007 in cantina di Sergio Miravalle

007 in cantina 007 in cantina Cè un ispettore anti-clonazioni ASTI. Due signori entrano in un supermercato in Germania, si dirigono verso il reparto vini, ne studiano con cura la disposizione, annotano prezzi, marche, collocazione dei prodotti. Infine mettono nel carrello tre bottiglie di vini italiani per ogni tipo di doc. Vanno alla cassa, pagano e sistemano la spesa nella loro auto. Quelle bottiglie non sono però destinate ad allietare qualche tavolata o una cena importante: torneranno in Italia, con gli inediti «007 enologici» che, in realtà sono funzionari del Consorzio di tutela dell'Asti. Il sodalizio ha avuto l'incarico dalla Federdoc e dal ministero delle politice agricole di compiere un sondaggio sulla realtà dei nostri vini all'estero. «Ai consueti controlli all'origine aggiungiamo in questo modo un'analisi sui vini italiani che i consumatori europei trovano direttamente nei punti di vendita, una garanzia in più per loro ed un momento di verifica per i produttori» spiega Ezio Pelissetti, direttore del Consorzio astigiano, che opera anche per conto di altri 53 sodalizi gemelli. La novità è questa: «I controlli dei singoli consorzi dal Chianti classico all'Orvieto, dall'Oltrepò al Marsala, sono stati unificati in questa operazione che porterà nella prima fase a prelevare seicento campioni di vini italiani a doc e docg, in Germania, ma anche Inghilterra e Benelux. Ogni vino sarà analizzato secondo i parametri dei disciplinari e verrà fornita al consorzio di riferimento una scheda con il verbale di acquisto, le indicazioni su prf "si e collocazione anche rispetto ad altri vini concorrenti. «In questo modo avremo una fotografia reale di come il vino italiano si colloca all'estero nei punti di vendita specialializzati,_ supermarket e anche hard-discont» agginge Pelissetti. Obiettivo, non solo scovare le possibili frodi commerciali, ma anche valutare le situazioni dei singoli mercati. La Federdoc, presieduta da Riccardo Ricci Curbastro del consorzio della Franciacorta, ha ottenuto dal ministero un finanziamento di poco più di 200 milioni per compiere questa operazione che sarà estesa anche in Italia. Le prime 300 bottiglie «clonate» acquistate nel Sud della Germania, sono ora analizzate ad Asti. Si è anche scoperto un Barbera d'Asti inbottigliato da una ditta di Monaco (cosa finora non vietata visto che il disciplinare non obbliga all'imbottigliamento nella zona di produzione). Lo scorso anno in una analoga iniziativa, avviata dal solo Consorzio dell'Asti in Portogallo, si scoprirono e denunciarono alcune etichette «improbabili». Sergio Miravalle

Persone citate: Barbera, Ezio Pelissetti, Pelissetti, Riccardo Ricci Curbastro

Luoghi citati: Asti, Benelux, Germania, Inghilterra, Italia, Portogallo