L'aeroporto più pazzo del mondo di Fernando Mezzetti

L'aeroporto più pazzo del mondo L'aeroporto più pazzo del mondo Spesa da 35 mila miliardi mentre fuggono i turisti RETROSCENA IL SIMBOLO DELLA RICONQUISTA F ANFARE e capi di Stato per il nuovo e grandioso aeroporto di Hong Kong, ma dubbi sul suo decollo tra le nuvole che incombono sulla regione per la crisi in atto da un anno e che ha colpito pesantemente l'ex colonia. Lo ha inaugurato ufficialmente ieri il presidente cinese, e capo del partito comunista, Jiang Zemin, a un anno dalla fine del dominio britannico, dopo aver passato in rivista, in giubba alla Mao, la guarnigione militare cinese installatasi l'anno scorso nell'ex colonia. Il suo Jumbo, dopo il taglio dei nastri, è stato il primo aereo a decollare dalle piste, in partenza per Pechino. Poche ore dopo vi si è è posato l'Air Force One, il Jumbo di Clinton in arrivo da Guylin, primo aereo in atterraggio. Tutto per i due Presidenti in partenza e in arrivo, ieri, il nuovo scalo, che sarà operativo da lunedì per i normali voli. Il trasferimento di uffici di compagnie aeree e servizi dal vecchio aeroporto da brivido di Kai Tak, tra i grattacieli con le piste allungate sul mare, avverrà domenica notte: è predisposto un convoglio di diecimila automezzi e centinaia di autotreni. Costato venti miliardi di dollari americani, il nuovo aeroporto di Chek Lap Kok fu progettato nell'89 e realizzato in un periodo in cui, fino all'anno scorso, Hong Kong sembrava avviata a crescente sviluppo e benessere anche per il ritorno a una Cina in espansione. Su questa prospettiva si è abbattuta la crisi asiatica, che il nuovo aeroporto per certi versi aggrava. I suoi costi di gestione saranno pari alla sua grandiosità e si rifletteranno sugli operatori e in definitiva sui consumatori. Secondo molti, non è proprio la cura appropriata per una città in recessione. Il costo per il traffico merci è superiore del 30 per cento a quello del vecchio aeroporto; le tariffe per le compagnie aeree relative ai voli passeggeri aumentano del 20 per cento. Rialzi duri da ingoiare per una città che è già la più cara del mondo, con un'economia che nei primi tre mesi di quest'anno ha registrato una recessione del 2 per cento. Per i traffici con la Cina si profila la concorrenza di Macao, con tariffe molto più basse, sul quale potrà confluire il traffico merci delle zone economiche speciali, e della vicina Shenzhen, capofila di queste zone. Considerato un capolavoro di ingegneria, disteso su otto livelli, il nuovo aeroporto sorge su un'isola su un'area di 1234 ettari ottenuta spianando una montagna. E' collegato al centro da un'autostrada e da una ferrovia di 34 chilometri, con tunnel sottomarino di 2 chilometri e un ponte sospeso che è il più lungo del mondo. Potrà ricevere 87 milioni di passeggeri all'anno, contro i 29 del vecchio aeroporto, e gestire tre milioni di tonnellate di merci all'anno. E' potenzialmente il miglior aeroporto del mondo, ma si apre nel momento peggiore. Attorniata da Paesi in cui si sono avute svalutazioni del 50 per cento, Hong Kong continua a tenere la sua moneta agganciata al dollaro Usa, perdendo ogni competitività. Negli ultimi due anni il turismo è crollato di quasi il 50 per cento, coi grandi alberghi semivuoti; per l'intera area la lata, associazione dei vettori aerei, prevedeva un'espansione del traffico fino al Duemila al ritmo di quasi l'otto per cento, ma ha ora dimezzato le sue previsioni, ridu¬ cendo il tasso di crescita al 4,4 per cento. Anche come punto di transito e sosta per viaggi nell'area Hong Kong si è ridotta: dati i suoi costi, tutti cercano di evitarla volando direttamente alle proprie destinazioni. La costruzione dell'aeroporto, con una previsione di spesa di 4 miliardi di dollari, fu decisa dalla Gran Bretagna nell'89, all'indomani della repressione della Tienanmen, quale segno di fiducia nel futuro della colonia in vista del ritorno alla Cina. Ne sorsero aspri contrasti con Pechino che, dati i costi, accusava Londra di voler vuotare le casseforti della colonia prima di cederla. La vertenza fu poi composta mentre i costi salivano fino a raggiungere i venti miliardi di dollari Usa. Fernando Mezzetti

Persone citate: Clinton, Jiang Zemin, Mao