Obiettivo: 12,5 per cento di Paolo Guzzanti

Obiettivo: 12,5 per cento Obiettivo: 12,5 per cento Ecco il partito delle «tre rivoluzioni» jWìì >J7fPfìTf Lm OBIETTIVO ripetuto " e credibile è quello noto: scardinare sia Ulivo che Polo, riorganizzare un centro dalle comuni origini ed esperienze, lasciare fuori dalla porta con tutti gli onori democratici sia Fini che Bertinotti e risolvere il bipolarismo in una singoiar tenzone fra una coalizione che vada da Berlusconi a Cossiga, Marini e Segni, contro quella opposta delle sinistre democratiche organizzate dal Pds. Rocco Buttiglione si è prodotto in una delle sue migliori performances traducendo a braccio dal tedesco un lungo messaggio di Helmut Kohl, che rappresenta una delle due stelle polari dell'alleanza internazionale dell'Udr. L'altra è quella sulla quale Cossiga ha insistito lungamente: Stati Uniti, Canada, Europa occidentale e Alleanza Atlantica: «Noi non abbiamo votato per il governo, ma abbiamo votato per la Nato. E siamo pronti a rivotare per Nato e Alleanza Atlantica, e per l'amicizia con gli Stati Uniti tante volte quante sarà necessario, senza per questo votare per il governo». Cossiga è stato martellante. Ha trattato con affettuosi sarcasmi Berlusconi al quale ha ricordato di essere stato dalla sua parte nei momenti difficili, ma di non averlo visto fare altrettanto. Ha alluso a «ferite ancora apertissime sulle quali viene sparso nuovo sale», e non ha detto di che si trattasse. Probabilmente si riferiva alla periodicità con cui la tomba di Aldo Moro viene scoperchiata per attaccare lui che non riuscì a salvarlo. Non ha nominato mai Massimo D'Alema, ma ha citato il partito che fu di Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer e Natta. Stop. Anche Achille Occhetto, l'uomo che lo volle accusare di alto tradimento della Costituzione e che lui a sua volta chiamò «Zombi coi baffi», non esiste. Ai post-comunisti italiani ha sarcasticamente suggerito di confederarsi con gli altri partiti post-comunisti dell'Europa orientale, ora legittimati da libere elezioni, con cui suppone che essi mantengano una affinità che è anche la loro diversità antropologica, rispettabile e perfino mitica, ma altra e opposta da quella dei liberali. Cossiga rivorrebbe tutti gli ex democristiani con sé, salvo Rosy Bindi e una ristretta pattuglia di post-dossettiani e cattolici di sinistra estranei e ostili al mondo liberale tanto quanto Bertinotti e Cossutta. Il nuovo partito da adesso è veramente un partito e non più una pattuglia di deputati fuggiaschi. Davanti a sé ha un elettorato valutato all'incirca intorno al 12,5 per cento (la metà di coloro che si astengono) e che è formato dai senza casa: coloro che non vogliono votare un cartello con gli ex post-fascisti e neppure l'altro con gli ex post-comunisti. La corsa è cominciata e Cossiga si è divertito a parlare dell'Udr come del «topolino», piccolo ma svelto e astuto, rispetto all'«elefante» di Berlusconi. Al Cavaliere di Arcore ha riservato piccoli sarcasmi, quasi epigrammi: «E' ridicolo che Silvio Berlusconi mi con¬ sideri un suo rivale: io non ho le sue fortune economice e non controllo metà del sistema della comunicazione e dell'informazione». Insomma: sono un topolino e lui un elefante, ed è noto che gli elefanti si terrorizzano vedendo i topi. Adesso si tratta di vedere se questo topolino troverà radicamento nella società diven¬ tando prolifico e anzi infestante. Nessuno è in grado di fare previsioni, ma in sala c'era ieri una tale folla, una tale ressa, un tale compattamento di antiche e nuove tribù politiche, un tale infernale concerto di telefonini, segreterie telefoniche, borbottìi e conciliaboli, da far ritenere che questa convenzione sì, sia stato proprio un evento politico, carnoso e carnale, fatto da gente che muore dalla voglia di tornare a fare politica. In prima fila abbiamo saluta- to anche Margherita Boniver e Gianni De Michelis. Dunque gente che viene dalla cosiddetta Prima Repubblica (ma quando è cominciata la Seconda?) e che morde il freno. Carlo Scognamiglio sarà per ora il presidente dell'Assemblea Nazionale costituente, con Cossiga superpresidente onorario e Mastella segretario, Rocco Buttiglione con la sua rocciosa Cdu, più Mario Segni e tutti gli altri. Scognamiglio ha fatto gli onori di casa e rappresenta l'ala liberale e laica. Buttiglione la dignità politica e filosofica del cattolicesimo liberale. Il parterre era di altissimo decoro, da Giulio Savelli (che ricordiamo editore barbuto di «Porci con le ali», ora rasato e liberale), a Ferri che portava all'occhiello un Paperino irriverente e a suo modo occidentale, a Corona e tutti gli altri. L'afa in quella sala era apocalittica, e il 2 luglio di questa convenzione passerà alla storia anche per questa calura innaturale e feroce. Ma alla calura faceva riscontro una frescura tagliente e per nulla tropicale del Cossiga-pensiero, espresso in maniche di camicia. Sulla laicità dell'Udr garantisce lo stesso Cossiga che assicura di non voler resuscitare la democrazia cristiana come se fosse Lazzaro: «Sì, noi siamo laici. Di una laicità che significa separazione delle questioni di Stato da quelle religiose. Tuttavia ci sono altri che insistono nel volersi presentare politicamente come cattolici». Frecciata ai popolari, ma avvolte nella carta dei cioccolatini. Molto atlantismo, un partito americano e tedesco, che si ispira a un partito francese e che guarda alle tre rivoluzioni: Londra 1688, Rivoluzione americana e francese. L'antitesi del bertinottismo, una piena e fiera scelta occidentale e liberale. Il topolino e nato e già corre, resta da vedere se con questo caldo andrà lontano. Paolo Guzzanti E il vocabolario del «picconatore» non conosce né Occhetto, né D'Alema Una frecciata anche al Cavaliere «Noi il topolino tu l'elefante»

Luoghi citati: Arcore, Canada, Europa, Londra, Stati Uniti