Amendola: io, Ponti Rocca in polemica con il cinema

Amendola: io, Ponti Rocca in polemica con il cinema Incontro con l'attore che sta girando per Canale 5 Amendola: io, Ponti Rocca in polemica con il cinema ROMA. E' simpatico, muscoloso, concreto. A chi piace il maschio con cui sentirsi compagna di strada, o magari anche da cui esser protetta in caso di una improvvisa scazzottata, piace. A Francesca Neri, per esempio, Claudio Amendola piace al punto che ha deciso di viverci insieme. Non sensuale, né cerebrale, ma certo un bel ragazzo che non inganna e non illude. E' anche bravo e versatile. Uno capace di passare nel cinema dalle «Vacanze di Natale» dei Vanzina, tutte da ridere, e ridere scemo, a «Mery per sempre» di Marco Risi, tutta tensione, e tensione dura. E poi c'è la televisione: «Storia d'amore e d'amicizia» di Franco Rossi, esordio di lusso per un figlio d'arti; come lui, e «Felipe ha gli occhi azzini» di Gianfranco Albano, record d'ascolto di qualche anno fa, gli hanno regalato una popolarità che non dà segni di incrinature e cedimento. In più c'è l'estero, e lavorare all'estero per un attore italiano, è impresa ardua, non foss'altro per la lingua: protagonista di «Nostromo» da Conrad, finanziato dalla sofisticata Bbc, e coprotagonista di «La reine Margot» di Chereau, vanto della grandeur francese. Tra i giovani attori italiani è uno di quelli che lavorano di più. Nella passata stagione ha schierato sei film, uno dietro l'altro: «La mia generazione» di Wilma Labate, «Testimone a rischio» di Pasquale Pozzessere, «Le mani forti» di Franco Bernini, «Altri uomini» di Claudio Bonivento, «Un paradiso di bugìe» di Stefania Casini, «Santo Stefano» di Angelo Pasquini. Un bottino invidiabili! in tempi di crisi. E adesso sta girando per Mediaset «Scomparsi», di Claudio Bonivento, una lunga serie ambientata nella questura di Roma, dove Amendola interpreta il personaggio dell'ispettore Massimo Rinaldi, alla guida di una sezione specializzata nel ritrovamento di persone di cui non si hanno più notizie. Dovrebbe essere contento. Invece no. Protesta. E da ragazzo «de core» com'è, più che per sé, protesta per gli altri. Come quando faceva a pugni a scuola coi «fasci» della Balduina perché lui era di sinistra e non ci stava a farsi mettere sotto. Cosa c'è che non va? «Non va che Veltroni che pure stimo continua a predicare che la crisi del cinema è finita. Ma quando mai. L'anno scorso ho fatto sei film. Alcuni erano perfino buoni. Ma chi l'ha visti, poi? Il ministro dice che parlano le cifre. Ma uno o due successi al botteghino non bastano a decretare che il nostro cinema sta in buona salute. C'ho un carteggio ormai con la vicepresidenza del Consiglio: io parlo, loro rispondono. E' una polemica di mesi». Che gli rimprovera a Veltroni? «'Sta storia dei cinema aperti d'estate. Se si vuole allungare la stagione metteteci "Godzilla" e gli altri americani così la gente lo capisce che i cinema sono aperti e ci va. Ma se nelle sale ci mandate solo me con "Mare largo" con altri quattro sfigati italiani, la gente non ci entra perché è convinta che d'estate si proiettino film di scarto, pellicole cui è stata offerto solo la possibilità di scegliere di quale morte morire: quella lenta di giugno e luglio, o quella rapidissima di fine agosto». Oggi, comunque, l'Italia produce un maggior numero di film che in passato. «Non basta. La metà di quelli finanziati con denaro pubblico sono brutti: ma li leggono i copioni, quelli della commissione?». Meglio lavorare con produttori privati, quindi? «Meglio stare nel giro giusto. Peccato che in Italia fl giro giusto sia uno solo: quello di Cecchi-Gori. Oggi basta che uno va a cena con Pieraccioni e l'indomani si ritrova regista. Ceccherini m'è simpatico, ma perché proprio Ceccherini deve fare un film? Non lo capisco. Andrebbe bene se i produttori che contano fossero almeno sei o sette com'era un tempo. Così è una tragedia. Vai da Cecchi-Gori con un copione drammatico in mano. Chiedi di esser ricevuto dalla moglie Rita Rusic. E se ci riesci la prima domanda che ti arriva è: "C'è un comico toscano dentro?". Ma io mi commuovo quando alla tv vedo come lavoravano Fellini e Mastroianni. Quelli erano tempi». Allora conviene fare la tv? «Almeno la gente ti vede. Non è la stessa cosa, ma la gente ti vede. Non è per me che mi lamento: offerte ne ho tante, sceneggiature ne arrivano. Anche storie scritte apposta per noi due: Francesca Neri ed io. E poi io ho l'estero. Preferirei andarci con dei buoni film italiani. Se non è possibile, però, in Spagna e in Gran Bretagna ci lavorerei volentieri. Ma gli altri attori, quelli che non possono scegliere che fanno? Scrivono a Veltroni?». Simonetta Robiony «Veltroni dice che la crisi è finita, non è vero D'estate sugli schermi dovrebbe esserci Godzilla E i film finanziati dallo Stato sono brutti» n l'attore che sta è finita, non è vero vrebbe esserci Godzilla ato sono brutti» girando per Claudio Amendola èquello che lavora diNella passata stagioha schierato sei film Claudio Amendola è tra i giovani attori italiani quello che lavora di più. Nella passata stagione ha schierato sei film, uno dietro l'altro

Luoghi citati: Gran Bretagna, Italia, Roma, Spagna