Verso uno maxisanatoria sul lavoro nero

Verso uno maxisanatoria sul lavoro nero Parte il confronto a quattro. Sgravi per chi darà commesse a ex lavoratori «socialmente utili» Verso uno maxisanatoria sul lavoro nero //fìsco perdona chi rinuncia al sommerso ROMA. Saranno considerate del tutto «nuove» dal punto di vista fiscale le aziende che decideranno di far emergere il lavoro nero. E, per favorire l'assunzione definitiva entro il '99 dei 130 mila lavoratori impiegati nei lavori socialmente utili (67 mila solo nelle aree del Mezzogiorno, di cui 32 mila in Campania), si pensa di ricorrere, fra l'altro, a due strumenti inediti in questo campo: incentivi alle imprese interessate all'assorbimento e mutui agevolati della cassa depositi e prestiti ai Comuni che affideranno commesse a cooperative di lavoratori «ex socialmente utili» o alle società miste. Sono queste le due novità di maggior rilievo affiorate ieri nell'incontro quadrangolare a Palazzo Chigi fra i ministri del Lavoro Treu e delle Finanze Visco, rappresentanti dei sindacati e delle imprese, e quelli delle Regioni e delle autonomie locali del Mezzogiorno. Sul tavolo anche una nota di Palazzo Chigi che contesta l'interpretazione «errata» data agli ultimi dati Istat sulla disoccupazione: l'andamento complessivo del mercato del lavoro è tutt'altro che negativo, perché «le forze di lavoro sono cresciute a ritmi superiori alla crescita della popolazione in età da lavoro, il livello di occupazione dipendente ha accelerato la salita nei primi mesi del '98 in tutti i settori produttivi, con l'unica eccezione del settore delle costruzioni» ed anche perché dall'inizio dell'anno «l'accelerazione nella crescita dell'occupazione ha cominciato a riassorbire disoccupati in senso stretto». La riunione è stata seguita da un vertice tra i ministri del Tesoro Ciampi, delle Finanze Visco e dell'Industria Bersani per preparare un altro «match» quadrangolare su «velocizzazione e semplificazione delle procedure amministrative relative alle autorizzazioni». Dunque, il fisco considererà assolutamente «nuove» le imprese che saranno disponibili a far emergere il lavoro nero. Ad esse per il passato non verrà richiesto il pagamento di alcuna tassa, mentre dovrà essere sciolto il nodo del pregresso per quanto riguarda i contributi previdenziali non versati per i lavoratori «sommersi». Due le ipotesi allo studio: la prima prevede una misura analoga a quella per il fisco e cioè che le aziende non abbiano nessun onere neppure a carattere contributivo; la seconda, invece, contempla per le imprese una «sanatoria onerosa», in sostanza un versamento contributivo minimo calcolato sulla base di una retribuzione convenzionale di 5 milioni annui e con una aliquota ancora da definire, ma che potrebbe essere pari alla misura del 10% già stabilita per il contributo previdenziale del lavoro parasubordinato. Quest'ultima ipotesi, peraltro, non metterebbe al sicuro le aziende dall'eventualità di ver- tenze individuali dei lavoratori, ma certamente ne ridurrebbe il rischio. Sull'altra questione (lavori socialmente utili), un comunicato di Palazzo Chigi spiega che nell'incontro, dopo una valutazione approfondita di tutti i mezzi idonei a trasformare i lavori socialmente utili in attività pienamente produttive, si è convenuto di procedere - anche attraverso un'azione di orientamento individuale da svolgere con l'ausilio di Italia Lavoro - «alla concretizzazione e al rafforzamento dell'intero ventaglio di strumenti a disposizione». Fra questi, in particolare : 1 ) una linea di mutui agevolati della Cassa depositi e prestiti verso i Co¬ muni che affidano servizi alle imprese anche cooperative e alle società miste; 2) l'impiego dei lavoratori socialmente utili presso aziende che saranno agevolate con incentivi al momento di procedere all'assunzione definitiva; 3) incentivi all'avvio da parte di «ex lavoratori socialmente utili» di attività imprenditoriali; 4) facilitazione per il prepensionamento di circa 12 mila 700 «ex lsu». Le misure per l'emersione del lavoro nero (uno studio dell'Eurostat ricora che l'Italia è in Europa uno dei Paesi più generosi in fatto di aiuti di Stato, subito dopo la Germania) saranno definite nei dettagli subito dopo l'ultimo negoziato al riguardo previsto per i prossimi giorni a Bruxelles tra i ministri Visco e Treu e i competenti organi dell'Ue. Comunque, su questo problema come su quello degli «ex lsu», si raccolgono già reazioni positive. I sindacati riconoscono che il governo si sta muovendo con maggiore impegno, le organizzazioni imprenditoriali ammettono lo sforzo per dare una soluzione all'emersione del lavoro nero. «E' la prima volta - rileva la Cna (artigiani) - che si cerca di affrontare la questione non solo puntando ad abbattere le barriere di carattere salariale e fiscale all'ingresso nel lavoro legale». Gian Carlo Fossi DOVI LO STATO AIUTA DI PIÙ' [I valon degli aiuti pubblici per occupato nel periodo 1994-96 e quelli assoluti nel 1996] IN ECU PER MILIONI PAESE OCCUPATO Dl ECU 94/96 1996 AUSTRIA 626 389,98 BELGIO 1.678 1.276,84 DANIMARCA 1.383 745,96 GERMANIA 1.888 12.889,12 GRECIA 863 798,11 SPAGNA 837 2.793,50 FINLANDIA 91 1 326,87 FRANCIA 927 3.767,29 IRLANDA 838 278.72 ITALIA 2.151 10.265,35 LUSSEMBURGO I.37S 46,20 % OLANDA 788 649.45 f PORTOGALLO 371 253,96 i3 SVEZIA 406 360,56 g REGNO UNITO 263 1.863,33 £

Persone citate: Bersani, Gian Carlo Fossi, Treu, Visco