«Ecco l'Udr, ma non è la rinascita della dc» di Enrico Singer

«Ecco l'Udr, ma non è la rinascita della dc» Scognamiglio presenta il «patto costitutivo». E Buttiglione legge un messaggio di Kohl «Ecco l'Udr, ma non è la rinascita della dc» Cossigapresenta il nuovo partito: centristi d'Italia, uniamoci ROMA. Francesco Cossiga entra nella fornace dell'anfiteatro della Fiera di Roma sulle note del Te Deum di Charpentier, quelle rese popolari dall'Eurovisione televisiva. La musica è coperta dagli applausi. In sala tutti in piedi, sfidando il caldo torrido. Sul palco, ad attendere il padre fondatore e presidente d'onore dell'Unione democratica per la Repubblica, ci sono già i leader dei partiti e dei movimenti che stanno per diventare dirigenti del nuovo soggetto politico. Carlo Scognamiglio illustra le nove pagine del «Patto costitutivo» che poi vengono sottoscritte. Ancora una musica: questa volta è l'Inno alla Gioia di Beethoven e il simbolo dell'Udr appare dietro il palco. Le tre lettere della sigla in bianco, rosso e verde sovrastano la bandiera blu dell'Europa con un piccolo scudo crociato dentro 15 stelle. Così, alle 11 di ieri mattina, sono nati i «democratico repubblicani» - «per carità, non chiamateci cossighiani, né udierrini che è orribile», dice Cossiga - e proprio all'ex presidente della Repubblica è toccato il compito di spiegare origini e progetti della sua creatura. A lui e soltanto a lui perché tutti gli interventi che i cofirmatari avevano pronti in tasca sono stati cancellati dal programma. Non si potevano tenere per ore tante persone - se ne attendevano duemila, erano più del doppio - in quella sala trasformata in sauna. Buttiglione ha avuto giusto il tempo di leggere un messaggio augurale di Helmut Kohl, a dimostrazione che se il Cancelliere tedesco è amico di Berlusconi, questa non è un'amicizia esclusiva. Anzi, l'augurio di Kohl è per la riunificazione delle diverse componenti del centro in Italia. Questa, in fondo, è l'ambizione dell'Udr. Dare vita a un Grande Centro che sia alternativo alla sinistra, che tenga «distante e di- stinta» la destra e che fondi un'alleanza con Forza Italia, da una parte, e con il ppi, dall'altra, scardinando l'attuale «finto» bipolarismo. «Non siamo qui per far rinascere la De, che pure fu forza nobilissima di libertà e democrazia», dice subito Cossiga. La De non si può rifare perché non esistono più le condizioni storiche. Ma essere stati de non deve essere motivo di vergogna. Cossiga rivendica «l'orgoglio degli antichi de, o antichi liberali, repubblicani e socialdemocratici», elencando così le componenti dell'Udr. E la sala esplode in un applauso quando Cossiga scandisce lenta¬ mente questa frase: «Non accettiamo, ma anzi respingiamo come indegna, bugiarda e falsa, la criminalizzazione di cinquantanni di vita democratica e non ci faremo processare da tribunali impudenti e da giudici sommari che potrebbero essere imputati davanti al tribunale della storia». Di giustizia Cossiga parla ancora per offrire la sua solidarietà a Silvio Berlusconi per le ultime inchieste in Sicilia. «Tutti sanno che non posso essere considerato benevolo nei confronti di Berlusconi, ma faccio appello all'amicizia con il procuratore Caselli e alla stima con Lo Forte per esprimere la mia preoccupazione per il modo in cui vengono formulate ipotesi senza ragione e rispetto delle prerogative parlamentari». Cossiga annuncia che una delle battaglie della neonata Udr sarà quella per «rinsaldare lo Stato di diritto». Sulla base della «terziarità del giudice, dell'autonomia responsabile del pm e sull'autonomia non corporativa dell'ordine giudiziario». Posizioni vicine a quelle di Berlusconi. Ma con il leader di Forza Italia, Cossiga è anche molto polemico. «Io concorrente di Berlusconi? Sarebbe ridicolo. Anche perché ho 70 anni e lui 60, sono pallido e lui è abbronzato, lui ha un patrimonio personale notevole e io, ahimè, no. Lui ha anche le tv». E a questo punto Cossiga si lancia in una specie di parabola. La parabola del topolino e dell'elefante. Niente più balena bianca de: l'Udr è il topolino e Forza Italia è l'elefante. «Quale concorrenza ci può essere tra un topolino e un elefante? Il topolino non ha paura di apparire al traino dell'elefante a patto che questo si muova più velocemente del topolmo». Come dire che il topolino, se l'elefante è lento e non capisce quali sono le mosse giuste, può diventare il motore del Grande Centro. Come è successo in politica estera sulla Nato. «E come potrebbe essere domani sul Kossovo perché ormai Prodi ha delegato la politica estera dal governo al Parlamento». Di entrare nella Federazione di centro appena annunciata da Berlusconi non se ne parla: «E' la terza volta che Berlusconi fonda federazioni. Ma che cos'è? Se è un'associazione dove si gioca a ping pong entriamo volentieri». Altrimenti la strada mdicata dall'Udr è un'altra: allearsi già alle prossime elezioni europee. L'appello all'alleanza è rivolto anche al Ppi e a Prodi che «devono scegliere se diventare sempre più organici con la sinistra o stare al centro». Dice Buttiglione alla fine dell'assemblea: «Sono finiti i tempi in cui dicevano a noi che dovevamo scegliere. Sono loro che devono scegliere: il Ppi se stare con la smistra o al centro, Forza Italia se stare con la destra o al centro». Nella giornata dei proclami, le prime reazioni sono polemiche. «Se l'Udr vorrà collaborare con l'opposizione saremo lieti - dice Berlusconi - ma sono stanco di ripetere che se i moderati vogliono governare possono farlo soltanto con un'alleanza di centrodestra e, in primo luogo, con An». Enrico Singer L'ex Presidente «Non accettiamo la criminalizzazione di cinquantanni di vita democratica Non ci faremo processare da giudici impudenti» i e Nella foto grande: Francesco Cossiga alla tribuna sotto il grande simbolo dell'Udr Sopra: Clemente Mastella Sotto: Carlo Scognamiglio e Rocco Buttiglione

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