Cambia la tassa sulle imprese

Cambia la tassa sulle imprese Il governo: non lamentatevi, il risanamento è tutto a vostro vantaggio Cambia la tassa sulle imprese Quattro ipotesi per premiare gli investimenti PERUGIA. L'obiettivo del governo è tutt'altro che quello di irrigidire i mercati e aggravare i costi per le imprese. Lo ha sottolineato il ministro delle Finanze Vincenzo Visco, nel suo intervento all'assemblea annuale dell'Associazione industriali di Perugia. «Le imprese - ha detto - sono state le principali beneficiarie della fase di risanamento del Paese. Abbiamo creato le condizioni perché riprendano a fare programmi a lungo termine, come non avveniva ormai da vent'anni». Visco ha chiesto maggiore consapevolezza e comprensione per gli sforzi e i prowedimenti del governo che hanno consentito, ha detto, «una ripresa economica dal secondo semestre dello scorso anno e un allentamento della pressione fiscale», invitando a «ehminare le polemiche e non esasperare le inevitabili contraddizioni della fase di passaggio che sta vivendo il Paese». Intanto arrivano le proposte per ridurre la pressione fiscale sulle imprese. Presto sul tavolo di Visco ce ne saranno quattro, mentre per le ditte individuali è allo studio l'Irpef ridotta. Scartata l'ipotesi di remtrodurre la legge Tremonti (che defiscalizzò gli investimenti), si lavora invece a modificare la «dual income tax» (dit), la nuova forma di tassazione del reddito d'impresa introdotta da quest'anno, che in altra forma premia il nuovo capitale investito, e a neutralizzare lo svantaggio che hanno le ditte individuah colpite dall'Irpef progressiva rispetto alle imprese tassate con Irpeg. Alle novità stanno lavorando due commissioni nominate dal ministro delle Finanze che formalizzeranno quattro proposte alternative già prima delle vacanze. Eccole in sintesi. Prima ipotesi di riforma: riguarda il rendimento medio da applicare al nuovo capitale investito. Quest'anno il rendimento medio delle obbligazioni era del 6,5%. Quindi in base alla legge si sarebbe potuto scegliere, applicando la dit, un rendimento compreso tra il 6,5 e il 9,5 per cento. In fase di prima applicazione il ministro delle Finanze ha scelto per il '98 l'aliquota del 7% tenendo conto della perdita di gettito sopra ipotizzata. Per rendere più conveniente la dit si ipotizza di portare l'aliquota al 9% facendo cosi crescere la quota di utile a cui si applica l'aliquota del 19. Seconda ipotesi: prevede l'applicazione della dit non solo all'incremento di capitale ma anche al patrimonio netto precedente al '97. In questo caso l'affrancamento dello stock di patrimonio avverrebbe in 5 anni e alle imprese sarebbe chiesto di pagare un pegno pari a circa il 3 per cento dello stock. Terza ipotesi: per ogni 100 lire di nuovo investimento ci sarebbe un premio di pari importo sul vecchio capitale. In pratica l'aliquota ridotta del 7% si applicherebbe non solo sulle 100 lire di nuovo investimento ma su 200 lire. Quarta ipotesi: prevede l'eliminazione della aliquota media minima del 27% (una specie di sbarramento introdotto per scoraggiare comportamenti elusivi e gattopardeschi di imprese vecchie che si trasformano in nuove al solo scopo di ottenere l'aliquota del 19 per cento). [r. e. s.]

Persone citate: Tremonti, Vincenzo Visco, Visco

Luoghi citati: Perugia