Il Policlinico nelle mani di un giudice di Francesco Grignetti
Il Policlinico nelle mani di un giudice Il mega i-ospedale di Roma posto sotto sequestro. Evitato però il rischio di uno sgombero Il Policlinico nelle mani di un giudice «Sporco e con strutture fatiscenti» ROMA. Con provvedimento a sorpresa, la magistratura romana ha posto sotto sequestro il Policlinico universitario Umberto I per «la diffusa inosservanza delle norme di sicurezza e di igiene e un generale degrado e fatiscenza delle strutture», come ha evidenziato l'inchiesta partita nell'aprile scorso, dopo che quattro pazienti persero la vista a un occhio per un'operazione di cataratta. Un ospedale-monstre, dove lavorano 1700 medici e 2000 infermieri, più altro personale. Dove ci sono letti per 2334 persone e 60 camere operatorie. E dove le strutture cadono a pezzi, le gerarchie sono tutte saltate, le competenze ingarbugliate, i soldi mai abbastanza, i primari perennemente in guerra. Gestire questa corazzata della salute (ma anche della didattica e della ricerca) piantata nel cuore di Roma è un lavoro improbo. Così si susseguivano negli ultimi tempi gli interventi del pretore e le ispezioni dei Nas. E' finita «che - dice il preside di Medicina, Luigi Frati abbiamo scelto: o metterci a fare la guerra contro la magistratura oppure concordare una soluzione che ci aiutasse a uscire in tempi brevi dall'emergenza. Meglio la seconda soluzione». Da oggi, Riccardo Fatarella, che prima era direttore generale, poi amministratore straordinario, diventa custode giudiziario del Policlinico: a lui tutte le responsabilità penali, ma anche tutti i poteri. Dovrà concordare le sue mosse solo con il magistrato. «Una cosa ci tengo a precisare. Nessuno sgombero di malati. Il mandato che ho ricevuto è ristrutturare senza far cessare l'assistenza», precisa Fatarella nel corso di un'affollata conferenza stampa, al fianco del rettore dell'università Giuseppe D'Ascenzo e del preside di Medicina, Frati. Parlano ai giornalisti, ma soprattutto al mondo dei poteri interni. Non è un caso che nel salone della conferenza stampa ci siano frotte di sindacalisti, di medici, di primari. Molti primari mugugnano. Battibeccano in pubblico. Frati, che è preside della facoltà da diversi anni, è costretto a dare sulla voce: «Interpellati sì, ma basta con i poteri di veto». Che cosa c'entri con i cornicioni e con l'impianto antincendio si capisce poco. Si intuisce che sotto ci sono storie di numeri, di padiglioni, di sale operatorie, di posti letto, di assistenti. Di potere. Fatarella, costretto a misurare le parole dopo che una sua frase infelice dice: «Qui dentro ci sono 7 mila persone che devono cambiare cultura e mentalità», e anche questa volta non si capisce che c'entri la manutenzione ordinaria e straordinaria che non si riesce a effettuare, conclude: «Rimetteremo mano ai percorsi sporco-pulito, che devono essere separati. Alle prese elettriche e ai cornicioni. All'impianto antincendio. Ma anche agli accessi. Il Policlinico non può continuare a essere un porto di mare, gli orari di visita saranno fatti rispettare, come anche i parcheggi». Quello che non potè in veste di amministratore straordinario evidentemente Fatarella spera di farlo da curatore giudiziario. Lo appoggia pienamente la Cgil, che plaude alla sua «assunzione di responsabilità che ha di fatto scongiurato lo sgombero dei padiglioni, evitando ricadute incal¬ colabili sui malati e sui loro familiari». E se per caso davvero si pensasse a un'evacuazione generale, l'immunologo Ferdinando Aiuti annuncia «barricate». Critico è invece il sindacato dei dirigenti medici Anaao-Assomed, che grida alle «misure tampone, che non risolvono i problemi. Non si comprende se l'obiettivo di un gesto così clamoroso è quello di finanziamenti speciali o per usare strutture alternative non programmate». L'intervento della magistratura, insomma, ha avuto l'effetto di un elettrochoc. E ora si guarda al programma degli interventi, ai soldi che la Regione Lazio ha stanziato o stanzierà, al piano promesso dal governo. Si allontana il groviglio di competenze tra Università La Sapienza, facoltà di Medicina, Demanio (proprietario degli edifici), Genio Civile (deputato ai lavori), Regione. Insiste Frati: «Abbiamo un'Authority unica. Non potrà più accadere che il genio civile costruisca una palazzina senza che nessuno venga informato. O che un padiglione sia sopraelevato autonomamente». L'onorevole Augusto Battaglia, Ds, dice: «E' paradossale lo sperpero di miliardi per ristrutturare ospedali fatiscenti e degradati che tali rimarranno, quando si potrebbe spendere di meno costruendo nuove struttu- Francesco Grignetti ili 0
Luoghi citati: Regione Lazio, Roma
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