Ospedale in allarme per un padre

Ospedale in allarme per un padre Timori d'eutanasia Ospedale in allarme per un padre MILANO. Temeva che il palloncino collegato alla cannula che aiutava a respirare meglio il figlio di 26 anni (in coma vigile da sei mesi) potesse creare problemi. Così, al culmine dell'esasperazione lo ha sgonfiato, bucandolo con una siringa. L'episodio è avvenuto ieri sera alla sezione «Vassalli» del Pio Albergo Trivulzio di Milano. I carabinieri hanno già avviato le indagini per stabilire se l'azione del genitore possa aver provocato danni alla salute del ragazzo. Il giovane, Luca, 26 anni, si trova ricoverato nell'istituto dal febbraio scorso in seguito ad un incidente stradale che gli ha provocato un trauma cranico con uno stato di coma vigile. Secondo una prima ricostruzione dei militari, Guido, il padre, avrebbe chiesto ad un inserviente di sgonfiare il palloncino collegato alla cannula. Perché, secondo lui, avrebbe potuto creare dei problemi al figlio. Al rifiuto dell'inserviente l'uomo ha estratto una siringa e ha bucato il palloncino sgonfiandolo. L'inserviente ha subito avvertito il medico di servizio, che ha chiesto l'intervento dei carabinieri. Anche ai militari il genitore ha ripetuto il racconto e ha consegnato la siringa usata per bucare il palloncino. Secondo il parere dei medici il fatto che il palloncino, in termini tecnici «cuffia», sia sgonfio o gonfio non influisce assolutamente sulle condizioni del paziente e tanto meno ne può provocare la morte. La cannula tracheostomica serve per far respirare meglio il paziente e si usa nei casi di malati critici o cronici. In questo caso si sarebbe trattato di un malato cronico al quale è stata applicata la cannula per una funzione di drenaggio delle vie aeree. La cannula è una sorta di tubo a «L» che viene introdotto nella trachea, all'estremità del quale è avvolto il palloncino che serve appunto per tenere pulite le vie respiratorie. [Ansa]

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