« Festival della follia »

« Festival della follia » « Festival della follia » Berlusconi all'attacco «Non parlo per decenza» ROMA DALLA REDAZIONE Silvio Berlusconi arriva all'assemblea generale della Confcommercio e lascia trasparire subito di che umore è. Vede che la poltrona vuota accanto alla sua, in prima fila, è quella riservata al segretario diessino Massimo D'Alema e si rabbuia. «Via, via», sbotta, infastidito, e gli organizzatori rimediano in quattro e quattr'otto, destinando il posto accanto a quello del Cavaliere al leader popolare Franco Marini, con cui i rapporti non possono certo dirsi ottimi, ma nemmeno pessimi come con D'Alema. Berlusconi è ancora scosso per le iniziative avviate dalla procura di Palermo nei suoi confronti. «Se non fosse il festival dell'accanimento e del pregiudizio politico commenta - sarebbe semplicemente il festival della follia». Quindi insiste: «Questa cosa - afferma non sta né in cielo né in terra. Siamo veramente arrivati ai limiti: non si sa che cosa pensare. Anzi, si sa che cosa pensare, ma non si può dire per decenza e per amor di patria». Dunque, il leader di Forza Italia è intenzionato a combattere anche questa nuova contesa giudiziaria, e non ha la minima intenzione di lasciar cadere la vicenda. Gli replica Elena Paciotti, presidente dell'associazione nazionale magistrati, difendendo i colleghi di Palermo a cui invia questo messaggio: «Resistete, perché se ogni volta nascono delle proteste politiche c'è il rischio che i magistrati non possano più operare». Francesco Cossiga, invece, dà la sua solidarietà al Cavaliere, mentre i parlamentari «azzurri» difendono il loro leader. Tiziana Maiolo non è tenera con i magistrati del capoluogo siciliano. «La Procura di Palermo-dio^ - è giunta dopo oltre quattro anni alla rappresentazione sul piano giudiziario di un teorema strumentale che da molti anni avvelena la vita civile ed economica italiana. Insomma, la Procura di Palermo ha cercato di rendere verosimile il falso nel tentativo di distruggere il leader di uno schieramento che questi magistrati considerano un avversario politico. Ha fatto questo, invece di occuparsi dei mafiosi veri». Anche un altro deputato di Forza Italia, Lucio Colletti, non usa toni morbidi. «Il capitolo giustizia - sottolinea il professore 'azzurro" - sta diventando un'infamia che infanga l'immagine dell'Italia agli occhi del mondo civile. Berlusconi è vittima di una persecuzione mostruosa». Di più: secondo Colletti «certa magistratura è ormai un pericolo pubblico per le libertà e i diritti di tutti i cittadini italiani». Colletti ha anche parole durissime nei confronti del ministro di Grazia e Giustizia, per quello che definisce il «suo spirito pilatesco»: «Flick - osserva a questo proposito il parlamentare di Fi - assiste a questo dramma e lo sottoscrive per non incorrere in guai personali». E al Guardasigilli si rivolgono, in una mozione, i senatori forzitalisti che, prendendo di mira un'altra procura, chiedono al governo di «ristabilire negli uffici giudiziari milanesi il principio di legalità» e di intervenire su Davigo.

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