NOSTALGIA DELLA DC

NOSTALGIA DELLA DC NOSTALGIA DELLA DC DEVO dire che il momento più choccante è stato quello in cui lo scudo crociato della vecchia De è apparso nella sua versione stellinata sotto la sigla tricolore dell'Udr. E anche la quantità e la qualità degli applausi confermavano il dato grafico: c'erano nella enorme sala, anzi nel gigantesco forno, più cattolici che laici. Ma questa è la scommessa del partito cossighiano: non rifare la De, e tuttavia riabilitarla storicamente. E poi consociarla in una federazione che contenga per intero tutta l'area del pentapartito, ovvero liberali e socialisti, socialdemocratici e repubblicani, più gli irregolari e cani sciolti i quali sono rappresentati da Zatnberletti e vengono chiamati <'gli irregolari di Valmy» secondo la nota metafora cossighiana. Mi diceva poco prima Carlo Scognainiglio: «Certo, adesso il problema è proprio quello di vedere quanto peserà all'interno del nuovo partito anche l'anima laica, liberale e socialista, rispetto a quella organizzatissima dei cattolici». Cossiga è stato su questo punto chiaro e provocatorio secondo la sua abitudine: «Non ci faremo processare», ha ripetuto fra gli applausi, citando l'Aldo Moro che si presentò in Parlamento durante lo scandalo Lockheed. I cattolici centristi non vogliono dunque farsi processare storicamente e anzi rivendicano le loro origini con orgoglio. E vogliono costruire una casa comune con tutti i laici liberali, con porte e finestre spalancate per Marini, Dini e lo stesso Prodi. Paolo frizzanti CONTINUA A PAG. 3 PRIMA COLONNA

Persone citate: Aldo Moro, Carlo Scognainiglio, Cossiga, Dini