Ulster, la notte delle chiese in fiamme di Fabio Galvano

Ulster, la notte delle chiese in fiamme Alla vigilia dell'insediamento del primo «governo» dell'Irlanda del Nord (e della marcia protestante) Ulster, la notte delle chiese in fiamme Incendiati dieci santuari cattolici, accorre Blair LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dieci incendi dolosi, che nella notte di mercoledì hanno danneggiato altrettante chiese cattoliche dell'Ulster, quasi distruggendone tre, hanno spinto ieri Tony Blair a un'altra urgente visita nella provincia che sta facendo i suoi primi passi sul difficile cammino della pace. Forse ci sarebbe andato comunque, per disinnescare quella mina che è la crescente tensione per la marcia degli orangisti domenica prossima a Drumcree, alla periferia di Portadown; una marcia che la «Commissione delle Parate» ha modificato per farle evitare la cattolica Garvaghy Road, provocando la reazione dei protestanti e la loro aperta sfida. Così, prima di visitare la nuova Assemblea nordirlandese, e di avere approfonditi colloqui sulla crisi di Drumcree con il «first minister» David Trimble e con il «second minister» Seamus Mallon, Tony Blair è arrivato in elicottero alla parrocchia di San Giacomo, presso la cittadina di Crumlin. Accompagnato dal ministro per il Nord Irlanda Mo Mowlam e dal vescovo di Down e Conor, è entrato in quella chiesa di cui rimangono soltanto i quattro muri esterni. «L'atto di distruzione che vediamo qui - ha detto guardando il cielo attraverso un tetto che non c'è più - è il passato dell'Ulster. Quello che cerchiamo di dare alla popolazione è un futuro che si lasci alle spalle questa barbarie». La matrice dei dieci incendi è fin troppo evidente. Ci sono, tanto fra i cattolici quanto fra i protestanti, sacche di estremismo che non credono nella nuova pace e non la vogliono; sacche disposte a tutto per ricreare la tensione degli ultimi trent'anni, il clima del confronto continuo, delle bombe, delle sparatorie, del sangue. Come se non fossero bastati il referendum di maggio e le elezioni del mese scorso a irritare i campioni dell'estremismo, c'è ora la questione delle marce protestanti: quelle che cominciano, appunto, domenica prossima a Drumcree e si moltiplicheranno per tutta la settimana nella celebrazione del «glorioso Dodici», della battaglia del Boyne in cui i soldati di Guglielmo III d'Orange piegarono nel 1690 quelli del cattolico Giacomo II. A margine di quel dibattito, che già da alcuni giorni squassa la scena politica dell'Irlanda del Nord, qualcuno ha pensato bene di appiccare il fuoco alle chiese; e le forze di sicurezza dell'Ulster stanno già puntando il dito contro i paramilitari protestanti della Loyalist Volunteer Force. La prima a essere presa di mira è stata, poco prima della mezzanotte di mercoledì, quella di Upper Newtownards Road, a Belfast. E poi via via tutte le altre, fino all'alba, in un'azione chiaramente coordinata. I danni maggiori sono stati, oltre che nella chiesa presso Crumlin, a Lisburn, ad Aldergrove, a Castlewellan. Danni minori a Tandragee, a Dromore, a Laurencetown, a Banbridge. Nelle rimanenti la benzina si è scontrata con la pietra anziché col legno e i danni sono minimi. «Un vergognoso gesto di follia settaria, che noi ripudiamo», ha detto il nuovo «first minister» Trimble. Lui protestante, entrando in quelle chiese cattoliche distrutte, era visibilmente indignato: «Soltanto una manciata di irresponsabili - ha detto - può trarre piacere da tale spettacolo». «Non saranno questi estremisti a determinare il futuro del Nord Irlanda - ha insistito Blair perché sarà la gente a deciderlo». E poi via, in elicottero, verso Stormont. Per l'incontro con Trimble, appunto, e con Mallon. Per discutere come affrontare l'emergenza-Drumcree ed even¬ tualmente trovare un compromesso: «Chiediamo alla gente di ascoltare la voce aella ragione, la decisione della Commissione resta». Ma anche per sottolineare come ha detto un suo portavoce «il suo sostegno per il processo di pace dopo il primo giorno di lavoro dell'Assemblea». Blair non andrà a Portadown, né a Drumcree, né nella controversa Garvaghy Road. Ma ci sono già stati Trimble e Mallon, che invocano un aperto dialogo fra le parti. Per motivi di sicurezza nessuno dice chi Blair vedrà; ma, anziché rientrare ieri sera a Londra, ha pernottato a Belfast. Fabio Galvano Il primo ministro «Questo è il passato dell'Irlanda del Nord» Le prime indagini puntano sui paramilitari unionisti Una delle dieci chiese cattoliche danneggiate dagli attentati