«Fìat rimarrà una family company»
«Fìat rimarrà una family company» All'assemblea Ifì tracciati gli scenari del Duemila: se si faranno alleanze conserveremo un ruolo egemone «Fìat rimarrà una family company» Agnelli: da 100 mila miliardi per il centenario TORINO. Centomila miliardi di fatturato per festeggiare il centenario e la promessa che il gruppo rimarrà sempre fortemente legato alla famiglia fondatrice. La Fiat di inizio Duemila assume una fisionomia chiara nelle parole di Giovanni Agnelli che ieri, al termine dell'assemblea degli azionisti Ifi, ha tracciato alcuni scenari possibili per il futuro della multinazionale torinese. «La distribuzione geografica dell'azienda e la forza dei suoi uomini ci dà tranquillità», ha detto il presidente d'onore del Lingotto. Il '99 sarà un anno cruciale, per le celebrazioni di luglio, per il patto di sindacato che scade, e per lo sviluppo delle strategie del nuovo presidente Paolo Fresco. In questa prospettiva, l'Avvocato indica alcuni punti fermi, come la volontà di restare il primo azionista della Rizzoli e quella del «no» alle diversificazioni, Enel privatizzata compresa. Prima di tutto il marchio Agnelli. «La Fiat rimarrà una family company», dice il presidente d'onore e guida dell'Ifi, finanziaria di riferimento per il gruppo motoristico (ha il 17,75%.direttamente e il 12,25 via Ifil). «Quando nel 1945 è mancato mio nonno - ha spiegato - aveva il 70% delle azioni Fiat, la sua era una personal company. Oggi i successori hanno il 30%. E' mia intenzione, fino a quando ci sarò, rimanere nella posizione azionaria più elevata possibile. Ed è anche mia intenzione creare le condizioni perché questo sia difficile da cambiare il giorno che non ci sarò più. Ritengo che la presenza di una famiglia accanto a un grosso azionariato, con un management capace e fedele, sia la migliore formula per costruire un'azienda». E' un paletto importante, tanto in vista del rinnovo del patto di sindacato che guida il gruppo (è stato disdetto ieri, dovrà essere ridefinito entro l'assemblea del giugno '99, e tutte le possibilità sono aperte, sia per soci industriali che per quelli finanziari), quanto nella prospettiva di eventuali intese internazionali. A proposito di queste ultime, Agnelli non ha dubbi: «Si può essere soci attivi, egemoni o no. La nostra speranza, se si faranno alleanze, è di farne una la più grande possibile rimanendo socio egemone». Il boccino è nelle mani di Paolo Fresco, che l'Avvocato ricorda di «aver scelto personalmente» e a cui Umberto Agnelli attribuisce la forza di poter «guardare ai problemi della Fiat senza essere condizionato dal passato». Intanto, però, bisognerà risolvere le questioni lasciate aperte dall'addio di Cesare Romiti. Il presidente d'onore afferma che l'ex numero uno Fiat non sarà sostituito nell'accomandita Giovanni Agnelli e C, la cassaforte di famiglia che possiede l'82,6% dell'Ifi. Di qui alla prossima assemblea, bisognerà invece sciogliere il nodo della successione nel consiglio di amministrazione Fiat; Umberto Agnelli, presidente Ifil e numero due Ifi, ha negato ieri che «esistano programmi» per un suo ingresso. Intanto, mentre si pensa di festeggiare il primo secolo di vita con centomila miliardi di fatturato e con un risultato prima delle imposte in linea con quello del 1997, Giovanni Agnelli manda un segnale forte sul fronte dell'editoria e spazza via i dubbi sulle intenzioni nei confronti della Rizzoli: «Nella Hdp la Fiat è l'azionista numero uno, è il più grande e manterrà un'azione più degli altri». Il gruppo del Corriere della Sera, ha aggiunto il presidente d'onore del lingotto, è una sorta di «multiproprietà, con 10-15 azionisti importanti». Romiti, ha rilevato ancora, «è uno di questi azionisti, ma non il primo», ed è stato scelto dai soci perché «ha la passione, la voglia e la capacità di allargare il difficile mondo dell'editoria alla multimedialità e favorire l'internazionalizzazione». Quanto al direttore del giornale, Agnelli ha sottolineato che «non è nominato dal presidente della Rcs, ma dagli azionisti della Rcs». In tale contesto cresce bene l'Ifi, i cui azionisti hanno approvato il bilancio '97 chiuso con un utile consolidato di 4C9 miliardi (+5%) ed uno di 86 miliardi (+5,2%) per la capogruppo, evoluzione che ha consentito la distribuzione di un dividendo di 530 lire per le azioni privilegiate e di 480 per le ordinarie (il precedente era stato, rispettivamente, di 490 e di 440 lire); il pagamento avverrà dal 20 luglio. Le prospettive '98 promettono un miglioramento. La liquidità della finanziaria, secondo quanto affermato ieri da Umberto Agnelli, verrà utilizzata per sviluppare le partecipazioni esistenti di Ifi e Ifil «nel miglior modo possibile». Niente nuove campagne, dunque, ed è esclusa la possibilità di partecipare alla privatizzazione Enel, vale la regola del core business e «non ci sono risorse per diversificare». Con¬ fermato, in casa Fiat, è invece l'intento di proseguire sulla strada della razionalizzazione delle sue proprietà immobiliari, dopo la cessione del Lingotto. «Tutti i grandi gruppi che operano nel Paese - ha affermato l'amministratore delegato dell'Ifi, Gabriele Galateri - hanno enormi patrimoni immobiliari, in parte strumentali, in parte no, e tutti cercano di valorizzarli». Durante il confronto con i soci, nel corso del quale è stato confermato l'ingresso di Susanna Agnelli nel consiglio Ifi, è tornata la questione della leadership della Telecom Italia (lo 0,6% è dell'Ifil). Giovanni Agnelli ha detto che a suo avviso «la stessa persona non può fare il presidente e l'amministratore delegato», ma anche che questo «non è un problema di attualità». Gianmario Rossignolo, ha insistito, «è stato confermato dopo una non concisa assemblea; ha il compito di creare i quadri». Poi si vedrà. Anche perché, ha spiegato, «come dicono in Emilia, non si può essere allo stesso tempo animali da latte e da uova. Sono due mestieri distinti, quello del presidente e dell'amministratore delegato, che pure si completano». Marco Zatterin «In Hdp resteremo primi azionisti e Romiti sarà uno di questi A Telecom servirà un amministratore» COSA CE' NILL'IFI iBms> I Giovanni Agnelli e C. || STRUTTURA PROSPETTICA | Società in accomandita | DEL GRUPPO LE PERCENTUALI SONO RIFERITE AL CAPITALE ORDINARIO (PIÙ' 17/»% DI AZIONISTI FAMILIARI) '.-:-:■: '.■ :■:■:■:■>:■:■;->:•;■:■;■;-:--;■ ; 12,25% ili EXOR GROUP 24,8% 3% fa ■MMMMMMM t 1097 JUVENTUS F.C Umberto e Giovanni Agnelli Per l'Ifi si prevede un buon '98
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