La Seat con Ottoni
La Seat con Ottoni Obiettivo Borsa La Seat con Ottoni TORINO. Grande giornata per la Seat che ha celebrato ieri la prima assemblea (ordinaria) dopo l'uscita dalla Stet, ma in un certo senso anche l'ultima, perché subito dopo l'approvazione del bilancio un'altra assemblea (straordinaria) ha deliberato l'incorporazione della società nella controllante Ottobi, che ha assunto il nuovo nome di SeatPagine Gialle. Una fenice rinata dalle sue ceneri, dato che la nuova Seat conserva in blocco il vecchio gruppo dirigente. Grande giornata anche perché ha chiuso formalmente il primo anno (il '97) in cui le Pagine Gialle non sono state più monopoliste, dovendosi confrontare con le Pagine Utili di Mondadori; ebbene, nessun problema: Seat, che ha fatturato 1714 miliardi nel '97 (con 155 di utili) ne ha già messi in cascina 1254 nel primo semestre '98. Una vecchia regola vuole che la concorrenza faccia bene; e sembra proprio vero. L'efficacia della fusione in Ottobi sarà condizionata all'ammissione alla quotazione in Borsa. Poi le Pagine Gialle potranno perseguire una strategia di crescita, per la quale, ha detto l'amministratore delegato Lorenzo Pellicioli, «non ci sono confini» visto che ci si guarda attorno in Italia e all'estero, per accordi o acquisizioni, con abbondante capitale a disposizione. Ma per ora, ha spiegato, si lavora soprattutto «alla riorganizzazione interna, all'abbattimento dei costi, al miglioramento del prodotto con la quadricromia e all'ampliamento della rete di vendita», il tutto supportato da un budget pubblicitario di 40 miliardi. Fra i progetti prioritari ci sono «il potenziamento delle Pagine Gialle on line - cioè su Internet - che a giugno '98 ha superato i 75.000 clienti, e quello della pubblicità locale e della gestione di data base». Un progetto particolarmente caro a Pellicioli si chiama «Archimede La parola alle idee» e punta a coinvolgere i dipendenti nello sviluppo dell'azienda indirizzando proposte direttamente all'amministratore delegato. Seat-Pagine Gialle si considera «editrice e non concessionaria» e lo testimonia l'interesse non solo finanziario dell'azionista De Agostini (che aveva il 14% di Ottobi ed era l'unica presenza industriale nel gruppo di controllo), il cui presidente Marco Drago siede nel consiglio di amministrazione: «Siamo interessati a cercare sinergie multimediali - spiega Drago -. Se sono possibili, le individuerà il management Seat, nell'ambito del piano strategico triennale». [lui. gra.] Marco Drago
Persone citate: Drago, Lorenzo Pellicioli, Marco Drago, Pellicioli
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