Ppi: «L'inchiesta? Non serve a nulla» di E. S.
Ppi: «L'inchiesta? Non serve a nulla» Ppi: «L'inchiesta? Non serve a nulla» PROMA RESIDENTE Bianco, perché il ppi è contrario alla istituzione di una commissione d'inchiesta su Tangentopoli? «Perché nascerebbe male, si svilupperebbe peggio e non servirebbe a nulla. Se non ad ammorbare ancora di più il clima politico. Mi spiego meglio: sono molto perplesso di fronte agli argomenti di chi chiede l'apertura di una inchiesta parlamentare. La commissione sarebbe troppo politicizzata. Si vogliono lanciare i panni sporchi in aria. Non so quanto serva». Quali panni sporchi? «Non ci vuole una commissione d'inchiesta parlamentare per poter affermare che, in una certa fase della vita politica italiana, tutti i partiti, dalla destra alla sinistra, han- no utilizzato finanziamenti illeciti. Ci sono davvero pochi dubbi su questo, ma credo che una ricostruzione di quanto è avvenuto debba essere fatta in sede di accertamento storico e non usato ancora come strumento di guerra politica». E allora, secondo lei, che cosa sarebbe giusto fare? «Credo che sia arrivato il momento di definire una linea di demarcazione tra i finanziamenti ai partiti e Tangentopoli vera e propria. Bisogna distinguerà tra il reato di finanziamento illecito - che, tra l'altro, esiste soltanto da noi e i reati di corruzione e di concussione. Chi ha usato il suo potere politico a tutti i livelli, centrale o locale, per arricchirsi, chi ha creato quella rete di corruzione che chiamiamo Tangentopoli deve essere perseguito. E su questo non ci possono essere sconti. Ma il reato di finanziamento illecito ai partiti va ridiscusso». Come? «In sede legislativa. Non c'è altra sede possibile. Credo che la legge che fu varata all'indomani dello scandalo dei petroli, ormai più di vent'anni fa, debba essere abolita e sostituita con nuove norme anticorruzione. Questo sarebbe un modo serio per affrontare i problemi». E per Tangentopoli? «La magistratura deve fare il suo lavoro. Magari con maggiore tranquillità. Il clima di scontro che accompagna questa fase della nostra vita politica non giova a nessuno. Per fortuna mi sembra di scorgere anche dei segnali che non vanno sottovalutati. Per esempio, le motivazioni dell'ultima sentenza della Cassazione che ha annullato alcuni reati imputati a Craxi nella vicenda della metropolitana di Milano sono significative. E' caduta la responsabilità in quanto segretario di un partito che "non poteva non sapere". Ecco che si torna alla necessità di distinguere. Che non significa assolvere tutti. Significa fare giustizia. Questa è l'unica strada. Senza bisogno di commissioni parlamentari create più per gettare panni sporchi in aria che per altro». [e. s.]
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