All Iberian, oggi sentenza
All Iberian, oggi sentenza All Iberian, oggi sentenza Non è stata chiesta la ricusazione MILANO. Ricusazione dei giudici? Richiesta di spostamento ad altra sede del dibattimento? Niente di tutto questo. Ennio Amodio, avvocato di Silvio Berlusconi, svolge tranquillamente la sua arringa difensiva al processo Ali Iberian. Chiede, com'era prevedibile, l'assoluzione del suo cliente ma utilizzando il suo repertorio di docente di diritto, senza polemiche politiche, senza accuse di complotti contro i magistrati. Un'arringa «tecnica» lontana anni luce da quanto, lunedì scorso, facevano prevedere le dichiarazioni di Silvio Berlusconi. «Ho chiesto ai miei avvocati che presentino istanza di trasferimento di tutti i procedimenti che mi riguardano perché il pregiudizio politico del pool si è ormai allargato a tutto il Palazzo di giustizia di Milano»: cosi aveva detto il Cavaliere. In un contesto più che ufficiale: una conferenza stampa da lui convocata nella villa di | Arcore proprio per protestare contro il presunto «accanimenoto giudiziario» nei suoi confronti. Viste le premesse, ieri era attesa una mossa a sorpresa dei suoi legali. Invece niente. E, stando a quanto ha detto lo stesso Amodio, colpi di scena sono esclusi anche oggi, quando il tribunale emetterà la prima, importante sentenza riguardante Berlusconi: quella al processo per le tangenti alla Guardia di Finanza (richiesta di condanna: tre anni). «Le nostre iniziative saranno decise caso per caso - spiega il legale -. Stiamo valutando cosa fare in altri procedimenti, ma il processo Ali Iberian e quello della Finanza sono ormai in dirittura d'arrivo». Ma cosa è successo nel giro di una settimana? Forse che Berlusconi aveva annunciato un'iniziativa giudiziaria prima di essersi consultato con i suoi avvocati, i quali lo avrebbero poi dissuaso? Amodio non risponde e si limita al suo compito di difensore in aula. Comincia la sua arringa dicendo che «si è passati dal gigantismo al nanismo processuale». Il «gigantismo» c'era stato all'inizio, quando all'udienza preliminare il processo per i miliardi finiti - seconde l'accusa - dalla Fininvest a Bettino Craxi si era trasformato in un processo per falso in bilancio della società di Berlusconi. Adesso, con la divisione in due del processo «si è tornati ad un reato nano, quello di illecito finanziamento ai partiti». Secondo il legale, comunque, i soldi pagati dalla Fininvest avevano una «chiara causale commerciale», cioè il pagamento di diritti televisivi e per questo chiede che il processo si interrompa per sentire il costruttore Renato Della Valle, l'ex direttore finanziario della Fininvest Livio Gironi e il produttore tunisino Taraq Ben Animar (che però non si era presentato alle precedenti convocazioni). E in ogni modo, al di là della causale commerciale, «quei miliardi provenivano non dalla società ma da fondi di Berlusconi». In questo caso il reato di finanziamento illecito non sussite: Silvio Berlusconi, secondo il suo avvocato, deve quindi essere assolto; «in subordine» per prescrizione. [s. mr,] Per i miliardi della Fininvest finiti - secondo l'accusa a Craxi, il pm propone tre anni L'avvocato Ennio Amodio difensore di Silvio Berlusconi
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