Nesis fermare la destra di Antonella Rampino

Nesis fermare la destra Nesis fermare la destra «Per questo ora mi sento più vicino a Cossutta» ROMA. Onorevole Nesi, l'Italia ha perso ai rigori. Finirà così anche la verifica di governo, visto che Bertinotti alza gli scudi, mentre D'Alema getta acqua sul fuoco? «La verifica deve essere una cosa seria, e anche un po' dettagliata, se si vuole che essa sia la base di un accordo duraturo. Rifondazione ha preparato un documento, e per me è stato un piacere di sentire che i nostri interlocutori lo giudicano serio. Naturalmente, occorre discuterne, ragionare insieme». Lei conosce bene, da anni, Carlo Azeglio Ciampi: il Tesoro ritiene i piani economici di Rifondazione compatibili con il risanamento del Paese? «Intanto dobbiamo dire che l'Italia ha fatto uno sforzo grandissimo per andare in Europa, condotta da un uomo, Ciampi, che ha avuto il coraggio di imporre sacrifici grandi. In 5 anni il popolo italiano tra minori entrate e tagli ha dato all'Italia 500 mila miliardi, di cui 130 mila a quest'ultimo governo. Adesso dobbiamo avere la forza di darci un altro obiettivo, con altrettanta forza: l'occupazione. Le compatibilità si debbono trovare». Ciampi non sembra d'accordo. «E' vero: questo obiettivo è da lui meno sentito. Ma sa benissimo che l'Italia è un Paese forte finanziariamente. Molto forte: perché la somma algebrica dei nostri crediti e dei nostri debiti con l'estero ha un saldo positivo. Dunque, possiamo farcela. Anche facendo nuovi sacrifici, dobbiamo risanare il Mezzogiorno, e quella parte d'Italia, Torino, il Piemonte, la Liguria, che ha problemi simili». Dipende tutto dalla verifica? «Se non si conclude positivamente, si va alle elezioni. E se qualcuno dice il contrario, a mio parere sbaglia di grosso». Questo lo ha detto D'Alema e lo ha sostenuto Bertinotti. La verifica potrebbe avere tempi così lunghi da arrivare alla Finanziaria, cioè al semestre bianco, e all'impossibilità di indire elezioni... «Questo mi sembrerebbe un modo per vivacchiare. Io resto convinto che l'unica realtà sia che la verifica vada in porto, o che il popolo italiano a metà ottobre vada a votare». Bertinotti ha sostenuto più volte il contrario. «Se il segretario del mio partito ha detto questo, naturalmente avrà avuto l'autorizzazione del comitato centrale». Il quale è convocato per oggi e domani. Anche lì: era previsto un grande scontro tra Bertinotti e Cossutta... «In queste ore si sta cercando la via per una mozione unitaria. Perché la l'orza di Rifondazione sta in Bertinotti e Cossutta, e in nessuno dei due senza l'altro. Poi, come lei sa, dopo questo Comitato politico nazionale, ce ne sarà un altro, subito dopo la verifica con il governo». Ma, nonostante quello che lei dice, in queste ore si sta facendo la conta tra cossuttiani e bertinottiani. E lei è ascritto tra questi ultimi. «Io conosco Fausto Bertinotti tra trent'anni, non so se di me si possa dire che sono un "cossuttiano", però certo in questi ultimi tempi mi sono sentito più vicino a Cossutta. Forse anche per ragioni generazionali, Bertinotti non sente come un pericolo la destra montante in Italia e in Europa. Lui è convinto che si possa andare alle elezioni, mandare Rifondazione all'opposizione. Ma la destra che sta emergendo non è la stessa di ottobre: è una destra forte, europea, che fa capo a Kohl, che ha in un ex presidente della Repubblica il suo riferimento italiano, inoltre schiera la Banca d'Italia e il più importante quotidiano italiano, con Cesare Romiti. No, al di là di tutto, il nostro dovere è impedire che la destra prenda il potere». Antonella Rampino