«Un'inchiesta parlamentare per dimostrare che amici dei ladri non erano solo De e Psi»
«Un'inchiesta parlamentare per dimostrare che amici dei ladri non erano solo De e Psi» Il presidente del Comitato per i servizi spiega la proposta di legge avanzata dal Cavaliere «Un'inchiesta parlamentare per dimostrare che amici dei ladri non erano solo De e Psi» l/ON. FRATTO NB DI FORZA ITALIA ROMA OMANI approderà nell'aula di Montecitorio la proposta di legge per l'istituzione di una commissione d'inchiesta su Tangentopoli promossa da Silvio Berlusconi. Il Cavaliere ne ha parlato anche ieri lasciando intravedere qual è uno dei bersagli di questa operazione: la Quercia. «Un partito - ha detto il leader di Forza Italia - che riceveva finanziamenti da un Paese certo non amico e che controlla le cooperative rosse». A spiegare il senso di questa iniziativa è l'autore di quella proposta di legge, Franco Frattini, deputato di Fi e presidente del comitato per i servizi. Onorevole Frattini, ma come nasce questa idea di istituire una commissione su Tangentopoli? «In politica non c'è niente di nuovo. Noi abbiamo ripreso una proposta avanzata nel '93 da vari parlamentari di sinistra, tra i quali Alfonso Pecoraro Scanio e Francesco Rutelli. Vi avevano aderito anche alcuni pidiessini, non ricordo se vi fosse pure Fabio Mussi. Quella proposta fu appro- vata da un ramo del Parlamento, poi con le elezioni, non se ne fece più niente. Adesso io l'ho ripresa. Non voglio dire che è una fotocopia, perché questo svilirebbe il mio lavoro, ma l'articolo uno di entrambe le proposte è identico». Lei così ha spiegato l'origine dell'iniziativa, ma non la motivazione politica... «Vede, io sono convinto che nell'epoca della consociazione tra De e Pei, siccome l'ingresso al governo era precluso alla sinistra, essa veniva invece ammessa al tavolo della spartizione. Questo è un dato storico, e la commissione servirebbe a fare chiarezza su un aspetto del genere, come su altri: ad esempio quelli che riguardano i filoni di indagine lasciati cadere da alcuni magistrati». Ma cos'è, la solita storia delle procure che riservano un trattamento di favore alla sinistra? «Certe cose non le dico io. Francesco Misiani, un magistrato di sinistra, ha scritto un libro in cui ammette di aver rallentato, in qualche caso, alcuni processi che interessavano gli ambienti di sinistra, quelli a cui faceva riferimento la sua corrente, Magistratura democratica». Il sospetto avanzato da alcu¬ ni è che questa iniziativa serva a colpire Botteghe Oscure e i magistrati. «Non è assolutamente così. Noi voghamo fare una rilettura storica di un fenomeno perché riteniamo che la gente debba sapere che non è vero che c'erano solo due partiti amici dei ladri - Psi e De - e gh altri erano buoni. La verità è che ci sono stati alcuni fenomeni di corruzione e che a un certo tipo di sistema hanno partecipato tutti». I Ds vi accusano di voler rifare i processi, con questa commissione. «Nemmeno per sogno. Noi voghamo capire il fenomeno di Tangentopoli, sapere se i filoni d'indagine sono stati sviluppati con serenità, se è proprio vero che c'è l'obbligatorietà dell'azione penale o se piuttosto vale la regola della discrezionalità del magistrato... Per esempio, sarebbe interessante ascoltare Di Pietro che davanti alla Commissione dovrebbe dire la verità come bisogna dirla davanti ai giudici». Voi chiedete la commissione ma la vostra richiesta verrà bocciata perché la maggioranza è contraria. «Innanzitutto io non darei nulla per scontato. I socialisti di Boselli, per esempio, hanno presentato una proposta che è molto simile alla nostra. Comunque la sinistra commetterà un grande errore affossando questa proposta, perché darà l'impressione di avere qualcosa da nascondere...... Non sono solo i Ds a osteggiare la vostra proposta, anche il Ppi non è d'accordo. «Lo so e mi chiedo come facciano gli eredi dei democristiani a dire che non vogliono sapere la verità. Hanno avuto dei casi tremendi. Bruno Tabacci, che ha avuto una carriera politica stroncata e poi è stato assolto, Giovanni Goria, che è morto e dopo è stato assolto... E i popolari non vogliono uno strumento che possa ridare loro l'onore: è incredibile. Insomma, io non so come Ciriaco De Mita, che ha subito sulla sua pelle accuse senza riscontro possa dire di no ad una commissione d'inchiesta su Tangentopoli». Maria Teresa Meli «Voglio vedere come farà De Mita a dire "no" all'approvazione Anche il Ps di Boselli la pensa come noi» «Sarebbe interessante ascoltare anche l'ex pm Di Pietro; dovrebbe spiegare come bisogna dire la "verità" davanti ai giudici» L'on. Franco Frattini, Forza Italia
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