Verifica di R. I.

Verifica Verifica Premier al lavoro sul piano D'Alema ROMA. Domenica di lavoro per il presidente del Consiglio Romano Prodi in vista dela verifica di governo. Ieri pomeriggio, a Bologna, con i suoi collaboratori, Prodi ha studiato le bozze di programma che gli sono già state inviate dai vari partiti della maggioranza, come nel caso di Rinnovamento italiano, Rifondazione comunista e dal Partito repubblicano. Ed ha esaminato gli elementi di programma di cui ci sono state, per ora, solo delle anticipazioni, come quelli prospettati dal segretario dei Democratici di Sinistra Massimo D'Alema. hi particolare, per favorire l'occupazione: sgravi fiscali alle aziende di 600 mila lire pro-capite sul costo del lavoro. Proposta su cui si è già aperto un anticipo di confronto politico, tra consensi e qualche perplessità. Per Valdo Spini, componente del comitato politico dei Ds-Pse, D'Alema si è ispirato ai «libro-bianco» elaborato a suo tempo da Jacques Delors che «individua nella mole abnorme degli oneri fiscali che gravitano sul costo del lavoro, uno degli ostacoli più rilevanti all'assunzione di nuovi occupati». Ma Spini solleva alcuni timori sul suo finanziamento: «se infatti il provvedimento può parzialmente autofinanziarsi con i contributi e le imposte dei nuovi occupati e sui maggiori utili delle imprese, almeno 4 mila miliardi di entrate andrebbero recuperati altrove, ad esempio spiega Spini - attingendo alle privatizzazioni, legandole così a un fine sociale». «Il segretario dei Ds come finanziera questa proposta? Dove verranno tagliate le spese?», si preoccupa il presidente deli'Udr, Rocco Buttiglione che pure condivide la defiscalizzazione «anche perché è un cavallo di battaglia del nostro programma». Sul tasto finanziario insiste anche Gianni Alemanno, responsabile per le politiche del lavoro di An: «Ridurre del 2,5% il costo del lavoro sul versante contributivo senza creare nessuna economia di spesa, che faccia recuperare il costo di 4200 miliardi sul bilancio dello Stato, significa soltanto spostare questi costi sulla fiscalità generale e quindi creare nuove tasse». Cesare Salvi, capogruppo dei Ds, con un chiaro invito a Bertinotti per ricucùe lo strappo, individua in una comune battaglia proprio sul fronte del lavoro, un cimento all'unità della coalizione. «Sarebbe assurdo che una coalizione che è stata insieme per due anni, quando il tema centrale era il risanamento, si dividesse adesso e si dividesse a sinistra, ora che la questione centrale a giudizio di tutti e quella di creare occupazione a partire dal Sud». Ma Salvi è ancora ottimista: «E' possibile individuale insieme le misure per compiere un salto di qualità». [r. i.]

Luoghi citati: Bologna, Roma