Prodi conquista gli ayatollah di Maurizio Molinari

Prodi conquista gli ayatollah A Teheran il premier parla di terrorismo e diritti umani con la massima autorità religiosa Prodi conquista gli ayatollah A Khamenei chiede clemenza per Rusbdie TEHERAN DAL NOSTRO INVIATO Romano Prodi messaggero dell'Occidente incoraggia l'Iran sulla strada delle riforme, chiedendo però impegno per la pace nella regione e per la lotta al terrorismo. E il presidente Mohammad Khatami risponde promettendo che sarà «fra breve tempo» in Italia - forse come prima tappa del suo viaggio all'Onu - per rilanciare il dialogo «fra civiltà diverse ed antiche che possono e devono comprendersi». Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha così portato il suo contributo al delicato dialogo fra l'Occidente e l'Iran con una giornata di serrati incontri con i massimi vertici della Repubblica, incluso un fuori programma di venti minuti con la Guida della Rivoluzione, Ali Khamenei. Con garbo e flemma Prodi ha puntato sulla politica delr«apertura fra civiltà di Islam e Cristianesimo» (che sarà tema anche di un convegno della Fondazione Agnelli in ottobre) ma non ha tenuto fuori dai colloqui nessuno dei temi scottanti: caso Salman Rustiche, proliferazione nucleare, terrorismo, pace in Medio Oriente, rispetto dei diritti umani, libertà economiche. «Abbiamo discusso di tutto, approfonditamente» assicura Prodi a fine giornata perché Occidente ed Iran «devono parlarsi e capirsi per lasciarsi alle spalle i grandi errori fatti nel passato da entrambe le parti». Ma il «dialogo fra civiltà antiche» non può avere peli sulla lingua. Prodi lo ha dimostrato con il suo discorso all'Università di Teheran dove, ricevendo la laurea honoris causa in economia davanti a un migliaio di studenti, ha condannato la proliferazione nucleare perché «la bomba non ha ideologia né religione». Ha difeso il processo di pace in Medio Oriente - che implica il ri¬ conoscimento di Israele - affermando che «il suo successo dipende dalla fine del terrorismo per cui serve collaborazione leale da parte di tutti» compreso l'Iran «da cui ci aspettiamo che farà fino in fondo la sua parte». Quindi ha esortato alle «riforme economiche per far partecipare l'Iran alla sfida della globalizzazione» ed ha invocato il «rispetto dei diritti civili ed umani che sono la base della democrazia». Proprio questo è stato lo spunto, nell'incontro con Khatami, per sollevare il caso di Salman Rushdie, lo scrittore angloindiano condannato a morte da una fatwa di Khomeini. «Ne hanno parlato per oltre un'ora a quattr'occhi» assicura il portavoce Ricardo Franco Levi. Ma con Khatami, come più tardi con l'ex presidente Ali Hashemi Rafsanjani e con il ministro degli Esteri Kemal Kharrazi, si è parlato anche di rapporti con l'Unione Europea e con gli Stati Uniti. «Ho tentato di far volgere lo sguardo verso il futuro» dice Prodi, che aveva parlato con Clinton prima di arrivare a Teheran. E Khamenei non si è lasciato sfuggire l'occasione per mandare un messaggio a Washington: «Riscontriamo onestà in quello che l'America fa e non solo in quello che dice. Speriamo che sia l'inizio di una migliore comprensione della Repubblica Islamica. Aspettiamo gesti concreti». Commenta Prodi: «C'è un'atmosfera nuova in Iran, è un Paese in fer¬ mento, vitale, pieno di giovani e i risultati dei cambiamenti sono già sotto gli occhi di tutti». Intenso a metà pomeriggio l'incontro con Ali Khamenei, il leader dei conservatori che si oppongono a Khatami. «Un logico perfetto con cui ho avuto un colloquio rigoroso, informato, in una stanza spartana» racconta Prodi, che ha affrontato il tema dei rapporti «fra civiltà» ricevente «attenzione e incoraggiamento». Fra i due invece alcuni attimi di tensione ci sono stati - secondo fonti iraniane - quando Prodi ha posto il problema della corsa agli armamenti e Ali Khamenei ha replicato: «Di questo parlatene con Israele». Maurizio Molinari Il presidente del Consiglio Prodi con il presidente iraniano Khatami