Banche svizzere, sanzioni da New York e California di F. P.
Banche svizzere, sanzioni da New York e California ORO DELL'OLOCAUSTO Per i fondi ebraici, il governo Clinton contrario Banche svizzere, sanzioni da New York e California NEW YORK. Se entro il primo settembre la disputa sui beni delle vittime dell'Olocausto non si risolverà con un accordo, le banche svizzere che a suo tempo hanno trescato con i nazisti verranno boicottate dalle autorità di New York, da quelle della California e da tante altre istituzioni locali americane. Si comincerà con il proibire gli investimenti a breve termine attraverso le banche in questione; si procederà proibendo loro l'acquisto dei buoni statali e si finirà con il ritiro dalle loro casse dei fondi pensioni. Una specie di guerra finanziaria che molte autorità locali hanno deciso di lanciare, senza peraltro l'avallo dell'Amministrazione Clinton, che anzi si è detta contraria. La decisione è stata annunciata ieri dai responsabili finanziari del Comune e dello Stato di New York, che parlavano a nome di altre 800 istituzioni pubbliche già da tempo riunita in una sorta di consorzio. L'ultima loro decisio¬ ne, presa a marzo, era stata quella di «dare tempo» agli svizzeri di trattare con i rappresentanti delle vittime dell'Olocausto. Ora però quel tempo si è troppo prolungato. Le due banche prese di mira sono il Crédit Suisse e l'Ubs, colpevoli di avere tenuto segreti («dormienti») per 50 anni i depositi fatti dagli ebrei che poi finirono nei campi di sterminio. La reazione svizzera è stata vibrante: «Nessuna organizzazione nel mondo ha risposto rapidamente e costruttivamente come noi per risolvere i problemi derivati dall'era dell'Olocausto», dice un comunicato congiunto delle due banche, che minacciano anche di ritirare un'offerta di 600 milioni di dollari e di non trattare più con «chiunque partecipi al boicottaggio». Quanto al governo di Berna, ha detto che ciò «guasterebbe i rapporti fra Usa e Svizzera» e finirebbe certamente davanti alla World Trade Commission. [f. p.]
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