Fassino si laurea a Torino con «135 giorni alla Fiat»

Fassino si laurea a Torino con «135 giorni alla Fiat» Tesi autocritica e «sofferta testimonianza» del sottosegretario Fassino si laurea a Torino con «135 giorni alla Fiat» TORINO. Quello che era stato il motivo di mi profondo tormento è diventato la tesi di laurea, «35 giorni alla Fiat». Per il sottosegretario agli Esteri, Piero Fassino, 49 anni (il prossimo ottobre), il Dottorato in Scienze Politiche è arrivato ieri: 110 e lode a Palazzo Nuovo, sede delle prime infuocate assemblee, in pieno Sessantotto. Un lungo percorso da studente, sempre interrotto, o affiancato, da un'esperienza politica: nella Fgci, nel partito (è stato segretario provinciale), in Consiglio comunale a Torino (ai tempi di Novelli, dello scandalo Zampini), nella direzione nazionale del Pei, poi del Pds, e con il governo Prodi a fianco del ministro Dini. Fassino ha preparato la tesi su «35 giorni alla Fiat: immagine e realtà». Relatore Carlo Marietti e correlatori Sergio Pistone e Luigi Bonanate. Fassino esamina un momento chiave del movimento operaio e della sinistra in Italia, vissuto «come una sconfitta da quelle migliaia di militanti e dirigenti sindacali che nei 35 giorni avevano condotto una lotta giusta e sacrosanta contro i licenziamenti, ma che non seppero cambiare forme di lotta e obiettivi quando la Fiat ritirò i licenziamenti e passò alla cassa integrazione». Nel suo lavoro ha ricordato Enrico Berlinguer, l'allora segretario nazionale del partito comunista: «Arrivò a Torino durante la prima fase della mobilitazione. Non aveva intenzione di sollecitare l'occupazione tuttavia usò una formula ambigua quando assicurò la solidarietà del Pei se i sindacati avessero deciso l'occupazione». Ir. e] Piero Fassino sottosegretario agli Esteri

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