Il fuoco semina la morte in Calabria

Il fuoco semina la morte in Calabria Da Catanzaro a Reggio, è allarme: case distrutte, migliaia di animali bruciati, decine di intossicati Il fuoco semina la morte in Calabria Catena di incendi, una donna è arsa viva in casa CATANZARO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Si chiamava Maria Fazzalari, aveva 71 anni. E' morta nel sonno, avvolta dalle fiamme che avevano circondato la sua casa, alla periferia di Roccella «Tonica. Il marito, Antonio Pugliese, di 68 anni, ha cercato di portarla via, invano. E' rimasto ustionato, e adesso rischia di perdere un braccio. E' questa l'immagine simbolo di quello che si è scatenato in Calabria negli ultimi tre giorni. Tre giorni di fuoco, di incendi divampati un po' dappertutto, spinti da un vento africano fino alle prime case di molti Comuni, soprattutto lungo la costa ionica, nelle province di Reggio Calabria e Catanzaro. Due morti (il giorno prima era toccato ad un pensionato, sempre nella Locride), decine di soccorritori intossicati (anche tra i vigili del fuoco), centinaia e centinaia di ettari di bosco e colture andati in fumo, una cinquantina di case distrutte, forse più. I bilanci sono ancora provvisori. Maria Fazzalari è stata sorpresa dalle fiamme nel soimo. All'improvviso, nella sua casa di contrada Montone. Tutto quello che è successo in Calabria, d'altra parte, è come se si fosse scatenato ieri, all'improvviso, mentre invece i boschi ardevano già da due giorni, attendendo l'arrivo dei Canadair della Protezione civile. I primi velivoli hanno iniziato a scaricare acqua sulle fiamme nel pomeriggio tardo di venerdì. Ma per vastissime aree era già troppo tardi. Domani la giunta regionale - che è dimissionaria - si riunirà d'urgenza per valutare la situazione. Il presidente, Giuseppe Nisticò, ha già annunciato che proporrà all'esecutivo di chiedere al governo il riconoscimento dello stato di calamità naturale. E al Consiglio regionale, che si riunirà martedì, Nisticò solleciterà un provvedimento straordinario per andare incontro alla drammatica situazione di difficoltà in cui si sono venuti a trovare i proprietari delle abitazioni distrutte dal fuoco e delle coltivazioni andate in fumo. Provvedimenti speciali per una situazione che è precipitata «lentamente». Con squadre dei vigili del fuoco costrette ad assistere inermi alla improbabile fuga di ani¬ mali avvolti dalle fiamme, in cerca di scampo. Le priorità, naturalmente, riguardavano la salvaguardia delle persone. Poi si sarebbe pensato ad animali e beni. E in molti Comuni della Locride e del Catanzarese gli incendi si sono avvicinati fino a pochi metri dalle abitazioni. Fascia ionica, ma non solo. Decine di incendi, più o meno vasti, hanno martoriato pezzi delle province di Reggio Calabria, Vico Valentia e Cosenza, sulla costa tirrenica. Con 40 gradi e passa di temperatura e soprattutto per il forte vento, controllare i focolai (moltissimi dei quali, giurano gli esperti, come al solito di natura dolosa) è stato maledettamente più difficile. Praticamente tutti i vigili del fuoco liberi sono stati richiamati in servizio, e impiegati in turni non-stop fino al limite dell'immaginabile. Gioiosa Jonica, Roccella, Martone, Riace, Camini, Guardavalle, Santa Caterina, Badolato, Isca, Sant'Andrea, San Sostene, Soveria Simeri... fare l'elenco dei Comuni più colpiti è come scorrere i nomi di tutti i paesi che s'incontrano sulla costa ionica, partendo dalla parte più bassa e via via risalendo. Partendo dalla Locride, per esempio, dove, anche per gli incendi, la colonnina di mercurio è arrivata l'altro ieri a sfiorare i 50 gradi. Con l'aria resa irrespirabile dal fumo e tut¬ ti gli interventi delle ambulanze del 118 che si riesce ad immaginare. Perfino i curdi sbarcati nei giorni scorsi nello Ionio regginose la sono vista brutta: i fronti di un incendio avevano quasi circondato la «Casa del pellegrino», a Riace, la struttura della diocesi di Locri nella quale sono ospitati. Dopo poche ore, a fiamme domate, i clandestini sono potuti rientrare. Danni ingenti, dunque, all'agricoltura, al patrimonio boschivo, al bestiame. Ma ci sono soprattutto i due morti a dare il senso dell'inferno che si è scatenato in Calabria. Ieri sera, dopo l'ennesima giornata di interventi, con i vigili del fuoco ormai allo stremo, la situazione pareva nettamente migliorata. Ma il vento e qualche focolaio ancora vivo, soprattutto sulle cime più alte, lontano dai centri abitati della costa ionica, suggeriscono prudenza. Rocco Vaienti La Regione chiede provvedimenti speciali E nella Locride il fuoco ha fatto salire la temperatura fino a quasi cinquanta gradi LA CALABRIA IN FIAMME oCEIRARO * LE VITTIME 2 CASE EVACUATE UN CENTINAIO CASE DISTRUTTE 50 CAPI DI BESTIAME UCCISI 5000 , REGGIO CALABRIA CATANZARO BRI ATÌCO S. SOSTEHJ • , •• • • PIOO tSOt • • BADOI . I80PEA J0NIO •S.CATHftAJONIO • MlinO •«WMMVM1E S|. o •CAMINI MICOHSA STIGNARO • O AIACE MARTONE • • CAUIflNIA • ROCCEUAJONI S GIOIOSA JONICA