«Sono affari criminali» di Paolo Colonnello
«Sono affari criminali» «Sono affari criminali» Ed è subito duello con il Cavaliere LOVENO DI MENAGGIO DAL NOSTRO INVIATO Una frase poco felice, coniata dal presidente della Camera Luciano Violante a proposito dei guai giudiziari di Berlusconi (definiti «affari criminali»), fa passsare in secondo piano quella che dovrebbe essere la notizia del giorno: la costituzione di una grande direzione antimafia europea in grado di contrastare la tendenza internazionale del crimine organizzato. E' di questo infatti che si discute al convegno promosso dal centro culturale italo-tedesco di Villa Vigoni a Menaggio alla presenza di deputati e del presidente del Parlamento tedesco Sussmuth, di esponenti dell'Orni e del procuratore svizzero Carla Del Ponte, quando nella pausa di mezzogiorno, Luciano Violante fa partire una sciabolata all'indirizzo del Cavaliere. Il presidente della Camera, nel tentativo di glissare le domande dei giornalisti sulla recente richiesta di ricusazione dei giudici milanesi annunciata da Silvio Berlusconi, risponde secco: «Non mi occupo di affari criminali. Di questo si occupano gli avvocati, non il Presidente della Camera». Dalle sponde del Lago di Como la frase rimbalza velocemente a Roma e colpisce due deputati azzurri quasi increduli: «Si tratta di un infortunio o di un lapsus freudiano?», si chiede aprendo le polemiche Claudio Scaloja, coordinatore nazionale di Forza Italia. «Che un certo tipo di linguaggio appartenga ad alcuni magistrati della procura di Milano prosegue Scaloja - è una realtà alla quale siamo tristemente abituati. Che il Presidente della Camera, massimo garante della libertà del Parlamento, cada nello stesso atteggiamento, pericoloso per il pluralismo e la democrazia, ci preoccupa profondamente». Per Marco Taradash invece rimane il dubbio che Violante si sia espresso male parlando di «affari eliminali» anziché «giudiziari» di Berlusconi: «Se è così farebbe bene a precisare sùbito, per evitare che le sue parole vengano interpretate come un giudizio politico, sommario e sprezzante, alla maniera dei libri di testo che legano le immagini di Craxi, di Riina, della camorra e della De». E in serata il Presidente della Camera precisa così: «Non ho espresso alcun giudizio di valore: gli affari giudiziari penali sono affari criminali». Violante nel pomeriggio risponde anche ad altre domande sulla vicenda Berlusconi come, ad esempio, la richiesta fatta dal leader di Forza Italia di una commissione parlamentare su Tangentopoli: «La questione è all'ordine del giorno dell'aula nella seconda settimana di luglio. Se c'è maggioranza la commissione passa. Se non c'è maggioranza la commissione verrà bocciata: sono le regole della democrazia». A chi gli chiede invece se sia d'accordo con l'avvocato Agnelli a proposito del fatto che il governo sia nelle mani di Cossutta, Violante risponde ridendo: «Mi sembra che Agnelli sia soddisfatto di questa situazione... No, mi sembra che il problema sia nelle mani di tutti». Secondo il presidente della Camera in realtà la crisi è solo passeggera: «Penso che le cose si metteranno bene se si varerà un programma di seconda metà della legislatura mol¬ to incisivo sul piano dell'occupazione e della scuola». Ma al di là della politica, al convegno, cui partecipano anche il coordinatore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna e il vicepresidente del Csm, Carlo Grosso, si respira un'aria di preoccupazione dovuta agli sviluppi del sequestro Sgareila e alla dimissioni del procuratore antimafia di Reggio Calabria, Salvatore Boemi. Due facce della stessa medaglia: l'avanzare della criminalità organizzata in tutta Europa, oggetto di studio del raduno di Menaggio. Dice il procuratore Vigna, in polemica con l'attenuazione dei rigori legati al 41 bis, il regime carcerario duro per i boss: «Abbiamo dati che ci dicono che le cosche mafiose arruolano bambini per far compiere loro dei oimini. Ma abbiamo anche dati che ci indicano che i bambini vengono utilizzati per l'espianto di organi venduti poi alle persone abbienti: e di fronte a questi fatti io credo che certi criminali non meritino di abbracciare i loro figli». Paolo Colonnello Una commissione su Tangentopoli? «Se c'è maggioranza...» procuratore svizzero Carla Del Ponte
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