Chianti, stop ai francesi Valorizzare il Sangioveto di Maurizio Tropeano

Chianti, stop ai francesi Valorizzare il Sangioveto Chianti, stop ai francesi Valorizzare il Sangioveto CLUB IN DIFESA DELIA TIPICITÀ' SIENA I francesi? No, grazie. Per caH rita, nessuno strascico polemico legato ai mondiali di calcio, solo una puntuale e costante azione per «recuperare un valore fondamentale di tipicità e di unicità della zona del Chianti classico e della Toscana più in generale». E allora ecco che serve anche un convegno - che si è svolto nei giorni scorsi alla Casa Progetti di Castellina in Chianti - per difendere e valorizzare la purezza del Sangioveto dalla contaminazione di vitigni francesi o internazionali come il Cabernet o il Merlot. Certo, le correzioni sono autorizzate dal nuovo disciplinare del Chianti Classico ma i soci del Club del Sangioveto - associazione fondata 4 anni fa da Paolo Panerai, produttore de I Sodi di San Niccolò (vino che ha ottenuto 96/100 nelle valutazioni di Wine Spectator) e direttore ed editore di Class e di altri periodici - sono convinti della necessità di valorizzare «l'unicità del più prestigioso vitigno rosso d'Italia insieme al Nebbiolo». Dunque stop «all'uso del Ca- bernet e del Merlot perché snatura la tipicità del Sangioveto facendogli perdere le caratteristiche peculiari di un gusto che non è possibile ottenere, per fortuna dei produttori del Chianti Classico, in nessun'altra parte del mondo». Secondo i fondatori del Club «salvando la tipicità del Sangioveto, i produttori toscani non faranno altro che preservare una loro esclusività che ben presto darà frutti man mano che nel mondo, attraverso l'uso degli stessi vitigni, si registrerà un appiattimento qualitativo dei vari vini». Certo, Carlo Mascheroni, presidente del Consorzio Chianti Classico, ha difeso la bontà del nuovo disciplinare che apre ai «francesi». Ma anche un enologo di fama come Giacomo Tachis (l'inventore del Tignanello di Antinori), che a lungo ha ritenuto che il Sangioveto avesse comunque bisogno del rafforzamento del Cabernet, adesso ammette che «l'assemblaggio tra il figlio delicatissimo di una viticoltura di lusso come il Sangioveto con quel carrarmato che è il Cabernet ha risposto a esigenze di mercato del passato, ma è fuori dubbio che un Sangioveto sempre più selezionato non avrà bisogno di partner per affermarsi ancor di più di oggi nel mondo». Insomma, per gli animatori del Club, è la conferma della necessità di continuare nell'azione di valorizzazione sia attraverso la ricerca scientifica, sia attraverso un'azione di marketing che «riaffermi anche nel nome la differenza profonda esistente fra il vitigno delle zone del Chianti Classico e di Montalcino e quello di altre zone italiane e del mondo». E a portare buone notizie è arrivato anche Michael Yurch, presidente di Sherry-Lehmann, il più importante negoziante di vino degli Stati Uniti: le vendite di Sangioveto crescono del 10% all'anno. Maurizio Tropeano Un'immagine di vendemmia nel Chianti tratta dal volume «Ritratto di Castellare»

Persone citate: Antinori, Carlo Mascheroni, Giacomo Tachis, Lehmann, Merlot, Michael Yurch, Paolo Panerai, Wine Spectator

Luoghi citati: Castellina In Chianti, Delia, Italia, Montalcino, Siena, Stati Uniti, Toscana