«Ipotesi confermate» di 1. M.

«Ipotesi confermate» «Ipotesi confermate» La direttrice: la talpa interna esisteva davvero ROMA. Alessandra Pinto, la direttrice della Galleria Nazionale di Arte Moderna, quasi non ha voce. Per l'emozione, la felicità, lo stordimento di una notte che ha posto fine all'ansia iniziata 48 notti fa quando, quasi alla stessa ora, era stata chiamata a casa con la notizia degli uomini armati che si erano aggirati nella Galleria, delle armi spianate, delle custodi impaurite, dei tre dipinti dileguatisi nel buio. In una sala del ministero per i Beni Culturali, dopo la ressa della conferenza stampa, dei fotografi e teleoperatori, prende fra le sue mani una delle tre tele e, con delicatezza, la sposta da un tavolo a un bancone, perché le telecamere meglio possano lavorare e raccontare questo pezzo di bellezza e di cultura «restituito - dice - alla società civile, e in perfetto stato». Nel salone della conferenza stampa non ha parlato, nessuno le ha chiesto niente, ora confessa: «Sono sempre stata sicura che le opere sarebbero state ritrovate. Subito si era capito che questo era un furto diverso dalla tipologia dei furti d'arte, e che somigliava più a un sequestro, a un rapimento a fini di estorsione». E' una donna minuta, con una zazzeretta ordinata e le maniere ferme quanto cortesi. Non ama i toni alti e le parolone. Tende a minimizzare il fiotto dei pensieri che devono averla accompagnata dal momento del furto. Osserva: «Subito si era capito che doveva esserci una connivenza interna. E ora questa ipotesi è stata confermata». Una conferma che è per lei motivo di consolazione, perché - aggiunge - così «si smantellano le accuse di inefficienza dei sistemi di sicurezza: possiamo infatti difenderci da un attacco che viene da fuori, ma non è facile proteggerci da qualcuno che sta fra noi». Questo però è il nodo che più la rattrista e alla fine quasi sussurra: «La basista sciupa la gioia del ritrovamento. Non riesco a capire come sia stato possibile che dentro la Galleria ci fosse una persona con così poco senso dell'appartenenza all'istituzione, così incurante delle colleghe, capace di mettere contro di loro degli uomini armati, persone che potevano far loro del male». [1. m.]

Persone citate: Alessandra Pinto

Luoghi citati: Roma