Palio, attesa record prima del dominio dell'Oca

Palio, attesa record prima del dominio dell'Oca Fischi della folla al mossiere debuttante. Per la contrada del tricolore una gara in testa fin dall'inizio Palio, attesa record prima del dominio dell'Oca Siena, la partenza preceduta da oltre 50 minuti di schermaglie SIENA DAL NOSTRO INVIATO L'oca, da dominatrice, da padrona, dopo una mossa durata 50 minuti, interminabile, dunque, e rischiosa. L'Oca dopo due anni, sempre con Luigi Bruschelli, «Trecciolino», che di palii ne aveva vinto uno solo, e proprio con il tricolore, il bianco il rosso e il verde. Ha vinto facendo scattare Vittorio, un purosangue di 11 anni, castrone, fin dal primo metro. Sempre in testa, sempre solo, col vento sul viso e gli occhi davanti, per scegliere la traiettoria migliore a San Martino e al Casato, che non sono curve: sono trappole. Il prologo si è giocato sul duello silenzioso fra Torre e Onda, che sono rivali ormai irriducibili. Salvatore Ladu, «Cianchino», con Votta Votta e il cremisi della Torre sulle spalle, è l'ultimo della serie, e chiude Giuseppe Pes, detto il Pesse, su Careca, che deve partire di rincorsa. Tocca al mossiere prendere la decisione, ma lui esita, appare incerto, sembra in balìa degli «assassini» come chiamano i fantini, per chissà quante ragioni. E Mario Turner, mossiere neofita, di preoccupazioni ne aveva anche troppe. Già alla vigilia aveva confessato: «Era meglio se non ci venivo. Io ho i miei tempi, a Milano le cose sono più tranquille». E poi altre preoccupazioni, lui il via non si sentiva di darlo, a cuor leggero, perché aveva dichiarato di non vedere gli ultimi cavalli e una fetta di pista. E così, avanti per tentativi, richiami, incertezze, con la gente che aveva capito e fischiava e implorava il via. Alla prima trifora del Palazzo Comunale spiccavano la testa corvina di Romano Prodi e quella candida di Lionel Jospin; in quella accanto, gli occhiali di Luigi Berlinguer, lui pure impegnato in un meeting italo-francese, ma non sulla politica, sulla cultura classica. Prodi sorrideva, lo ha fatto anche quando qualcuno dalla piazza ha fischiato. Una cosa breve, però, perché l'attenzione collettiva è subito tornata alla pista. Questa corsa di luglio è dedicata alla Madonna della Visitazione venerata nella chiesa di Santa Maria di Provenzano. C'è sempre una storia nei fatti del mondo. Raccontano che nel 1594, in quel rione noto per essere abitato da soldati e puttane, una donna assai malata si sia raccolta a lungo in preghiera davanti a un'immagine della Vergine, che era per strada. La sua guarigione fece gridare al miracolo, così, per proteggere l'immagine prodigiosa, in quella che oggi chiamano piazza Provenzano Salvani, contrada della Giraffa, in un solo anno venne costruita una chiesa. E questa è una versione, come dire?, pia. Poi c'è l'altra, quella che parla di un soldato spagnolo investito dallo scoppio del proprio archibugio mentre tentava di sparare all'immagine delia Madonna. In memoria, dell'immagine, non del mascalzone iberico, fu eretta la chiesa. Dove la contrada che vince corre con cavallo, fantino e palio per il te deum di ringraziamento. Lo scorso anno la Giraffa fece cappotto, vinse a luglio e rivinse ad agosto, e ancora ieri, sulla cupola, garriva lo stendardo biancorosso. Ma la sorte stavolta non sembrava esser stata benigna: Massimo Coghe, «Massimino», e Tuareg, un mezzosangue maschio di sei anni, non sembravano aver speranze. Come rassegnata appariva la Pantera, con Federico Corbini, «Pistillo», e Silver Sword, purosangue di quattro anni, ca¬ strone. «Un somaro, ecco che cosa ci ha dato la sorte», commentava con disappunto l'avvocato Raffaello Mori Pometti, per anni capitano di contrada, con due successi, e poi priore. «E' nervoso, scalcia: spero soltanto che non provochi guai». Perché il rischio di complicazioni era grosso con quattro favorite: Onda, Oca, Istrice e Torre, la «nonna», in astinenza dall'agosto 1961. Più sereno il sindaco Pierluigi Piccini, e non era poca cosa, considerato che da qualche tempo pare seduto su un vulcano, per uno scandalo nato dalla pubblicazione di una serie di elenchi di massoni presunti o doc. Aveva detto: «In un Palio così, ci può stare di tutto, nella mossa, con tre cavalli e tre fantini buoni. Ma poiché tutti puntano a vincere, penso che i rischi siano più contenuti. Certo, ci fosse stato equilibrio, il margine sarebbe aumentato». Ma poi era passato ai rovelli di giornata. «Vedrò i nostri ospiti, Romano Prodi e Lionel Jospin, alle 16,30: visita al museo per ammirare il Buongoverno e la Maestà, e poi il Palio. Che rimane il fatto principale del giorno». E sul tema mondial-calcistico Francia-Italia, a Parigi? Piccini aveva sorriso: «Dicono che non la faranno più, troppa fatica. La partita se la giocano Prodi e Jospin, a briscola». Ad agosto, aveva aggiunto, tornerà Tony Blair, primo ministro inglese. «Lo ha promesso». Intanto l'Oca è stata rapida alla partenza, un salto in avanti e non l'hanno più ripresa. Dietro si scannavano, alla curva del casato Giraffa e Selva son cadute nella trappola, disarcionati i fantini, grandi voli ma senza conseguenze. Solo il Bruco è apparso irriducibile. Ha ottenuto il secondo posto: il peggio di quanto offra il Palio. Vincenzo lessandoti Fra gli ospiti di Palazzo Comunale anche Prodi con Lionel Jospin Un'immagine del Palio di Siena disputato ieri sera. Il successo è andato alla contrada dell'Oca, che già si era imposta due anni fa

Luoghi citati: Milano, Parigi, Siena