Ciampi frena: attenti alle spese di Stefano Lepri
Ciampi frena: attenti alle spese Gli incassi di giugno molto al di sotto delle previsioni: 18.300 miliardi Ciampi frena: attenti alle spese Conti pubblici, risultati inferiori alle attese ROMA. «Risultato inferiore alle previsioni», ammette senza reticenze Carlo Azeglio Ciampi: nella prima metà dell'anno i conti dello Stato non sono andati bene. Da qui al 31 dicembre, per rispettare gli impegni presi con gli altri Paesi europei, occorrerà «la massima attenzione». Il ministro del Tesoro non dice di più, ma il messaggio implicito è evidente: se nelle sedi dei partiti qualcuno sperava che la «verifica» della maggioranza potesse essere risolta a carico del bilancio dello Stato, per ora non c'è nessun margine. E se si vogliono più investimenti, è stato proprio «un forte aumento» degli investimenti a far salire le spese nei primi mesi del '98. E' capitato davvero per caso che i dati siano stati diffusi ieri. Ciampi ha instaurato la prassi che il primo di ogni mese il Tesoro renda noti i suoi dati contabili del mese precedente. Giugno è cruciale, perché a causa dei versamenti delle imposte registra un forte attivo. Fatte tutte le somme, l'attivo risulta inferiore non solo alle prime stime (attorno ai trentamila miliardi) e a quelle più recenti (25-28.000) ma perfino rispetto alle indiscrezioni di ieri l'altro (2022.000) e a quanto dichiarato ieri mattina dal sottosegretario Giorgio Macciotta. Si tratta di appena 18.300 miliardi. Siccome già i dati dei mesi precedenti non erano entusiasmanti, il primo semestre chiude con un deficit di 48.300 miliardi di lire, molto più dei 25.500 del primo semestre '97 e poco meno del tetto fissato per l'intero '98 (52.700). E que¬ sto tetto — 2,6% del prodotto interno lordo — è stata una delle condizioni, occorre ricordarlo, grazie alle quali l'Italia ha ottenuto di essere ammessa all'Euro. Più degli altri Paesi, l'Italia non può assolutamente permettersi di oltrepassarlo. E' un caso, certo, che il 1° luglio capiti proprio dopo le richieste di Rifondazione comunista per la «verifica» e le ipotesi di mediazione venute dai partiti dell'Ulivo. Ma per il ministro del Tesoro, che era sotto assedio, è stata un'occasione significativa. Commentando i dati, Ciampi sostiene che i dati di ieri sono ancora «compatibili» con l'obiettivo fissato dal governo per fine anno. Una manovra-bis continua ad essere esclusa; tuttavia da scialare non c'è. Che i conti pubblici fossero nel primo semestre '98 peggiori rispetto al primo semestre '97 era atteso, per ragioni che tutti i tecnici conoscono. La principale è che l'introduzione dell'Irap e la contemporanea scomparsa dei contributi sanitari ha spostato verso la seconda metà dell'anno circa 12.000 miliardi di gettito. E il fortissimo attivo del giugno '97 comprendeva 5000 miliardi di versamenti dei Comuni alla Tesoreria unica. Però quello che è successo va oltre. Ciampi sostiene di non poter ancora esser certo dei motivi, perché al momento ha solo il saldo, non il dettaglio di entrate e spese. Dal lato delle entrate, il ministero delle Finanze sostiene: a) che molti contribuenti invece di fare la coda per l'autotassazione hanno preferito pagare la penale dello 0,5% per chi versa entro il 15 luglio; b) che un numero di contribuenti Irap maggiore del previsto ha optato per la rateizzazione dei pagamenti fino a dicembre. Tolti questi due elementi, «il gettito è in linea con le previsioni», dichiara Ciampi dando fiducia a Vincenzo Visco e ai suoi collaboratori. Anche secondo il Tesoro sembrerebbe da escludere, sulla base dei dati provvisori, il rischio grosso di un fiasco dell'Irap. Dal lato delle spese, il Tesoro sostiene che i dati analitici in suo possesso, fino a metà maggio, mostrano spesa corrente «in riduzione rispetto allo stesso periodo del '97» (una novità molto positiva) e spesa per investimenti in forte crescita, con un risultato di insieme più vicino al massimo che al minimo delle previsioni, ma non fuori linea. I settori più a rischio sono la Sanità, le Poste e le Ferrovie. La carta segreta del Tesoro sta nelle spese per interessi sul debito pubblico, calcolate nel bilancio '98 con grande prudenza rispetto ai tassi molto bassi raggiunti già oggi dai titoli di Stato. Ma una grave incertezza rimarrà almeno per altre tre settimane, finché non si potrà fare il bilancio dei versamenti ritardati dell'autotassazione. Stefano Lepri Il ministro per l'Economia Carlo Azeglio Ciampi
Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Giorgio Macciotta, Giugno, Vincenzo Visco
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