«Pentiti manovrati dai giudici» di Maria Grazia Bruzzone

«Pentiti manovrati dai giudici» «Se non passa la commissione su Tangentopoli significa che l'intera maggioranza è ricattata dal pool» «Pentiti manovrati dai giudici» Berlusconi: convinti ad accusarmi ROMA. L'affondo di Silvio Berlusconi arriva dopo un po' : «Se la maggioranza non dovesse concedere la commissione su Tangentopoli, sarebbe la prova provata che sono tutti sotto ricatto. Che le procure, come ha affermato il pm Colombo, non io, li tengono in mano, che non sono soltanto i beneficiari dell'azione delle procure, non sono solo complici o mandanti, ma sono tenuti in scacco». A tre giorni dal dibattito nell'aula di Montecitorio della proposta di Forza Italia di istituire una commissione bicamerale di inchiesta su Tangentopoli, e dopo la polemica coi giudici di Palermo che hanno ordinato l'ultima perquisizione negli uffici Fininvest in relazione al processo Dell'Utri, il leader del Polo ha convocato una conferenza stampa. E, attorniato dall'intero stato maggiore di Fi, sferra il suo attacco. A tutto campo e in un crescendo di toni. Spiegando poi chiaro e tondo che Forza Italia subordina la ripresa del dialogo con la maggioranza all'istituzione della commissione. L'inizio è quasi ironico. Berlusconi «recita» con tono semiserio le dichiarazioni della presidente dell'Anni Elena Paciotti, la «dama rossa della magistratura», che aveva esortato i magistrati di Palermo a «resistere», condannando il fatto che per ogni atto giudiziario si sollevi una questione politica. «Quando siamo in piena comica bisogna dirlo», ironizza. Poi riassume l'ultima vicenda, la richiesta dei documenti relativi a 15 anni di attività della Fininvest, dal 1978 al 1993. «La 363esima perquisizione che abbiamo dovuto subire da quando siamo scesi in campo», precisa il Cavaliere. «Anche in questo caso abbiamo dato il via libera alla visione dei documenti, ma ci siamo opposti a che asportassero gli originali». E qui Berlusconi scaglia la sua accusa, gettando un pesante sospetto sull'uso dei pentiti. «I miei avvocati non si fidano più dei metodi di certe Procure. Ci dicono - e può anche darsi che non sia vero - che ci sono state pressioni di certi magistrati sui pentiti, al fine di invitarli a dire cose contro Silvio Berlusconi. E allora viene il dubbio che qualcuno, portato a conoscenza di un singolo atto, si determini ad evocarlo, con la certezza che poi se ne trova il riscontro nella contabilità delle aziende». Per questo Berlusconi chiede che i magistrati chiedano l'autorizzazione al Parlamento, «secondo le prerogative di ogni parlamentare»: «lo sarò assolutamente favorevole. Però voglio che sia chiaro ciò che la Procura ha in mano, affinché non ci siano sorprese». Una battuta sulle accuse di aver riciclato i denari della mafia («Parlare di mafia e della Luna è la stessa cosa, anzi, almeno la Luna la puoi vedere»), un cenno all'intervista del pm Davigo al quotidiano America Oggi, oggetto di una mozione degli eurodeputati di Fi, e il leader del Polo arriva al cuore della sua richiesta. «Vogliamo aprire uno squarcio nel marcio che c'è e che ormai non si può più sopportare», dice, riferendosi a Tangentopoli. «Noi chiediamo solo che sia fatta piena luce, che si tirino fuori i casi. Che paura c'è della luce? O hanno paura perché sono sotto ricatto? Non crediamo di poter essere interlocutori di questa maggioranza, se non ci sarà data la possibilità di discutere in Parlamento se si è fatto ciò che si doveva in passato», aggiungerà poi fuori dalla conferenza stampa, rendendo esplicito il senso politico della richiesta. Se ne dibatterà in aula a partire da lunedì, ma il voto negativo, tra martedì e giovedì, pare quasi scontato dopo il no della commissione Affari Costituzionali. Col Polo ci sono solo i socialisti di Boselli «e forse anche qualcuno del Ppi», racconta l'azzurro Giorgio Rebuffa che, a conferma del suo scetticismo, aggiunge: «Il relatore Antonio Soda ha detto che i tempi non sono ancora maturi». Intanto il ministro della Giustizia Flick ha deciso di acquisire le carte sul caso dell'intervista di Davigo. Mentre da Palermo Domenico Gozzo, pm nel processo a Dell'Utri, replica alle insinuazioni di Berlusconi sui pentiti: «Sono affermazioni che si commentano da sole. Affermazioni assolutamente false, costruite a tavolino». «Ciò che ho affermato sui pentiti si fonda su fatti precisi e sarà dimostrato quanto prima, nella sede opportuna», è la controreplica di Berlusconi. Maria Grazia Bruzzone Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi «Su Tangentopoli noi chiediamo solo che sia fatta piena luce, che si tirino fuori i casi»

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