I nuovi eremi della politica di Filippo Ceccarelli

I nuovi eremi della politica IL PALAZZO I nuovi eremi della politica congruo e contraddittorio che seguire la partita del Mundial nell'eremo di Camaldoli? E' accaduto al presidente del Consiglio Prodi e a un paio di ministri del Ppi. E per quanto possa apparire assurda, con il televisore acceso su Baggio e Maldini nella foresteria del monastero, e nella sala a fianco scampoli di dibattito sull'impegno dei credenti nell'Italia bipolare, dibattito convocato appositamente nel silenzio dei boschi del Casentino, bene, in fondo la scenetta è molto meno irreale e ambigua di quel che appunto sembri a prima vista. Si potrà discutere, certo, di questa vana e un po' ipocrita ostentazione della quiete, di questo bizzarro romitaggio della domenica con giornalisti al seguito. Ma intanto la scelta di andar per conventi, inaugurata dal Pds con il convegno di Pontignano e confermata in un'altra mezza dozzina di occasioni, è ormai evidentissimamente acquisita dai politici. Così come quell'altra di amministrare la propria visibilità sulla tribuna d'onore degli stadi di calcio. Anche Prodi e gli altri della tifoseria popolare in trip monastico avranno infatti visto durante Italia-Francia, opportunamente inquadrato e globalizzato dalle telecamere, l'onorevole Clemente Mastella raggiante sotto il fuoco di qualche miliardo di sguardi. Si potrà pure qui obiettare sul valore e sull'impegno della performance mastellata, ma intanto quei due secondi al centro della cerimonia universale assicurano al segretario dell'Udr un valore aggiunto che prima non aveva. Anche la Tribuna Vip dell'Olimpico, nel suo piccolo, è divenuta da tempo un luogo sempre più frequentato da politici che s'incontrano, fotografati con le loro mogli e i loro giubbottini da weekend, e si salutano, non si saiutano, si fanno le battutine, si pavoneggiano e si mischiano al direttore del giornale, all'intrattenitore della I tv o all'attrice del momento. Nel frattempo, quelli che fino all'altroieri erano i luoghi «deputati» della politica, Camera e Senato prima di tutti, continuano a essere sottoposti a un'erosione ineluttabile. Al loro posto, oltre ai conventi e agli stadi - luoghi sacri da dissacrare e luoghi profani in via di sacralizzazione - c'è tutto un nuovo orizzonte di scenari variabili in cui sempre più spesso è ambientata la vita pubblica nell'era dell'immagine, soprattutto televisiva. Basta scorrere le cronache degli ultimi mesi per avere il senso del cambio di scenografia. Ed ecco allora antichi castelli (da Gargonza alla campagna elettorale di Di Pietro nel Mugello), sfilate di moda (con il sindaco Albertini in ciabatte e costume da bagno), barche (dalle prestazioni sportive di D'Alema allo strip di Casini) e poi gazebi, discoteche, festival del cinema, camper, siti Internet, pullman, concerti, aeroplani, forum di quotidiani, partitelle di beneficenza e presentazioni di «libri» che nessuno legge, ma che fanno rumore lo stesso nutrendo interviste e rubriche televisive, come pure alimentando didascalie ad altre immagini non sai mai bene quanto pubbliche e quanto privatizzate. Per quasi un anno la politica italiana è ruotata attorno a una cena a casa Letta. Una politica in cui Gerardo Bianco balla la macarena, Fini trova l'investitura mediatica al Costanzo Show e Cesare Salvi l'investitura mondana, se non addirittura quella sociale, nel salotto di Maria Angiolillo. Sul tutto vigilano l'Auditel e l'Osservatorio di Pavia. I monaci camaldolesi si limitano a fornire il televisore. Filippo Ceccarelli

Luoghi citati: Francia, Italia, Pavia