Parità scolastica, mediazione del cardinale Martini

Parità scolastica, mediazione del cardinale Martini L'arcivescovo di Milano: «Pubblico e privato insieme al servizio delle nuove generazioni» Parità scolastica, mediazione del cardinale Martini Pollastrini (Ds): un passo avanti. D'Onofrio: rilancia il dialogo Scuola pubblica e privata, insieme e di qualità. E' il «modello» che Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, propone dalle pagine del Corriere della Sera, raccogliendo reazioni positive nel mondo politico alle prese con i progetti di legge sulla parità all'esame delle Camere. Il cardinale invoca un «sistema scolastico pubblico integrato», ove «nella logica dell'autonomia, alla scuola statale si affianchi una scuola non statale paritaria, libera: entrambe di sicura qualità». Prendendo in esame tre binomi «centrali» (scuola-persona; scuola-cultura; scuola-lavoro), Martini auspica che «il confronto politico-parlamentare sappia contrassegnarsi per altezze ideali e per concretezza di servizio effettivamente reso alle giovani generazioni, al di là di ogni contenzioso del passato, per essere veramente al nostro posto in un'Europa della cultura, della scuola e dell'educazione». In questo quadro, il porporato fa riferimento fra l'altro al dibattito sui «saperi essenziali della scuola del 2000». Esso - sostiene il cardinale - «indica la cultura religiosa fra i riferimenti da tenere presenti in ogni disciplina, e non necessariamente solo nell'insegnamento concordatario della religione cattolica, ripropone i valori cui ci si è ispirati in passato e ai quali ci si ispira anche attualmente». Positivi, si è detto, i primi commenti, sia nelle file dell'Ulivo che dall'area di opposizione. «La pa¬ catezza e la serietà ded'articolo sostiene Barbara Pollastrini, responsabile scuola, università e ricerca dei Democratici di sinistra - dicono che è forse possibile fare un passo avanti per trovare una soluzione positiva sui temi della scuola». «Le parole del cardinale Martini possono favorire una stagione di grandi leggi per la scuola italiana, non solo sotto il profilo burocratico e amministrativo», incalza Francesco D'Onofrio, già ministro della Pubblica Istruzione nel governo Berlusconi. La diessina Pollastrini ne fa tema centrale del dibattito politico interno alla maggioranza di governo: «Lavoriamo tutti - insiste - perché, nel rispetto di ogni patto, e nell'interesse dei giovani, la verifica possa trovare la via della concretezza e dell'idealità, auspicata anche dal cardinale, e concludersi con una mediazione alta». E D'Onofrio insiste: «Credo che il significato particolare dell'intervento del cardinale consista nel ribadire l'essenzialità della scuola nella costruzione dell'identità umana del prossimo secolo. Sinora, si è parlato molto in termini di riforme sul piano burocratico e organizzativo; troppo poco in termini di saperi e linguaggi fondamentali. Ben venga, quindi, l'intervento di Carlo Maria Martini che sollecita una educazione fondata, nello ■ stesso tempo, sia su valori forti, sia sulla consapevolezza della fecondità del dialogo con gli altri». [m. tor.] li cardinale Carlo Maria Martini arcivescovo di Milano e l'ex ministro Francesco D'Onofrio

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