Ecco i nuovi prodotti finanziari

Ecco i nuovi prodotti finanziari I «Bot people» hanno abbandonato i titoli di Stato perché non rendono più Ecco i nuovi prodotti finanziari L'evoluzione del risparmiatore italiano In quest'ultimo anno in Piazza Affari gli scenari d'investimento sono cambiati in modo radicale e profondo. I risparmiatori italiani, che si erano guadagnati l'appellativo di «Bot people» grazie ai loro portafogli costituiti quasi esclusivamente da titoli di Stato, stanno ora confrontandosi con nuovi orizzonti dell'investimento: nuove frontiere, nuovi prodotti, nuovi rischi e, ovviamente, nuove forme di rendimento. Gli sforzi del governo per limitare il deficit pubblico, uniti alla necessità di raggiungere i requisiti per poter partecipare all'unione monetaria europea, hanno portato i tassi di interesse ad un livello molto prossimo all'inflazione, come avviene per i principali Paesi industrializzati. Per i «Bot people», abituati a rendimenti molto alti legati a rischi piuttosto limitati, è venuto il momento di rivedere la strategia globale dei propri investimenti. L'investitore italiano deve guardare altrove. E ormai le possibilità non mancano di certo. Le diverse normative europee hanno aperto i mercati in modo tale che, di fatto, dal primo gennaio 1999 l'Europa sarà considerata un mercato unico. Gli intermediari finanziari, di fronte alle nuove esigenze dei risparmiatori, creano quotidianamente nuovi prodotti e le Borse evolvono di conseguenza, permettendo di canalizzare questi nuovi flussi. Ma una volta stabiliti gli obiettivi di investimento, come tradurli in strategie adeguate? L'investitore ha tre possibilità. La prima consiste nel delegare ad un intermediario la responsabilità di attuare gli obiettivi predefiniti. Si tratta in questo caso di asset management. Oppure si possono scegliere dei prodotti finanziari adeguati ai propri obiettivi, ma con una componente di rischio diversificato ed una componente di delega per quanto riguarda la responsabilità operativa delle transazioni: si fa quindi appello ai fondi di investimento. In questo caso la scelta del gestore è quasi altrettanto importante della scelta dei fondi. Infine si può fare ricorso al «fai da te», definendo in proprio le strategie ed effettuando direttamente le transazioni. Il portafoglio di chi voglia attuare la propria strategia di investimento ha generalmente diverse componenti. Una parte di titoli di Stato o altri strumenti a breve scadenza, con un basso rendimento ma caratterizzati da un'alta liquidità, rimarrà comunque sempre alla base di ogni portafoglio. Obbligazioni societarie, titoli di Stato a più lunga scadenza o azioni privilegiate costituiscono una seconda componente del portafoglio che genera redditi fissi sul mediolungo termine. Una terza componente risponde al criterio di crescita del capitale ed è composta da azioni societarie. Le proporzioni di ciascuna componente varieranno a seconda di diversi fattori che concernono l'investitore: il suo «stato di famiglia» (le sue esigenze saranno infatti diverse a seconda del fatto che sia sposato, che abbia figli, in base all'età di questi ultimi, ecc.), la dimensione globale del portafoglio, il bisogno di liquidità e, soprattutto, il suo livello di avversione al rischio. Le innovazioni finanziarie degli ultimi anni arricchiscono questo quadro con nuovi strumenti, ma soprattutto con nuovi modi di raggiungere gli obiettivi di investimento. POSSIBILITÀ' PER L'INVESTITORE La deregolamentazione finanziaria, conosciuta nel mondo anglosassone come «Big Bang», ed i nuovi prodotti finanziari, hanno allargato notevolmente il campo d'azione dell'investitore e messo a sua disposizione strumenti che un tempo erano riservati agli investitori istituzionali. Opzioni, futures, derivati di altri valori mobiliari, consentono oggi agli investitori di coprirsi contro alcune esposizioni o di accrescere il proprio rendimento. Un tempo soltanto le compagnie di assicurazioni, i fondi comuni di investimento, le società di investimento o i fondi pensione potevano includere questi prodotti nei loro portafogli, per via del taglio minimo imposto ad ogni transazione, ma anche per la scarsa diffusione d'informazione riguardante questi titoli ed il loro andamento. Le Borse europee, adeguandosi ai nuovi bisogni dei ri¬ sparmiatori, hanno creato strutture per accogliere una nuova generazione di titoli mobiliari. A Milano, ad esempio, la Borsa ha recentemente creato un nuovo mercato, quello dei «covered warrant». I covered warrant sono titoli che, grazie al fatto di rientrare in un mercato regolamentato, si scambiano come gli altri titoli mobiliari, hanno una quotazione ufficiale (e quindi rispettano il criterio di trasparenza) e la cui liquidità è garantita dalla presenza di un «market maker». Attraverso i covered warrant è offerta al risparmiatore la possibilità di investire in un prodotto derivato di natura opzionale con tagli minimi molto più accessibili rispetto al passato. Inoltre, poiché i covered warrants sono costruiti su diversi valori sottostanti (titoli azionari, basket di azioni, indici di Borsa, titoli di Stato o tassi di cambio), le possibilità di definire una strategia di portafoglio più completa sono ormai concrete. Sicuramente c'è una tendenza sana nel campo degli investimenti laddove il risparmiatore affidi al gestore professionale la messa in opera della propria strategia d'investimento. Ma esisterà sempre una parte di mercato che vede un ostacolo nel delegare la gestione della totalità dei propri risparmi. E sono questi investitori che hanno maggiormente bisogno di aver accesso a strumenti più sofisticati.

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