«Aiutatemi a salvare Gerusalemme » di Aldo Baquis

«Aiutatemi a salvare Gerusalemme » L'Iran in prima linea per fermare la «politica espansionistica sionista» nella Città Santa. Oggi vertice al Cairo «Aiutatemi a salvare Gerusalemme » Arafat mobilita l'Islam contro Netanyahu TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Il presidente egiziano Hosni Mubarak, re Hussein di Giordania e il leader palestinese Yasser Arafat si incontrano oggi al Cairo mentre resta bloccato il processo di pace fra palestinesi e israeliani, e mentre la politica di Benjamin Netanyahu a Gerusalemme desta crescente apprensione nel mondo islamico. Nei giorni scorsi il presidente iraniano Mohammad Khatami ha inviato nella capitale egiziana un suo consigliere per illustrare al Segretario generale della Lega araba Ismat Abdel Meguid l'allarme con cui Teheran segue la «politica espansionistica sionista» a Gerusalemme. «Occorre definire misure per contrastrare in modo efficace i provvedimenti adottati da Israele», ha detto l'emissario iraniano, riferendosi fra l'altro alla recente decisione di Netanyahu di estendere i confini municipali di Gerusalemme e di costituire un «supermunicipio» incaricato di assicurare servizi anche agli insediamenti ebraici vicini. Secondo il leader palestinese, che ha lanciato al mondo islamico un appello a «salvare Gerusalemme», è questo il primo passo verso la graduale annessione a Gerusalemme di alcune colonie cisgiordane la più popolosa delle quali è Maaleh Adumim, con circa 20 mila abitanti - e verso il radicale mutamento nella Città Santa dei rapporti demografici fra ebrei e arabi a favore dei primi. Sulla questione di Gerusalemme - che viene discussa in questi giorni anche al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite - i palestinesi sono decisi a ingaggiare battaglia con Israele a tutti i livelli. Il ministro palestinese per le questioni di Gerusalemme, Faisal Husseini, ha spiegato al ministro turco degli Esteri Ismail Cem che per Arafat è necessario in questa fase disporre di tutta la documentazione storica possibile, e quindi anche dei documenti dell'Impero ottomano sullo status della Città Santa. Cem, che la settimana prossima sarà ospite a Gerusalemme del governo israeliano, ha risposto che in principio gli archivi dell'Impero sono aperti a tutti gli studiosi, a condizione che abbiano dimestichezza con la lingua turca dell'epoca ottomana, che era scritta ancora in caratteri arabi. Arafat si accinge oggi a fare il punto della situazione con Mubarak e re Hussein, dopo aver preso atto che a quanto pare Netanyahu non intende compiere il ritiro dal 13 per cento della Cisgiordania proposto dai mediatori statunitensi e già accettato da parte palestinese. All'indomani delle critiche rivolte al premier dal capo dello Stato israeliano Ezer Weizman secondo cui per rilanciare il processo di pace è necessario svolgere elezioni anticipate in Israele - Arafat e altri leader arabi ritengono che sia questo il momento migliore per indurre gli Stati Uniti a intensificare le pressioni sul governo del Likud. Anche perché nei Territori sta salendo la tensione: giovedì nella striscia di Gaza militari israeliani e palestinesi sono stati sul punto di spararsi a vicenda, e ieri a Hebron tre coloni ebrei a cavallo - vestiti da arabi e armati di catene di ferro - hanno danneggiato automobili palestinesi in sosta. Aldo Baquis I palestinesi chiedono a Ankara di consultare gli archivi dell'Impero ottomano per avviare eventuali azioni legali