Ps, alle Europee il leader sarà Bettino di Maria Grazia Bruzzone

Ps, alle Europee il leader sarà Bettino All'Ergife il secondo congresso dei socialisti di De Michelis. Tessera n. 1 all'ex segretario Ps, alle Europee il leader sarà Bettino ROMA. Alla line della mattinata, nella hall dell'Hotel Ergife dove è terminata la prima parte del secondo congresso del partito socialista, Gianni De Michelis appare più che soddisfatto. «Siamo riusciti a far venire sia Cossiga che Berlusconi, sono sei mesi che ci lavoriamo - racconta compiaciuto ai giornalisti -. Probabilmente anche l'Udr aderirà, come noi, alla Federazione di centro promossa da FI, idem il Pri di La Malfa. Abbiamo fatto un ragionamento sulla crisi della politica italiana e, soprattutto, abbiamo posto nel modo giusto la questione socialista. D'Alema ha voluto che il 1° febbraio prossimo il congresso del partito socialista europeo si faccia a Milano? Bene, noi non solo chiediamo di aderire e raccoglieremo 150.000 firme, ma candidiamo Bettino Craxi alle elezioni europee che saranno la prima nostra grande prova, e vogliamo un "Comitato di saggi" per giudicare le nostre richieste. Se non verranno accolte, a Milano ci saranno 10 mila socialisti a protestare. E in ogni caso la questione di Craxi e del proceso al socialismo italiano verrà posta davanti all'Europa». Bettino Craxi, tessera n. 1 del Ps, non è presente fisicamente sul palco dove, accanto a De Michelis, campeggiano Margherita Boniver e Bobo Craxi, attorniati da Fabrizio Cicchitto, Giulio De Donato, Giusy La Ganga e dal neoiscritto Alessandro Meluzzi, già FI. Ma l'esule di Hammamet è il protagonista virtuale del congresso. Evocato e difeso dai big, applaudito e gridato dal fitto anonimo pubblico dai capelli grigi, ben poco simile ai rutilanti parterre di «nani e ballerine» d'altri tempi. Craxi persona e Craxi simbolo di un passato che né il Ps né Cossiga ma neppure Berlusconi vogliono cancellare, Craxi vittima di quella Tangentopoli sulla quale il leader del Polo oggi chiede a gran voce che si faccia luce attraverso una commissione bicamerale d'inchiesta. Una richiesta della quale la Camera comincerà a discutere domani, e alla quale il capo dell'Udr dedica buona parte del suo intervento. «Bisogna difendere insieme la storia degli ultimi cinquant'anni, che democristiani, socialisti e repubblicani possono rivendicare con orgoglio, e dobbiamo ristabilire e difendere la verità su quanto è accaduto negli ultimi dieci anni: è questo il filo rosso che può unire l'Udr ai socialisti, un filo che ci porta ad affrontare le due grandi questioni della giustizia e della legalità», dice un Cossiga in maniche di camicia, che ha subito strappato un grande applauso rivolgendosi al congresso con un «cari compagni e care compagne». Cossiga rivendica il fatto di essere stato il primo a presentare una proposta di legge su Tangen¬ topoli e difende Craxi: «Le vicende giudiziarie sono dipese da vicende interne e internazionali insiste -. La storia falsa e incompleta degli ultimi dieci anni deve essere rivista a cominciare da Bettino Craxi, che è stato mio collaboratore politico: quali che siano le sue responsabilità, bisogna riconoscere che quest'uomo ha lavorato con dedizione per la salute e il prestigio del Paese». Nuova ovazione. «Con Craxi siamo stati amici, mi ha concesso l'onore di essere testimone di matrimonio e padrino dei miei figli», gli fa eco Silvio Berlusconi, che tocca temi analoghi, con toni più accorati e duri. «Non possiamo accettare che da tutta la vicenda non emerga il marcio», dice a proposito di Tangentopoli, contestando il sistema di finanziamento del Pci-Pds, definito «Ir cupa macchina da guerra» e strappa applausi alla platea dando addosso ai Ds «comunisti di sempre», e promettendo «un'opposizione decisa, dura e intransigente al governo Prodi». («Era ora», gli risponde una voce dal fondo). Bobo Craxi ringrazia pubblicamente Berlusconi e Cossiga: «Un'amicizia antica che viene resa pubblica, si rinsalda». Ma i socialisti restano divisi. A De Michelis che propone di andare oltre la fallimentare esperienza del maggioritario e del bipolarismo, che si sta già sgretolando, e ricostituire «un vero centro-sinistra», Enrico Bosetti • dello Sdi replica che «in nessun Paese europeo i socialisti sono alleati con la destra». Di più. «Non vedo come De Michelis possa collocarsi a fianco di FI ora che vuole rimettere in discussione proprio la laicità dello Stato», aggiunge. Mentre Ugo Intini ricorda che «i giornali di Berlusconi dettero appoggio pieno a Mani Pulite, Berlusconi offrì a Di Pietro di diventare ministro dell'Interno, la Lega alzò la forca in Parlamento: la memoria - conclude - non può essere a senso unico». Maria Grazia Bruzzone Anche Berlusconi e Cossiga lo riabilitano «Difendiamogli ultimi cinquantanni» Da sinistra: l'ex leader socialista Bettino Craxi, Cossiga e Berlusconi

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