Tokyo, gran debutto nella corsa spaziale

Tokyo, gran debutto nella corsa spaziale Con «Planet-B», il Giappone entra nel club interplanetario assieme a Russia e America Tokyo, gran debutto nella corsa spaziale Lanciata una sonda verso Marte TOKYO. Il Giappone ha lanciato ieri con successo una sonda verso Marte, diventando, insieme con Stati Uniti e Russia, il terzo membro del ristretto club spaziale di Paesi che hanno lanciato missioni interplanetarie. Scopo della missione è cercare elementi sull'ipotesi che sul Pianeta Rosso sia stata un tempo possibile la vita, con la speranza di dati su quale possa essere l'atmosfera della Terra in futuro, e trasmettere informazioni per proteggere astronauti se si dovesse mandare un giorno una missione su Marte. Il lancio è avvenuto ieri all'alba dal centro di Uchinoe, vicino a Kagoshima, sull'isola meridionale di Kyushu, con un razzo M-5, anch'esso di produzione nazionale. La sonda è stata battezzata «Planet-B», mentre il razzo è stato chiamato «Nozomi», cioè Speranza: riferimento non tanto agli auspici di successo della missione in sé, ma all'intero e ambizioso programma spaziale nazionale. Dichiara infatti il capo dell'Istituto di scienze spaziali e astronautiche, Atsuhiro Nishida, responsabile del progetto: «Il nome scelto porta in sé la nostra speranza che la tecnologia spaziale del Giappone cresca e si sviluppi arrivando a prendere la leadership globale. Ci saranno difficoltà su questa nostra avanzata, ma speriamo di superare i rischi passo a passo. Finora, tutti i sistemi hanno funzionato». Se la denominazione del razzo riflette gli ambiziosi obiettivi della scienza nazionale, la data di lancio è stata invece scelta per un atto di cortesia scientifica internazionale: celebrare il primo anniversario dell'atterraggio su Marte della sonda americana Pathfinder, col suo Soujourner. Al lancio hanno assistito un migliaio di persone, che sono scoppiate in applausi a operazione conclusa. Nella comunità scientifica e politica la soddisfazione è grande. Sul successo di Planet-B si gioca il futuro della ricerca spaziale del Paese, dopo che nel febbraio scorso si erano avute aspre polemiche per il fallimento di un lancio di un satellite col razzo H-2, vanto della tecnologia nazionale. La fallita operazione mandò in fumo mille miliardi di lire e provocò aspre polemiche sulla stessa opportunità dell'intero programma spaziale, esasperate dalla crisi economica in atto. Sono previste altre due missioni sulla Luna nel '99 per misurarne l'attività sismica e un'altra per portare campioni di asteroidi sulla Terra nel 2002. La sonda Planet-B lanciata ieri ha a bordo 14 diversi tipi di attrezzature, strumenti e materiale realizzati da cinque Paesi per vari esperimenti: oltre che dal Giappone stesso, da Canada, Svezia, Germania, Stati Uniti. Essa orbiterà per cinque mesi intorno alla Terra prima di dirigersi verso Marte, entrando nella sua atmosfera nell'ottobre dell'anno prossimo, dopo aver percorso 700 mila chilometri. Diversamente da Pathfinder, che atterrato su Marte trasmetteva dalla sua superficie, Planet-B svolgerà il suo lavoro da sopra il pianeta, senza atterrarvi. Gran parte della sua attività sarà dedicata al misuramento del campo magnetico e della attività del vento solare, ma fornirà anche dati da esperimenti in cui onde sonore saranno usate per misurare se vi sia acqua sotto la superficie del pianeta. Strumentazioni canadesi trasmetteranno informazioni sull'atmosfera, permettendo così ipotesi sul futuro di quella sulla Terra e possibilità di proteggere gli astronauti in caso di missioni sul pianeta. Secondo gli scienziati, essendo Marte più piccolo della Terra, la sua atmosfera è più evoluta, e ciò permetterà di dare una sbirciata sul nostro futuro. A parte le prospettive scientifiche si pone fin d'ora l'importanza dell'obiettivo raggiunto dal Giappone: l'ingresso nel club spaziale a fianco di Stati Uniti e Russia. Fernando Mezzetti Scopo della missione è la verifica della possibilità che in passato ci sia stata qualche forma di vita sul Pianeta Rosso IH

Persone citate: Atsuhiro Nishida, Fernando Mezzetti, Marte Tokyo, Planet