La Cnn licenzia i falsari dello scoop di Franco Pantarelli

La Cnn licenzia i falsari dello scoop Bufera sul giornalismo americano, anche Time ha pubblicato la notizia smentita La Cnn licenzia i falsari dello scoop Una lettera di biasimo al mitico Peter Arnett per le «rivelazioni» sul gas nervino usato in Laos NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Prima la smentita e le scuse, poi i licenziamenti, le dimissioni e una lettera di biasimo a uno dei più noti giornalisti americani: quel Peter Arnett che durante la Guerra del Golfo fu l'unico a raccontare che cosa succedeva a Baghdad. Non si placa negli Stati Uniti il furore per lo «scoop» realizzato dalla Cnn e dalla rivista Time, che da qualche tempo appartengono allo stesso padrone, poi rivelatosi falso, o comunque impossibile da provare. La notizia, sparata il 7 giugno, era che negli Anni Settanta le forze armate americane in Vietnam avevano gettato gas nervino in una zona del Laos dove molti soldati americani si erano rifugiati per farla finita con la «sporca guerra». In pratica l'operazione, chiamata «Tailwind», vento di coda, era consistita in una sorta di esecuzione della condanna a morte decretata contro i disertori. Una cosa gravissima che aveva fatto molto scalpore e che la Cnn e Time avevano ampiamente pubblicizzato prima di mandarla in onda e di stamparla. Ma quella notizia non ha retto alla prova di un esame che la stessa Cnn ha voluto. Non ha «sufficiente sostanza», hanno concluso gli esaminatori «indipendenti», guidati dal costituzionalista Floyd Abrams. Così il capo della sezione informazioni del network, Tom Johnson, è uscito sugli schermi a confessare e a chiedere scusa. Ma il giorno dopo, si diceva, ecco la mannaia contro i responsabili della «leggerezza». Per Peter Arnett (per cui il «Washington Times» chiede le dimissioni), la lettera di biasimo ricevuta inciderà duramente sulla sua reputazione di vincito¬ re di un premio Pulitzer e di cronista d'assalto; ma per gli altri questa storia rischia di incidere, diciamo così, sulla pagnotta. La «producer» del programma, Pamela Hill, si è dimessa dall'incarico; due altri producer, Aprii Oliver e Jack Smith, visto che hanno rifiutato di dimettersi sono stati licenziati. E quanto a Time, non è ancora chiaro cosa succederà ma la sua colpa è per così dire minore, nel senso che si è limitato a «fidarsi» di Peter Arnett e di Aprii Oliver, pubblicando il loro articolo senza «scrutinarlo». Le scuse della Cnn sono rivolte, oltre che agli ascoltatori, anche alla rivista. Il colpo maggiore, comunque, è stato inferto al tanto celebrato giornalismo americano, da tutti portato ad esempio per la sua accuratezza e sempre molto attento a distinguersi dal suo «fratello scemo», quello dei tabloid - i quali, ieri, si sono presi la loro rivincita sghignazzando su quei loro colleghi «dalla puzza sotto il naso» - anche perché questa storia è esplosa nel pieno di un periodo nero. Nelle ultime settimane il «Boston Globe», che fa parte della catena del «New York Times», ha licenziato una sua nota «columnist» dopo avere scoperto che aveva citato personaggi inesistenti; la rivista «New Republic» ha cacciato un suo inviato per la stessa ragione e proprio l'altro giorno il «Cincinnati Enquirer» ha pagato una somma record, 10 milioni di dollari, alla compagnia che distribuisce la banana Chiquita come risarcimento delle accuse pubblicate contro di essa e poi risultate non provabili. Anche in quel caso, naturalmente, il giornalista responsabile è stato licenziato. Franco Pantarelli \ Una troupe della Cnn in azione Il falso scoop del gas nervino ha costretto la tv di Ted Turner a chiedere scusa al pubblico

Persone citate: Floyd Abrams, Jack Smith, Pamela Hill, Peter Arnett, Pulitzer, Ted Turner, Tom Johnson

Luoghi citati: Baghdad, Laos, Stati Uniti, Vietnam