Sindacali contro D'Alema di Francesco Bullo

Sindacali contro D'Alema L'ipotesi di un alleggerimento dei salari convince gli industriali. Bertinotti: una strada possibile Sindacali contro D'Alema Non piace ilpiano sul costo del lavoro ROMA. I problemi della disoccupazione, e in particolare quella del Mezzogiorno, continuano ad essere al centro del dibattito e fa discutere la «ricetta D'Alema»: un taglio del costo del lavoro del 2,5%. La proposta del segretario dei Ds per spingere le imprese ad investire e aumentare l'occupazione verrà messa sulla bilancia della verifica di maggioranza giovedì prossimo, ma intanto ha già sollevato polemiche. Come si ricorderà, prevede un taglio secco di 600 mila lire annue, in cifra fissa, su tutti i salari dei dipendenti, di qualsiasi livello contrattuale e senza distinzioni territoriali. L'idea piace al consigliere delegato di Confindustria, Guidalberto Guidi, che la considera «molto intelligente», se non addirittura una misura inevitabile per evitare tra l'altro la continua «sommersione» di aziende e redditi. Trova anche il favore del leader Cgil, Sergio Cofferati: «Non ho nulla in contrario, l'idea in sé è del tutto condivisibile» dice. Ma aggiunge: «Poi bisognerà vedere come viene realizzata. E' importante alleggerire la pressione sulle imprese, ma con gli stessi strumenti bisogna difendere i salari dei lavoratori». Dal fronte sindacale invece prevale decisamente il coro dei «no»: la bocciano perché l'incentivo in cifra fissa e generalizzato per tutta l'Italia «è un regalo per le imprese» e rischia di essere «un massacro per i giovani». Mentre da Rifondazione arrivano segnali di incoraggiamento. E' un fatto importante che D'Alema non parli di riduzione dei salari, avrebbe commentato Fausto Bertinotti. Per Rifondazione, secondo quanto si è appreso, questo comunque non basterebbe perchè non incìderebbe sui nodi strutturali e rischierebbe di ridurre le riserve da destinare allo stato sociale. «Se la proposta prevede tagli strutturali del costo del lavoro - ha sottolineato Guidi - credo sia molto importante, sicuramente da approfondire». Ed ha proseguito: «Una delle anomalie da risolvere in fretta, oltre alla tassazione, è proprio il cuneo contributivo: non potremo andare avanti molto con la situazione attuale, in cui un dipendente che all'azienda costa 50-55 milioni si mette in tasca al netto un milione e 600 mila lire». Il rischio è la proliferazione del sommerso, non solo al Sud ma anche al Nord, «dove già ci sono imprenditori che, per invogliare gli operai a lavorare nelle loro aziende, propongono straordinari in nero». Per Guidi la proposta di D'Alema può essere risolutiva e invita a sperimentarla, «anche perché le cose provate finora non hanno dato risultati», Conclusione: «O si fa come dice D'Alema o altrimenti le cose da fare ce le imporrà il mercato». Ma nel sindacato molti la pensano diversamente. «La proposta Ds afferma il segretario confederale Cgil, Giuseppe Casadio - rappresenta un massacro per i giovani. Mi stupisce che arrivi proprio dal pulpito dal quale siamo stati criticati per la nostra scarsa difesa dei giovani a vantaggio degli anziani. Non funziona perché andrebbe a scapito delle prestazioni previdenziali del futuro. A meno che non si faccia in modo compatibile con i conti dello Stato, ma non mi sembra questo il caso». E il segretario confederale Cisl, Natale Forlani, avverte: «Questo progetto non ci piace, così si buttano via i soldi. La riduzione generalizzata su tutto il territorio nazionale è un regalo alle imprese e nello stesso tempo una misura non adeguata al tipo di disoccupazione italiana». Insiste: «E' un'operazione che non funziona per due motivi: non sposta le convenienze tra Nord e Sud e sposta invece tutto il peso dell'intervento sulla 'flessibilità salariale. E' vero che le regole dell'Unione europea ci impediscono di fa¬ re sconti sul lavoro in modo differenziato, ma io credo ci sia un modo migliore per spendere i 7500 miliardi che dovrebbe costare questa ipotesi». E Adriano Musi, segretario confederale Uil, fa una proposta: «Abbiamo già 47 forme di agevolazione contributiva sul lavoro e 9 sistemi di agevolazione fiscale. Prima di ag¬ giungerne un altro chiederei la realizzazione di un testo unico che semplifichi la materia e chiarisca le convenienze». Conclude: «Si rischia l'ennesimo intervento a pioggia e di fare un favore alle imprese senza nessuna assicurazione sul ritorno in termini di occupazione». Francesco Bullo " se8retario Ds> Massimo D'Alema

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