Roma sdogana anche Tripoli di Maurizio Molinari

Roma sdogana anche Tripoli Dopo la missione iraniana di Prodi, Dini chiude un contenzioso aperto da tredici anni Roma sdogana anche Tripoli Accordo su economia e sicurezza ROMA. Italia e Libia hanno firmato il primo accordo dopo 13 lunghi anni di trattative, crisi e riappacificazioni ed ora la riconciliazione storica fra i due Paesi appare vicina. Per Gheddafi è un risultato che vale doppio: è infatti anche la prima intesa con un Paese dell'Ue da quando nel 1992 l'Onu votò le sanzioni contro Tripoli perché sospettata di aver organizzato l'attentato contro il jumbo «Pan Am» che esplose su Lockerbie. I lavori della IV commissione mista (quella precedente risaliva al 1985) si sono svolti alla Farnesina sotto la presidenza dei ministri degli Esteri,. Lamberto Dini e Omar Mustafa al-Muntasser, e si sono conclusi con la sigla di tre accordi di collaborazione su turismo, rapporti consolari e cultura (sarà riaperto l'istituto italiano a Tripoli e verranno inaugurati a Roma un centro e un'accademia libici). Ma è il testo approvato dalla commissione a contenere i risultati di maggior peso. Da un lato annuncia «stretta collaborazione nella lotta al terrorismo ed alla proliferazione di armi di distruzione di massa» e «consultazioni periodiche su disarmo e rispetto dei diritti umani». E dall'altro promette promozione di investimenti praticamente in ogni settore, risoluzione della questione dei crediti italiani (800 milioni di dollari), impulso ai progetti comuni nei settori di energia e gas (a cominciare dal gasdotto dell'Eni) e telecomunicazioni. L'Italia insomma sdogana la Libia di Gheddafi - in sintonia con la politica di apertura già intrapresa su Iran e Cuba - assicurandole un percorso di uscita dall'isolamento in cui l'hanno costretta le sanzioni Onu. Lamberto Dini è stato però attento a misurare i toni per non dare l'impressione di voler scavalcare il Consiglio di Sicurezza: «Il dialogo con Tripoli registra dei passi in avanti» ma è «lungo e complesso, condotto nel rispetto di tutti» perché «il recupero della Libia alla comunità internazionale passa per il rispetto delle risoluzioni Onu». Una prudenza che si giustifica anche con il passato burrascoso fra i due Paesi: dai missili su Lampedusa alle minacce contro Napoli fino al caso di Osama Abdel Al-Zomar, il terrorista condannato all'ergastolo per l'attentato alla sinagoga di Roma nel 1982 e di cui si sono perse le tracce da quando la Grecia lo estradò verso la Libia. Ma la «normalizzazione dei rapporti bilaterali» è nei fatti e secondo il testo diffuso dalla Farnesina - porterà «in tempi brevi a chiudere definivamente il retaggio negativo del passato». Roma e Tripoli volevano far coincidere l'accordo di ieri con la «pace sul passato» ma proprio questo «linkage» aveva causato ripetuti slittamenti. Si è così deciso di separare i due percorsi, dando luce verde all'intesa politica per creare un'atmosfera «più distesa» per affrontare poi entro la fine dell'anno - i nodi del giudizio storico sull'occupazione e del contenzioso sulle riparazioni ai libici. Questione complessa anche perché - secondo fonti diplomatiche - Tripoli vorrebbe includere una clausola contro «ogni futura minaccia alla Libia dal territorio italiano» che implicherebbe un non facile impegno formale di Roma anche per conto deUe basi Usa e Nato. «E' un momento di importanza decisiva per il rilancio dei nostri rapporti dopo tanti anni», ha commentato l'inviato di Gheddafi prima di ripartire. «Abbia¬ mo superato una tappa - aggiunge il sottosegretario agli Esteri per l'Africa, Rino Serri - ed ora lavoriamo per approfondire gli altri temi rimasti aperti, con l'intenzione di aiutare la Libia ad entrare a far parte del dialogo euro-mediterraneo». Anche i rimpatriati italiani dalla Libia plaudono e sperano che l'intesa permetta «di riparare i torti che abbiamo subito». Maurizio Molinari Collaboratone su terrorismo e diritti umani «rispettando le risoluzioni Onu» Il ministro degli Esteri Dini con il collega libico al-Muntasser