Soldini torna a sfidare il mare
Soldini torna a sfidare il mare Con la barca della tragedia affronterà l'Atlantic Alone: «Andrea vorrebbe così» Soldini torna a sfidare il mare Prima gara per lo skipper dopo la morte dell amico L'AVVENTURA CHE CONTINUA ITORNA in oceano, Giovanni Soldini, per l'Atlantic Alone, la traversata di 3500 miglia da Falmouth (Gran Bretagna) a Charleston (Usa) in partenza oggi dalla Manica. Questa volta è solo al comando della sua amatissima barca Fila e dirige la prua verso l'America dove partirà il 26 settembre per il giro del mondo in solitario a tappe: è l'impresa per la quale ha dato tutto se stesso in questi ultimi anni. Ha gioito di orgoglio per essere riuscito a costruire uno degli scafi più veloci al mondo, ha pianto e sofferto per aver perso il suo caro amico e compagno Andrea Romanelli, naufragato ad aprile durante un tentativo di record proprio su questo veliero. Il suo avversario più accani- to nella regata sarà l'inglese Mike Golding, vincitore due volte della British Steel (giro del mondo) e detentore del record del giro del mondo di bolina in solitario. Soldini lo teme: «Temibile ma simpatico se penso che il suo sponsor costruisce anche sistemi di sicurezza per le carceri. Abbiamo barche uguali ma lui dispone di un budget gigantesco che gli ha permesso di attrezzarsi in maniera più sofisticata, di avere un'assistenza da Gran Premio con tanto di due gommoni da otto metri e 200 Hp di potenza». «Lui ha la barca più nuova sottolinea il velista italiano - e sicuramente affronta questa gara con uno spirito diverso dal mio. Io dovrò risolvere non soltanto difficoltà tecniche, ma soprattutto i problemi che ho nell'animo». «E' una gara di trasferimento in vista del giro del mondo, tant'è che molti concorrenti sono già dall'altra parte dell'Atlantico in attesa del via di settembre. Per me è fondamentale tornare a navigare, stare solo con la barca, ripensare ai progetti fatti con Andrea: dovrò trovare un nuovo equilibrio per dare un senso a tutto quello che sto facendo». Ha senso insistere contro il mare? «Andrea lo vorrebbe, ne sono sicuro». Cosa hai pensato quando è accaduta l'altra tragedia, la scomparsa di Tabarly, il più grande navigatore francese? «Si è preso una bomata in testa ed è caduto in mare. A bordo c'era un branco di incompetenti che non ha saputo governare una barca difficile. Non avevano radioline, non avevano cinture di sicurezza né sistemi per lanciare l'Sos. Sono riusciti a chiedere aiuto dopo otto ore che Eric era caduto in acqua». Cosa insegna questa esperienza? «Dimostra che uno non muore perché sta cercando di fare un record, come è successo ad Andrea. Significa soltanto che un giorno esci di casa e, se è il giorno sbagliato, puoi lasciarci le penne. Eric è morto come un uomo qualunque, a bordo non aveva attrezzature sofisticate e la barca non era certo pronta ad affrontare un giro del mondo, non stava cercando record. E' morto come un uomo qualunque può morire davanti al porto di Genova mentre fai due bordi con gli amici». Irene Cabiati «Per me è fondamentale navigare Così riesco a dare di nuovo un senso a quello che sto facendo» i | Giovanni Soldini torna in mare, per l'Atlantic Alone, la traversata di 3500 miglia da Falmouth (Gran Bretagna) a Charleston (Usa) in partenza oggi dalla Manica
Persone citate: Andrea Romanelli, Giovanni Soldini, Irene Cabiati, Mike Golding, Soldini, Tabarly
Luoghi citati: America, Charleston, Genova, Gran Bretagna, Usa
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