Ma Cesarone ha già vinto di Edmondo Berselli
Ma Cesarone ha già vinto Cresce la tensione per Italia-Francia, grazie fin d'ora al et pane e salame Ma Cesarone ha già vinto MA sì, restituiamo a Cesare quel che è di Cesare. Fino a pochi giorni fa era il picchiatello, un mattocchio dalla chioma color melanzana. Era quello che dopo gli allenamenti diceva frasi insondabili tipo: «Oggi le carote erano macchinose». Alzi la mano chi non ha pensato che la sorte più probabile della Nazionale era l'uscita ingloriosa al primo turno. E invece domani c'è una specie di finale anticipata con la Francia. Quelli più ostili a Cesarone continuano a pensare che gli azzurri sarebbero già sicuri vincitori del Mondiale, se non avessero un cittì così rétro. Certo, lo sappiamo, pratica il famoso calcio «pane e salame», difesa e contropiede: ma qualcuno in questo campionato ha forse visto teoremi geniali, moduli innovativi, schemi fantasiosi? Dove sono finite le difese alte e le squadre corte? Si vedono per lo più catenacci giganti. La verità è che la Nazionale è lo specchio di Maldini: si impappina per l'emozione, sente la palla scottare fra i piedi, si impaurisce dopo avere segnato il gol del vantaggio. E lui, Maldinone, soffre in panchina come il primo dei tifosi, si volta per non vedere il rigore di Baggio, polemizza con il pubblico; fuori dal campo sgonfia Prodi e le sue gomme, finge moderazione e buonsenso mentre ragiona come un ultra. Trovatene un altro, a 66 anni, che abbia ancora voglia di schiattare di gioia o di rabbia per un pallone, di saltare su come un ossesso al fischio finale. Comunque vada con la Francia, Cesare il suo Mondiale lo ha già vinto. Ci ha fatto soffrire, ci ha fatto gioire, ha complicato le cose facili, ha trasformato ogni avversario in uno spauracchio. Però le smorfie tattiche del Cesare di Francia (osannato dalla stampa transalpina come conviene con i nemici pericolosi), le sue urla, le sue delusioni strampalate, ci hanno fatto capire di nuovo che il calcio, malgrado tutto, è un gioco. Forza Cesare: perché se poi con la Francia ce la battiamo con onore, allora sì che sarà ancora più bello criticare. Edmondo Berselli
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