Forestali, che maledizione k

Forestali, che maledizione k LO SFOGO DEL SINDACO DI COSENZA Forestali, che maledizione k Mancini: «Un esercito difeso da tutti» TERRE bruciate, lungo la Tirrenica, da Paola a Praia Mare. Nient'altro che alberi carbonizzati e coltivazioni distrutte. Sospira, il vecchio Giacomo Mancini, sindaco di Cosenza e pessimista ad oltranza, più che mai in questi giorni di calura insopportabile e incendi devastanti nella «sua» Calabria. Sindaco, ma lei come si spiega questo disastro? «Tutto quello che c'è di abnorme in Calabria ha come elemento di partenza la questione dei forestali. Anzi, la maledizione dei forestali». Sono 10 mila, una specie di esercito inutile, a sentire la Protezione civile, e a vedere queste catene di incendi che nessuno sa come eliminare. «Infatti è così. E' uno dei misteri non svelabili della Calabria, una storia che nessuno racconterà. E pensi che adesso sono 10 mila, ma erano 30 mila, un vero esercito difeso ad oltranza da tutti i partiti, e dai sindacati, o almeno da una parte dei sindacati che continuano ad usare metodi e sistemi che forse andavano bene nel '48. Forse». Cioè assistenzialismo, un posto di lavoro in cambio del consenso. E' così? «Sì. Queste sono sempre state di campagaStilaro, aveva deciso di attuare lo «sciopero delle Messe». La Chiesa, dopo tutti quei danni provocati volontariamente, era in lutto, aveva detto il presule, la Chiesa «di fronte a tali gesti non può non reagire», puntando, piuttosto, «a vincere l'indifferenza della gente e sperando in una riorganizzazione del servizio, visto che è marnmissihile che in tutta la Locride operi un solo distaccamento dei vigili del fuoco, a Siderno». Parole vecchie di un anno ma situazione più che mai attuale. Rocco Valenti terre di miseria, e io mi ricordo le file davanti ai Comuni per prendere il sussidio. E quando ci furono i lavori "a regia" voluti dal ministro Romita, per cercare di risolvere in qualche modo l'enorme problema - mai risolto - dei disoccupati... Incominciò così la maledizione dei forestali, e delle terre coltivate che tornarono incolte, perché allora tutti facevano a gara per diventare forestali, e avere il sussidio, la paga. Abbandonando l'agricoltura, l'unica cosa sulla quale sarebbe stato giusto lavorare ed investire. E' andata così». Ieri il responsabile della Protezione civile si domandava: ma cosa fanno questi forestali calabresi? Lei cosa ne pensa? «Penso che non fanno niente, che non intervengono contro le fiamme. Non forniscono alcun aiuto. Anche negli anni scorsi è stato così, anche quest'anno andrà così. Ieri qui c'erano 43 gradi all'ombra. In questo momento sento dei tuoni, ma lontanissimi. Spero che arrivi un po' d'acqua, stasera. Ma vede, questa è una speranza mia e di pochi altri. I più sperano nei lavori che a settembre-ottobre partiranno per fare rivivere le terre bruciate». I famosi lavori di bonifica. Allora significa - ed è il sospetto di tutti - che qualcuno appicca gli incendi per ottenere lavoro. «Io credo che la minima parte di questi incendi sia dovuta ad autocombustione, ma il resto no. E continuo a stupirmi che pur essendo così numerosi i forestali, non si trovino braccia sufficienti per lavorare contro gli incendi, e poi che ci siano così tanti incendi. E' una cosa incomprensibile. Ma rientra tutto nella logica di questa cultura, la cultura dei singoli, di quelli che non sanno cosa sia l'impresa e ignorano cosa sia una banca, se non il posto dove prendere dei soldi e non restituirli. Questa è una regione non europea, anche se in tanti speriamo che l'ingresso in Europa dia una spinta alla regione. E' un posto da cui molti sono scappati, anni fa, per venire a lavorare a Torino e a Milano. Ma anche quello è stato un errore, perché alla fine il fenomeno Sud è stato pagato a caro prezzo anche al Nord. L'avvocato Agnelli lo disse, tempo fa: "Forse dovevamo fare le fabbriche dove c'era la manodopera, e non il contrario"». E oggi? Chi sono questi forestali? «Per lo più proletariato che proviene dalle campagne, più una certa parte composta da ragazzi del ceto medio, di quelli che magari sono iscritti all'università. Di quelli che hanno davanti la scelta tra restare disoccupati, o fare i forestali». Lei è totalmente pessimista, ma forse un'idea l'avrà, su come affrontare il problema. «Inventare una vera agenzia forestale, fatta di gente ben remunerata, che conosca bene il territorio. Professionisti veri, cioè. Qui abbiamo grandi foreste, la Sila, l'Aspromonte, e in trent'anni non siamo stati capaci di fare niente, e invece guardi ad altre regioni... Non dico di raggiungere il livello ottimo raggiunto dai forestali della Valle d'Aosta, o delle Dolomiti, però... Ormai siamo nel Duemila, e noi calabresi siamo ancora qui, a sperare nell'aereo, questo aereo che venga a spegnere l'ennesimo incendio». Brunella Giovara «Penso che non fanno niente: è andata così negli anni scorsi, andrà così anche ora. Una parte minima di questi roghi è dovuta al caldo Bisogna inventare una vera agenzia per questo tipo di lavoro non chiedere aerei» dizione k da tutti» Giacomo Mancini ex segretario nazionale del psi Nel novembre '97 è stato rieletto sindaco di Cosenza Giacomo Mancini ex segretario nazionale del psi Nel novembre '97 è stato rieletto sindaco di Cosenza Il vescovo Giancarlo Maria Bregantini

Persone citate: Agnelli, Brunella Giovara, Giacomo Mancini, Giancarlo Maria, Mancini, Penso, Rocco Valenti