Violante: i pm non si toccano

Violante: i pm non si toccano Grande Stevens: la verità è che non si possono inseguire tutti i reati Violante: i pm non si toccano «Ma il cittadino deve essere garantito» TORINO. «Violante ha detto che l'azione penale obbligatoria è un'ipocrisia, perché di fatto è discrezionale. Volete forse che i pm ammettano di essere ipocriti?». Franzo Grande Stevens, uno dei più noti avvocati italiani, conmenta così le polemiche suscitate dalla sortita del presidente della Camera. Si è al convegno nazionale dell'avvocatura su «principi e regole comuni» della professione forense in Europa. Nella grande sala sta intervenendo Luciano Violante, e sullo stesso argomento. Un discorso per precisare il suo «pensiero che qualcuno può aver inteso male». E chiarire che l'indipendenza della magistratura non si tocca. Un solo riferimento al molo che potrebbe giocare il potere politico. Questo: «I criteri dell'obbligo devono essere conosciuti in precedenza e, se è il caso, discussi anche nelle sedi parlamentari, che rappresentano l'intero Paese, senza dar luogo ad alcun vincolo per le priorità delle scelte del magistrato o per la stessa azione penale». E allora? «L'obbligo costituzionale dell'azione penale è fuori di¬ scussione, così come l'indipendenza della magistratura. Da tempo voi avvocati denunciate che, a fronte di tale obbligo, si realizza una sostanziale discrezionalità dell'azione penale da parte dei pubblici ministeri. Nell'attuale situazione non si riescono a celebrare tutti i processi. Anche dopo la depenalizzazione di reati minori si continuerà a porre il problema di scegliere quali affari penali dovranno essere trattati prioritariamente. Ciò che non va è l'assoluta arbitrarietà che oggi scandisce tali scelte». Questa è ancora la cornice. Violante vi inserisce questo ragionamento: «Il tema va posto a tutela delle garanzie per il cittadino: che sia imputato o vittima, ha il diritto di sapere perché il suo caso ha la precedenza o resta da parte». Aggiunge: «Stabilire dei criteri e pubblicizzarli diventerà una garanzia anche per i magistrati». I criteri, appunto. «Non siamo all'amio zero - distingue Violante - In passato li stabilì per il suo ufficio un procuratore toiinese, senza per questo compiere una scelta sovversiva. Nessuno si oppose parlando di violazione di sacri principi». Il presidente della Camera si riferisce a Vladimiro Zagrebelsky che Flick ha chiamato nei mesi scorsi al ministero per dirigere l'organizzazione giudiziaria. E poi c'è l'aggancio al nuovo ordinamento del giudice unico di primo grado. Ricorda Violante: «Prevede che gli uffici comunichino tempestivamente al Csm i criteri di priorità ai quali si atterranno per la trattazione dei procedimenti e per la fissazione delle udienze. Per ora si tratta di una norma transitoria. Ma, dopo averne verificato l'attuazione, sarà opportuno inserirla, con le eventuali opportune correzioni, nel- l'ordinamento giudiziario, trattandosi di principio organizzativo. D'altra parte, la stessa sezione disciplinare del Csm si è espressa a favore del potere dei capi degli uffici di enucleare criteri di priorità non solo nella fase delle indagini preliminari ma anche in quella del giudizio». L'avvocato Grande Stevens plaude: «Violante ha avuto il coraggio di dire la verità. Non si possono più inseguire tutti i reati. Bisogna scegliere in base al peso sociale che questi hanno nelle diverse realtà del Paese. Il Parlamento indichi i criteri generali e lasci libera la magistratura di fissare le priorità in base all'emergenza penale e ai mezzi a disposizione», [al. ga.] «Regole più chiare sui criteri di priorità nella scelta dei processi» Luciano Violante

Persone citate: Flick, Franzo, Grande Stevens, Luciano Violante, Vladimiro Zagrebelsky

Luoghi citati: Europa, Torino