«Il grande Centro è con Fi»

«Il grande Centro è con Fi» IL LEADER DEL CCD «Il grande Centro è con Fi» Casini: sono gli azzurri il partito di massa OROMA NOREVOLE Casini, il partito di Cossiga, adesso, è nato sul serio. Il Ccd non teme la concorrenza al centro? «Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare... Scherzi a parte, è ovvio che nel bipolarismo sia il centro a decidere la vittoria di uno dei due schieramenti». Sarà come dice lei, però avete un concorrente in più. «La competizione tra Ri, Ppi Ccd, Fi, Udr è fisiologica e normale. Ma l'unico di questi partiti che ha un connotato di massa è Forza Italia e infatti sarà attorno a Fi che si dovrà aggregare il centro. Già, perché gli altri partiti sono più fenomeni di palazzo che fenomeni avvertiti nel Paese». Insomma, lei sostiene di non temere la sovrappopolazione centrista. «No, anche perché al centro c'è una discriminante vera». Quale? «Quella tra chi accetta il bipolarismo e chi sostanzialmente lo mette in discussione». Si riferisce all'Udì? «Io non credo che l'Udr sia solo un fatto trasformistico, non penso che i suoi esponenti siano solo dei cercatori di poltrone. Non penso che il voto sul Dpf, quello sulla Nato, il voto preannunciato sul Kosovo, rappresentino un tentativo di arrivare al potere. No, l'Udr è una cosa più complessa: politicamente è il tentativo di porsi a cavallo dei due poli». Il che significa che, secondo lei, l'Udr vuole annullare il bipolarismo? «A me non piace fare critiche caricaturali. Conosco Clemente Mastella che a queste caricatura si presta più facilmente di tanti altri, ebbene lui non è in cerca di potere, lui è sempre stato convinto, e non ne ha mai fatto mistero, che il bipolarismo in Italia sia un fenomeno transitorio. Direi che così la pensano sia l'Udr che Rinnovamento italiano, mentre, sebbene su sponde opposte, noi e il Ppi siamo su uno schema bipolare». Lei lascia intendere che Cossiga ha in mente di cancellare il bipolarismo. Però certe affermazioni sul centro e alcune critiche ad An le ha fatte proprio lei per primo, onorevole Casini. Che succedde, adesso che è nato l'Udr quei ragionamenti non valgono più? «Le spiego subito come la penso. Io sono convinto che l'aver mandato all'aria la Bicamerale, da parte di Berlusconi, sia servito anche a ristabilire le gerarchie nel Polo. E a me sta benis¬ simo che Fini sia il "numero due" e non il "numero uno", perché in quell'altro ruolo si perde. Però non penso che lo si possa trattare come Le Pen, perché quella non è la sua posi- zione. Lui adesso è approdato al neogollismo, che nasce sull'antifascismo, non dimentichiamolo, e questo è un fatto importante». A proposito di Fini, lui si è rammaricato della scelta di Berlusconi, e lei, onorevole Casini, a mente fredda, dopo settimane e settimane, che cosa pensa dell'affossamento della Bicamerale? «Io ero perplesso. Ma devo riconoscere che da allora nel centro destra c'è stata minor litigiosità, più visibilità della nostra opposizione... insomma ci sono stati alcuni fattori che ci hanno fatto vincere le elezioni, dimostrando che esiste una marea montante di moderati dell'Ulivo astensionisti». C'è chi pensa che a settembre Polo e Ulivo potrebbero tornare a dialogare sulle riforme, anche lei è di questo avviso? «Non c'è dubbio: occorre riallacciare il filo del dialogo, perché il bipolarismo non è uno scontro all'arma bianca. Però vedo che l'Ulivo non fa nessuno sforzo in questo senso. Faccio un esempio: nella nostra storia non è stata mai negata a nessuna opposizione una commissione d'inchiesta, la De non è mai stata così arrogante con il Pei, e invece questa maggioranza nega pervicamente al Polo l'istituzione di una commissione su Tangentopoli. Non si riannoda così il filo del dialogo: ha ragione Berlusconi». E ha ragione anche quando riabilita Craxi? L'altro giorno all'hotel Ergife c'è stata una cerimonia in difesa della prima Repubblica... «Io credo che un rinnovamento reale della vita politica italiana debba poggiare su un fatto di verità. E la verità è che la vecchia classe dirigente era un impasto di meriti e torti e non una classe politica da bollare con il marchio dell'infamia. Ritengo che sia giusto restituire l'onore ad alcuni, e penso a Forlani. Aggiungo che, però, chi solleva il tema del ricambio generazionale ha ragione. Blair guida la Gran Bretagna a 40 anni e non è più intelligente di tutti noi, è che li il problema del rinnovamento lo hanno risolto». Maria Teresa Meli «Fini? Va bene come numero 2 del Polo Se fa il leader si perde Ma sarebbe ingiusto trattarlo come Le Pen» «Il graCasini: so Pierferdinando Casini segretario del Ccd

Luoghi citati: Gran Bretagna, Italia, Kosovo