Mamma Vieri: tradisco Parigi per Boba

Mamma Vieri: tradisco Parigi per Boba E' nata in Francia, ha vissuto a lungo a Montmartre ma sogna per il figlio un 25° compleanno con la Coppa Mamma Vieri: tradisco Parigi per Boba «Mi telefona cinque volte al giorno» SENLIS DAL NOSTRO INVIATO La signora Nathalie ha sempre la valigia pronta. Dopo Bordeaux, Montpellier e Marsiglia, oggi sarà a Parigi perché è la mamma del calciatore che tutto il mondo ci invidia: Christian Vieri. Per stare vicino al capocannoniere del Mondiale lei e suo marito Roberto sono diventati pendolari del pallone. «Avrei voluto restare tutto il tempo in Francia, ma devo occuparmi pure di Veronica e Massimiliano, gli altri due figli, quindi dopo ogni partita torniamo a Prato. Ma con Christian ho un filo diretto, mi telefona anche cinque volte al giorno. Di lui so tutto. Abbiamo sempre avuto un rapporto bellissimo, di grande sincerità». Un mammone, questo ragazzo che in campo non ha paura di nulla, ma che appena può telefona a Prato e fa le fusa come un midolle: «L'unico argomento che non tocchiamo mai è il calcio - spiega la signora Nathalie -. Per quello i consigli li chiede a suo padre che ne sa molto più di me. Purtroppo Christian è andato via di casa prestissimo, è dall'età di 15 anni che il nostro amore corre sul filo del telefono. Quando era alla Juve lo vedevo più spesso, a Madrid siamo andati soltanto tre volte». Dev'essere piacevole sentirsi invidiati, ma la signora Vieri vive la popolarità del figlio con molto distacco e come ogni mamma ha soltanto una preoccupazione: «Io sono fiera di essere la mamma di Christian Vieri, non di uno degli attaccanti più forti del mondo che, fra l'altro, ha sempre segnato. Piuttosto, ho continuamente paura che si faccia male perché è uno che non si tira mai indietro. Visto cos'è successo a Nesta? Glielo dico prima di ogni partita: figlio mio, dai tutto ma fa' attenzione. Ha già sofferto per un paio di infortuni, non vorrei che gli succedesse qualcosa di grave». Oggi per madame Nathalie è un giorno speciale perché toma a casa. E' francese, ha vissuto a Parigi dall'età di tre anni fino a quando, ventenne, è arrivata in Italia. Abitava nella zona di Montmartre e conserva un inconfondibile accento parigino. Così la sfida con la Francia diventa per lei un qualcosa di molto particolare, anche se non si commuoverà quando tutto lo stadio di Saint Denis canterà la Marsigliese: «Sono francese e fiera di esserlo, ma non vivo più a Parigi da trent'anni, ormai mi sento italiana al cento per cento. Per questo venerdì tiferò per gli azzurri, l'avrei fatto anche se non ci fosse stato Christian. I giocatori francesi non li conosco neppure, a parte Zidane, che è molto amico di mio figlio, e Deschamps. Per me sarebbe stato meglio se Italia e Francia si fossero affrontate in finale, sarebbe stata la conclusione più degna ed emozionante. Se perderemo non sarà una vergogna. Credo che sia peggio arrivare in finale e non al zare la Coppa». A questo punto è mutile chiederle se accetterebbe una sconfitta degli azzurri, però marchiata da un altre gol di Vieri: «Non mi importa che segni lui, l'importante è che la Nazionale vada in semifinale e magari anche oltre. Non capisco perché la squadra di Maldini sia così criticata: sbaglio o in un Mondiale conta prima di tutto vincere? Invece voi, anzi noi italiani trasformiamo tutto in tragedia, una partita di calcio diventa la guerra. Lo dico sempre a mio marito». Ha ragione, ma non aveva detto che lei di calcio non se ne intende? «Oddio, a forza di vivere con due figli calciatori e un marito ex calciatore, qualcosa si impara. Ma io ascolto molto e parlo poco. A me piace quando Christian e Massimiliano tornano a casa e mi parlano di loro. Ma non come giocatori». Ma che tipo è veramente Vieri? La mamma lo descrive così: «Ha un carattere piuttosto chiuso come il padre. L'avrete capito anche voi quando lo intervistate che non è un gran parlatore. Però è un burlone come ce ne sono pochi. Ma sa che ancora adesso quando torna a casa si nasconde dietro una porta e poi salta fuori all'improvviso per farmi paura?». Un eterno ragazzaccio che però guadagna cifre a nove zeri e che dopo questo Mondiale vedrà impennarsi ancora la propria quota- zione di mercato. Ma la mamma non ha nulla da obiettare: «E' tutto merito suo se lo pagano tanto perché anno dopo anno è sempre migliorato. Ma fa un mestiere particolare, da un giorno all'altro passi da fenomeno a uno dei tanti. E soprattutto il ruolo di attaccante è a rischio, perché se fai gol sei osaimato, altrimenti ti dimenticano. Comunque Christian è molto oculato nelle spese. Anzi, direi che è proprio tirchio. Io gli ho insegnato a risparmiare, ma mi pare che lui sia andato perfino oltre». Non bada a spese, invece, quando si trasforma in goleador. La signora Nathalie ha già un sogno: «Vorrei tornare a Parigi il 12 luglio. Quel giorno mio figlio compirà 25 anni. Vederlo alzare la Coppa sarebbe troppo bello». Fabio Vergnano «E' nato il 12 luglio il giorno della finale: sarà soltanto un caso? Con lui ho un rapporto bellissimo: è sincero, chiuso ma burlone; gli insegnai a risparmiare ma lui è andato oltre» tra il delfino ra Bob Vieri ro relazione glio ale: aso? orto ero, ; gli iare tre» dra di baglio ma di zi noi n traivena mio detto ntene con rito ex ne so adesascon salta farmi e però e che rà imquota- «Mi tele Christian Bobo Vieri mostra il delfino tatuato sul braccio; a destra Bob Vieri e Nathalie all'inizio della loro relazione