Boccassini: vado in Calabria

Boccassini: vado in Calabria Dopo la denuncia del procuratore di Reggio che ha lasciato la delega antimafia Boccassini: vado in Calabria «Sepotrò essere utile alla giustizia» MILANO. «Se ritengono che possa essere utile, con molta umiltà, mi dichiaro da subito disponibile a mettere a disposizione la mia professionalità e farmi applicare alla Procura di Reggio Calabria. Invito tutti i miei colleghi anziani a fare lo stesso: andiamo in Calabria, sacrifichiamoci noi magistrati, non lasciamo soli Boemi e i colleghi della Dda di Reggio che, tra difficoltà e senza proclami sui giornali, cercano di fare il loro dovere». Non cade nel vuoto il clamoroso gesto del procuratore aggiunto di Reggio, Salvatore Boemi, il magistrato che, dopo mesi d'inascoltate richieste di aiuto, ha deciso di restituire la delega di coordinatore della direzione distrettuale antimafia denunciando la mancanza di uomini e mezzi per combattere la criminalità organizzata. Da Milano in Calabria. A raccogliere la drammatica e amara denuncia di Boemi («Al Sud la giustizia è sconfitta») è il sostituto procuratore, Ilda Boccassini, tornata a Milano, nel settembre '95, dopo tre anni di applicazione prima alla procura di Caltanissetta, dove ha coordinato le inchieste sulla strage di Capaci e di Palermo. In Sicilia per trovare gli assassini dell'amico e maestro Giovanni Falcone. Oggi come ieri, Boccassini non si limita a facili attestati di affetto per un collega che dichiara pubblicamente tutta la sua solitudine e impotenza. «La vera isola del Meridione è la Calabria, un po' per volontà dei calabresi, un po' per volontà esterne», aveva denunciato Boemi aggiungendo di non trovare interlocutori in questo, come in altri governi. Appena rientrata da Palermo, Boccassini, dopo aver letto le dichiarazioni di Boemi, ha deciso che era arrivata una di quelle rare volte in cui valeva la pena di parlare. Del resto, Falcone amava ripetere che sullo scranno di ogni magistrato andrebbe scolpita la massima: «Possiamo sempre fare qualcosa». Boccassini ha deciso di non perdersi in inutili polemiche ma di reagire mettendosi ancora una volta in gioco e lanciare un messaggio ai magistrati perché procuratori poco star e molto in prima linea nella lotta alla mafia come Boemi non siano abbandonati. Dice Ilda Boccassini: «Ho letto sui giornali che il collega Salvatore Boemi ha deciso di lasciare l'antimafia. Gli ho subito telefonato per esprimergli tutto il mio affetto, la mia stima, la mia solidarietà. Conosco la professionalità di un magistrato come Boemi e so come ha saputo affrontare, insieme ai colleglli calabresi, un'emergenza che forse è sempre stata troppo sotto- valutata. Per quello che può valere la mia opinione e, come gli ho già detto per telefono, mi auguro che Boemi ritorni sulla sua decisione e rimanga al suo posto. Il Paese non può permettersi di perdere il suo patrimonio di professionalità». Infine, la Boccassini invita tutti i magistrati che hanno più anzianità e competenze a sacrificare un po' della loro vita personale per mobilitarsi, affinché anche in Calabria sia assicurata l'amministrazione della giustizia. Un gesto di forte impegno, in nome della professionalità e del rigore: «Invito i colle- ghi ad andare in Calabria. Io, per prima, se verrà ritenuto utile, mi rendo disponibile». Napoletana, figlia del fondatore della corrente di destra, Magistratura indipendente, Ilda Boccassini dopo anni di inchieste sulla criminalità al Nord (è stata pm della Duomo connection) dopo la morte di Falcone, su richiesta del procuratore capo di Caltanissetta, Giovanni Tinebra, nell'ottobre '92, si trasferì in Sicilia. Nasce così l'operazione Grande Falco, un'inchiesta giudiziaria esemplare che ha portato alla cattura di Salvatore Riina e dei boss di Cosa Nostra responsabili delle stragi del '92. Per il magistrato, che ha lasciato a Milano i due figli, sono mesi di totale isolamento tutti dedicati, insieme a poliziotti e carabinieri amici di Falcone, a ricostruire prova dopo prova, riscontro dopo riscontro, seguendo il metodo del giudice ucciso, le responsabilità dei killer. Chiamata a Milano nel pool Mani pulite, nel settembre '95, dopo il periodo trascorso nella procura di Palermo, Boccassini è pm dell'inchiesta sulla presunta corruzione dei giudici romani nata dalle dichiarazioni di Stefania Ariosto. Un impegno (la prima udienza preliminare del processo si è tenuta lunedì scorso) che le è costato la revoca della domanda per un posto alla procura nazionale antimafia e non pochi attacchi dal Polo. Raramente Boccassini replica, se non con le querele. Ancora più raramente concede interviste, l'ultima il 6 aprile al «Corriere della Sera» l'ha decisa per denunciare i pericoli della direttiva del ministero degli Interni che disloca sul territorio le forze investigative Ros, Sco e Scico. Un allarme che risuona oggi nella parole di Boemi. «Con chi dovremmo fare le indagini? quelli che l'attuale ininistro degli Interni chiamava corpi speciali sono diventati territoriali, l'aggressione ai beni mafiosi è fatta in maniera inconcludente, la legge sui pentiti è da 16 mesi in Parlamento. Non ho più interlocutori». Parole che hanno convinto Ilda Boccassini a lanciare il suo appello ai magistrati. Perché la storia non si ripeta, perché in Italia come diceva Falcone: «Ogni volta che esplode la violenza mafiosa con manifestazioni allarmanti o l'ordine pubblico appare minacciato, con precisione cronometrica viene varato un decreto-tampone volto a intensificare la repressione, ma non appena la situazione rientra in un'apparente normalità, tutto cade nel dimenticatoio e si torna ad abbassare la guardia». Chiara Berìa di Argentine ai Invito tutti i colleghi che hanno più anzianità e competenza a sacrificare un po'della loro vita personale per mobilitarsi affinché anche in questa regione sia assicurata la corretta gestione dei tribunali Ho già telefonato al collega Boemi per dargli la mia solidarietà yif a Vorrei aiutare quei colleghi che si sacrificano tra molte difficoltà e senza fare proclami su tv e giornali cercano di fare il loro dovere tuttii giorni Sono convinta che la massima di Falcone sia ancora valida: possiamo sempre fare qualcosa ■■ DopBoIl pm Ilda BoccaA destSalvatoil procdi Reg Il pm Ilda Boccassini A destra Salvatore Boemi il procuratore di Reggio