SCHIACCIATI DALL'EVENTO di Massimo Gramellini

SCHIACCIATI DALL'EVENTO SCHIACCIATI DALL'EVENTO DOPO tre Mondiali di seguito persi ai rigori, smettiamo almeno di dire che sono una lotteria. Magari lo fossero, perché allora vinceremmo sempre noi, la nazionale del Gratta e Vinci e del Superenalotto. E smettiamola anche con la favoletta di De Gregori secondo cui non bisogna aver paura di sbagliare un calcio di rigore, «perché non è da questi particolari che si giudica un calciatore». E no, invece è proprio da questi che lo si giudica, come si giudica un tennista da come gioca il match-point e un cestista dall'ultimo tiro libero a tempo scaduto. Quella canzone con¬ solatoria è solo l'inno dello sconfittismo di sinistra: buonista, nostalgico e perdente. I rigori non sono «una lotteria» e tantomeno «un particolare». 1 rigori sono un'impresa epica e drammatica, adatta a nazioni leggere e sicure di sé: due qualità che purtroppo non sono presenti nei nostri cromosomi. In tre mondiali e otto anni esatti (tutto iniziò a Napoli, il 3 luglio 1990), siamo stati battuti ai rigori da argentini, brasiliani e francesi. Nessuna corazzata teutonica o anglosassone, come si vede. Brasiliani e argentini Massimo Gramellini CONTINUA A PAG. 10 TERZA COLONNA

Persone citate: De Gregori

Luoghi citati: Napoli