un agente con frattura cranica a Londonderry - e si domanda con ansia se la tensione sia destinata ad aumentare ancora, nonostante la conciliante decisione (nei confronti degU orangisti protestanti) presa ieri dalla «Commissione delle Parate». Mentre il governo ribadiva la linea della fermezza a Drumcree, dove agli «Orangemen» è stato proibito di percorrere la cattolica Garvaghy Road e dove le barricate d'acciaio erette dalla polizia sono da domenica cinte d'assedio, la Commissione ha infatti dato via Ubera a un'altra marcia controversa, quella che il 13 luglio percorrerà a Belfast la cattolica Lower Ormeau Road. E' una concessione che molti non si aspettavano; e viene quasi naturale domandarsi se, dando l'assenso alla parata di Belfast, la Commissione non abbia voluto offrire un ramoscello d'ulivo agli «Orange¬ men», invitandoli in definitiva a uno scambio: la fine del confronto a Drumcree contro la libertà di marcia nella Ormeau Road, sia pure senza tamburi e prima delle 8,30, quando la marcia confluirà nella grande parata in programma al centro della capitale. Tutti negano, compreso il presidente delia Commissione, Alistair Graham; ma il sospetto resta. Inevitabilmente qualche peso deve avere avuto, nella decisione annunciata ieri pomeriggio, l'intervento del «first minister» della nuova Assemblea nordirlandese, David Trimble. Il leader unionista aveva aspramente criticato la decisione presa dalla Commissione. Secondo il «Daily Telegraph», anzi, egli aveva minacciato le dimissioni se agli orangisti non fosse stato permesso di percorrere la Garvaghy Road. Oggi Trimble ha negato: «Non ho mai fatto una tale minaccia - ha detto -. Quell'istrionismo non è nel mio stile». Ma ha ripetuto che «sono stati commessi errori» e ha confermato che «la situazione può destabilizzarsi, e senza un esito positivo tutti i progressi politici che abbiamo conseguito saranno messi a rischio». «E' una provocazione cui il governo ha dato un pericoloso assenso», ha replicato ie¬ ri Gerard Rice, portavoce della comunità cattolica della Ormeau Road, annunciando un ricorso nazionalista in tribunale. Sono i bisticci di sempre. Ma in realtà non tutte le parate hanno avuto ieri via libera. Delle 39 prese in esame (su un totale di 554 che si svolgeranno fra venerdì e lunedì), a 17 sono state imposte modifiche di percorso: 14 orangiste e tre marce di protesta cattoliche. Così l'attenzione torna su Drumcree, dove alcune centinaia di orangisti hanno trascorso la notte sotto le tende improvvisate e attorno ai falò, quasi un grande campeggio più che un assedio, mentre in tutta la provincia le tenebre venivano squarciate dalle fiamme. «La situazione è sotto controllo», ha rassicurato ieri il ministro per il Nord Irlanda, Mo Mowlam. Ma pochi condividono il suo ottimismo. L'assedio di Drumcree, alla periferia di Portadown, «può anche durare fino all'anno prossimo», come vanno ripetendo gli «Orangemen». E in ogni altra città irlandese ci sono gruppi per i quali la pace di Stormont non vale la carta su cui è scritta e che, dopo la prima notte di violenze, ieri sera hanno concesso il bis. Fabio Galvano

Persone citate: Alistair Graham, David Trimble, Gerard Rice, Trimble

Luoghi citati: Belfast, Drumcree, Londonderry, Londra, Mo Mowlam, Nord Irlanda, Ulster